sabato 17 ottobre 2015

TASK FORCE HEAD: MINI TESTATA A QUATTRO CANALI INDIPENDENTI, CON UNA ECC83 / 12AX7 NEL PREAMPLIFICATORE E STADIO DI POTENZA SOLID STATE DA 25 O DA 50 WATT.

                                                                     PREAMBOLO

Articolo ancora in fase di stesura (come, pure, il prototipo della testata) ma, nel frattempo, le carte in tavola sono cambiate e neanche di poco!
Doveva essere una testatina completamente solid state con un LM386 come finale di "potenza". I risultati erano anche incoraggianti... talmente tanto che il progettino iniziale, alla fine, si è rivelato un ottimo aperitivo per stuzzicarmi l'appetito. In qualche modo, infatti, l'idea di partenza era quella di fare un oggettino che rappresentasse una sorta di evoluzione del Noisy Cricket. Per uno che, però, è impegnato da anni nello sviluppo e realizzazione di super testate completamente valvolari senza compromessi (cercando di superare i limiti tipici delle poche, solite circuitazioni bollite e ribollite in tutte le salse da cinquant'anni), sviluppare un biglietto da visita così modesto, smania a parte, non rappresentava proprio il massimo.

Un prodotto rompighiaccio, possibilmente, se da una parte deve tenersi quanto più lontano dai costi dei progetti senza compromessi, d'altro canto deve pur avvicinarvisi e rappresentarli, in termini di prestazioni, al meglio possibile e nei limiti del possibile anche a livello timbrico.

Fatto sta che il nuovo progetto della Task Force, pur essendo ancora più task force di prima, non c'entra praticamente più niente con quello iniziale.

 Concludo il discorso introduttivo con alcune considerazioni personali riguardanti cosa intendo io per mini testata, ovvero i requisiti che ritengo sensati per una piccola testata, la quale oltre alle dimensioni fisiche compatte (nei limiti del fattibile) e alla potenza erogabile, abbia anche un prezzo decisamente inferiore rispetto alle testate valvolari tradizionali. Queste caratteristiche sembrano averle, almeno a prima vista, anche la stragrande maggioranza degli oggetti proposti sul mercato da tutte le parti ma, andando al sodo, voi che ne avete comprato almeno una, da 0 a 100 quanto ne siete rimasti soddisfatti, tenendo come punto di riferimento l'appagamento consentito da una buona testata valvolare "full size" a due o tre canali?

La sfida intrapresa con lo sviluppo di queste testate (differenti solo per le potenze di uscita), alla fine, sta nel voler raggiungere da un lato un livello di qualità sonora elevato, e dall'altro praticità e versatilità non comuni e che non lascino rimpiangere i simulatori digitali pur facendo ricorso ad una circuitazione interamente analogica.

Spero che il giorno in cui qualche utente vorrà scrivere una recensione su questa mini testata, nelle sue parole non ci saranno più i tanti, troppi, “purtroppo” tipici del chitarrista che, qualche volta, descrive addirittura più motivi di delusione di quanti non siano quelli di soddisfazione del prodotto che ha acquistato e collaudato.


                                                   STRUTTURA DEL PROGETTO

Iniziamo... dalla fine, cioè dallo stadio finale o stadio di potenza che dir si voglia.
L'integrato che ho scelto, come anticipato, non è più l'LM386. Dapprima ho pensato di rimpiazzarlo col ben più potente TDA 2003 (che dovrebbe fornire almeno una decina di Watt), poi mi sono convinto di impiegare il TDA 2050 (che esteriormente è identico al 2003) per una versione da 25 Watt e il più impegnativo LM 3876 per una versione "maxi" da ben 50 Watt. Considerando le elevate sensibilità ed efficienze degli altoparlanti largabanda tipici dei diffusori (casse) per chitarra, che anche grazie alla generale assenza di filtri cross over garantiscono pressioni sonore già di tutto rispetto, si tratta di potenze abbastanza sostanziose. Tanto più se si tiene presente che il TDA 2050 e l'LM 3876 vendono impiegati anche nel settore Hi Fi, dove devono vedersela con diffusori acustici tipicamente di una decina di dB meno sensibili di quelli destinati alla chitarra elettrica.  A proposito di queste ultime, comunque, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le pressioni sonore più elevate si ottengono quando, dato un determinato altoparlante, se ne collegano quattro in serie/parallelo, come nel caso delle casse 4 x 12. Rispetto all'altoparlante singolo, infatti, si ottengono ben 6 db/W/m in più, cioè circa il doppio della pressione acustica (a parità di potenga assorbita) anche se l'impedenza della cassa è rimasta la stessa!

