domenica 11 ottobre 2015

SHOCKING VELVET - ALL JFET OVERDRIVE PEDAL

Stato attuale: prototipo completato oggi, 11/10/2015. Realizzazione del primo esemplare ufficiale presumibilmente entro il prossimo Novembre.


Alimentazione: 12VDC, tramite alimentatore fornito insieme al pedale.


Cablaggio: su PCB, true bypass.


Controlli: a manopola: GAIN. BASS, MIDDLE, TREBLE, LEVEL. a switch: BRILLIANCE,
TASTE.


Che i JFET (Junction Field Effect Transistor) abbiano un carattere sonico molto simile a quello dei triodi, ormai, lo avranno capito in molti. In pochi, invece, sapranno che a seconda del progetto circuitale, è possibile surclassare una cifra insospettabile di pedali e amplificatori valvolari.
Sono comunque d'accordo che il non plus ultra possa essere dato soltanto dai triodi, almeno in progetti con budget molto generosi, ma i transistori JFET hanno dalla loro parte una serie di innegabili vantaggi.
Forse vale la pena tentare di elencarli:


- ingombro nettamente minore dei nostri amatissimi triodi di segnale, come la ubiquitaria ECC83/12AX7 e colleghe della stessa forma e dimensioni, che, tra l'altro, alloggiano sempre due triodi distinti dentro uno stesso vetro, mentre i JFET "viaggiano da soli".


- sebbene anche le valvole possano essere saldate direttamente su un circuito stampato, normalmente necessitano di uno zoccolo, in quanto la loro vita è relativamente breve (dipende dal tipo di valvola e da come viene impiegata, ovviamente) e prima o poi devono essere sostituite.


- il costo di un JFET è una frazione della metà di una ECC83 e colleghe.


- il JFET non ha un filamento riscaldatore che necessita di essere acceso. Nella stragrande maggioranza degli amplificatori e pedali valvolari per chitarra (ma spesso anche in ambito Hi Fi) tale necessità viene fronteggiata collegando brutalmente ANCHE i filamenti delle valvole preamplificatrici ad elevato guadagno (gain o fattore di amplificazione in tensione), come la ECC83 ad un secondario dedicato del trasformatore di alimentazione (e quasi sempre tale avvolgimento secondario è uno soltanto per accendere TUTTE le valvole dell'amplificatore).
Arrivando una coppia di fili che trasportano i 6,3V ALTERNATI (AC) a 50Hz ai piedini che collegano il filamento della valvola, è normale che i vicinissimi piedini delle griglie controllo (quelle che ricevono il segnale da amplificare) captino, per induzione, anche questo segnale alternato a 50Hz che va a sommarsi al segnale utile, quello della chitarra, e insieme a questo viene amplificato.
Il fenomeno è tanto più marcato quanto più alto è il guadagno in tensione della valvola e quanto più la valvola è vicina all'ingresso dell'apparecchio, venendo il ronzìo amplificato in successione dagli stadi successivi (tranne gli inseguitori catodici e gli invertitori di fase a guadagno unitario).
In tutte le mie realizzazioni valvolari, infatti, le valvole preamplificatrici e pilota, come anche quelle di potenza a riscaldamento diretto (DHT), hanno, tassativamente, i filamenti accesi con tensioni continue e stabilizzate, come in tutti i sistemi di classe che rivendichino anche la denominazione di "Hi End".


- quando il numero di elementi attivi (in questo caso JFET) necessari per implementare un circuito diventa elevato, utilizzare le valvole significa spendere un patrimonio in valvole stesse, zoccoli (specie se sono ceramici con i piedini dorati, come uso io) alimentazioni anodiche ad alta tensione e filamenti.
Per realizzare lo Shocking Velvet Overdrive sono stati necessari una decina di JFET discreti (non è necessario dichiararne il numero esatto...)! Ammesso che realizzandolo con le valvole il progetto suoni davvero meglio, si dovrebbero impiegare ben 5 (o 6? o "solo" 4?) doppi triodi di segnale... e difficilmente sarebbe possibile alloggiare il tutto in un contenitore che possa rivendicare ancora la denominazione di "pedale"!
Inoltre, non credo neanche che, almeno io, riuscirei a fare il "miracolo" di poter offrire al pubblico un "pedale" siffatto per un prezzo di un centinaio di euro o poco più.
Piccola digressione a proposito: tenendosi più bassi possibile con i prezzi, non solo teoricamente si adattano i propri prodotti ad un numero maggiore di tasche, ma si sterilizza anche l'attività di quei pappafattisti che, per quanto bravi a replicare il lavoro fatto dagli altri, difficilmente potrebbero offrire le loro "copie fedeli" a prezzi concorrenziali. Siete d'accordo?

Per adesso non ho tempo di aggiungere altro, ma non finisce certo qui.


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