All'ingresso dello stadio di potenza è posto il controllo a manopola MASTER VOLUME.

Grazie alla sempre gradita presa jack PREAMP OUT, comunque, è possibile escludere lo stadio finale di bordo per mandare il segnale a farsi amplificare da qualche altro finale esterno, solid state o valvolare che sia, nel caso si necessiti di maggiore potenza.

Tra il premplificatore e il finale di potenza c'è il circuito del SEND/RETURNv (serie), al quale, in una testata che si rispetti, si affidano tipicamente gli effetti di modulazione. Il circuito è dotato di un potenziometro EFFECTS LEVEL, che verrà posizionato sul retro della mini testata. Nel caso il circuito S/R non verrà utilizzato, sarà possibile bypassarlo (con un collegamento true bypass) tramite uno switch a levetta, anch'esso posizionato sul pannello posteriore.

E' sempre meglio evitare che il segnale passi inutilmente attraverso un circuito ulteriore, per quanto accurato e neutrale esso possa essere, qualora ciò si renda possibile.

Facendo un altro passo a ritroso nel percorso del segnale si trova uno dei quattro canali del preamplificatore: A, B, C o D... a seconda di quale sia stato selezionato tramite il remote control a pedalino.

Notate che non ho scritto "canale pulito" e "canale overdrive", ma canali A / B / C / D, in quanto a fare la differenza tra i quattro non è la quantità di gain, ma il dimensionamento dei diversi resistori e condensatori che compongono ognuna delle reti tone stack. Ciò procura impronte timbriche differenti tra i canali, tanto con i suoni puliti che con i distorti.

I quattro canali sono completamente indipendenti e dotati ognuno del proprio tone stack. Questi ultimi hanno in comune, comunque, il numero e tipo di controlli adottati che vogliono mettere, nelle mani dell'utente, strumenti quanto più versatili per disegnare i profili timbrici ricercati, cioè i controlli: BASS, MID, TREBLE, SLOPE, VOLUME (tutti a manopola), TREBLE SHIFT e BRIGHT (switchs a levetta).
Andando ancora a ritroso nel percorso del segnale troviamo lo stadio d'ingresso, presidiato da una ECC83 / 12AX7, che è l'unico a restare sempre in funzione, con tutti e quattro i canali.
Questo stadio è la più importante particolarità dell'amplificatore (anche se non è certamente l'unica), in quanto la configurazione circuitale adottata lo rende insolitamente prestante, almeno nel mondo dell'amplificazione tradizionale per chitarra elettrica e il quale, in soldoni, fa in modo che:

- il tocco e la dinamica siano a livelli da record;
- i suoni puliti siano brillanti, netti, profondi e spaziali allo stesso tempo, mentre anche i dostorti più spinti abbiano una struttura timbrica pastosa e granitica, consonante, che rimane tale ad OGNI LIVELLO DI VOLUME e resta comunque incontaminata da "zanzare" anche ai volumi più bassi(!).
La silenziosità intrinseca di questo stadio è dovuta, ancora, al tipo di circuito adottato, ma anche al fatto che il filamento della sensibile ECC83 sia acceso con una tensione continua e stabilizzata (quindi anche molto ben filtrata). Notate che se lo stadio d'ingresso produce rumore, questo viene amplificato, insieme al segnale utile, da tutti gli altri stadi amplificatori posti in cascata successivamente...
Io non ho scoperto l'acqua calda. Un qualsiasi tecnico elettronico degno di questo nome dovrebbe capire immediatamente a quali configurazioni circuitali ho fatto ricorso. Piuttosto, è un peccato (non per me, però...) che la quasi totalità del costruttori, anche "boutique", preferisca riscaldare sempre le stesse minestre circuitali ultracinquantenni e che il chitarrista medio (e non solo…) non se ne renda conto perché non ha termini di paragone per poterlo fare.
Uno dei migliori stadi d'ingresso che abbia mai conosciuto, parlando sempre di amplificatori valvolari per chitarra, è stato quello della Soldano SLO. Le sue migliori prestazioni, anche nella quantità di gain garantito, sono dovute al fatto che invece del solito resistore anodico da 100K, Soldano ne abbia impiegato uno da ben 220K. Peccato che, così facendo abbia incrementato notevolmente anche il livello di rumorosità dell’intera testata... Lo stadio d’ingresso delle Task Force Head, invece, non ha un resistore anodico "maggiorato", ma vanta, piuttosto, una struttura circuitale molto diversa e più complessa.

Lo stadio d’ingresso occupa un posto fondamentale per la "salute" del segnale inviato dalla chitarra (e, probabilmente, già processato da un pedalino di distorsione/overdrive). Deve amplificarlo ed equalizzarlo opportunamente, ma senza deturparlo né a livello dinamico, né a livello armonico, né in quanto a coerenza temporale. Non è niente di scontato, credetemi, e ancora una volta posso garantire, dati, anzi fatti alla mano, che i circuiti tradizionali (minimalisti e quindi industrialmente vantaggiosi), anche valvolari, lasciano a desiderare, come nel caso appena citato.


Ancora un ultimo passo a ritroso... ebbene si, la Task Force ha ancora una carta vincente da calare sul tavolo... e troviamo, di nuovo (sul pannello posteriore), quattro coppie di prese jack SEND/RETURN (una per canale), dedicate non più agli effetti di modulazione, ma ad eventuali pedali overdrive o distorsori! Un loop per pedali di distorsione in serie all’ingresso di ognuno dei quattro canali del preamplificatore!

In questo modo, si possono utilizzare fino a quattro overdrive o distorsori differenti per caratterizzare ognuno dei quattro canali, senza la necessità di premere sul pedale stesso per disattivarlo quando si cambia canale. A differenza di quanto si usa fare con gli amplificatori tradizionali, nel qual caso UN pedale (o più di uno collegati in serie) è posto all'ingresso non di UN solo canale, ma di tutto l'amplificatore.

Se nessun pedale di distorsione viene inserito tra uno dei loop SEND/RETURN d'ingresso, questi si comporta come un corto circuito, ovvero come se non esistesse. Quindi se nessun pedale viene inserito in nessuno dei quattro SEND/RETURN d'ingresso, è come se questi non esistessero e il segnale esterno andrà direttamente allo stadio d'ingresso (avente 1Mohm di impedenza) del canale selezionato tramite il footswitch. Ne consegue un comportamento da canale CLEAN, che può comunque essere elaborato tramite gli effetti di modulazione che possono essere inseriti del loop effetti classico (di tipo serie) posto tra preamp e stadio di potenza.
La manopola del VOLUME è presente in ognuno dei quattro canali, ma per quanto possa modificare leggermente la saturazione del segnale, non è progettata per arrivare all’overdrive vero e proprio. Si tratta di una scelta politica, dettata dal fatto che queste testate sono concepite per sfruttare al meglio i propri pedali di distorsione, spesso eccellenti ma ai quali non viene reso merito dalla maggior parte degli amplificatori commerciali (e vi pare poco?). Le testate che saranno dotate di controlli del GAIN capaci di arrivare ad overdrive anche molto spinti saranno interamente valvolari e già in fase di sviluppo ma… che tarderanno ancora un po' ad essere presentate.

Adesso mi tocca spendere due parole anche sul sistema di commutazione dei canali.

Il pedale di commutazione ha tre footswich ed è collegato alla testata tramite un cavo jack. Sul frontale della testata saranno presenti quattro diodi LED di colori diversi (uno rosso, altro verde, uno giallo, uno blu), per indicare visivamente quale canale sia stato attivato.
Il footswitch in posizione centrale servira a selezionare il banco, cioè canali A / B oppure C / D. Il footswitch sinistro servirà per scegliere tra il canale A e il B, mentre il footswitch destro per segliere tra C e D. L’esecuzione di detti comandi è affidata ad una logica a relé, che personalmente preferisco ai fotoaccoppiatori.



Riassumendo, ognuno dei quattro canali avrà un proprio corredo di:



- circuito SEND/RETURN d'ingresso;


- tone stack con controlli SLOPE, BASS, MID, TREBLE, TREBLE SHIFT, BRIGHT e VOLUME.
Dopo il preamplificatore seguono, in successione: il loop effetti, bypassabile e dotato di manopola EFFECTS LEVEL; la presa jack PREAMP OUT; il controllo MASTER VOLUME; lo stadio di potenza solid state.



A presto!


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