PREAMBOLO
Articolo ancora in fase di stesura (come, pure,
il prototipo della testata) ma, nel frattempo, le carte in tavola sono cambiate
e neanche di poco!
Doveva essere una testatina completamente solid
state con un LM386 come finale di "potenza". I risultati erano anche
incoraggianti... talmente tanto che il progettino iniziale, alla fine, si è
rivelato un ottimo aperitivo per stuzzicarmi l'appetito. In qualche modo,
infatti, l'idea di partenza era quella di fare un oggettino che rappresentasse
una sorta di evoluzione del Noisy Cricket. Per uno che, però, è impegnato da
anni nello sviluppo e realizzazione di super testate completamente valvolari
senza compromessi (cercando di superare i limiti tipici delle poche, solite
circuitazioni bollite e ribollite in tutte le salse da cinquant'anni),
sviluppare un biglietto da visita così modesto, smania a parte, non
rappresentava proprio il massimo.
Un prodotto rompighiaccio, possibilmente, se da
una parte deve tenersi quanto più lontano dai costi dei progetti senza
compromessi, d'altro canto deve pur avvicinarvisi e rappresentarli, in termini
di prestazioni, al meglio possibile e nei limiti del possibile anche a livello
timbrico.
Fatto sta che il nuovo progetto della Task Force,
pur essendo ancora più task force di prima, non c'entra praticamente più niente
con quello iniziale.
Concludo
il discorso introduttivo con alcune considerazioni personali riguardanti cosa
intendo io per mini testata, ovvero i requisiti che ritengo sensati per una
piccola testata, la quale oltre alle dimensioni fisiche compatte (nei limiti
del fattibile) e alla potenza erogabile, abbia anche un prezzo decisamente
inferiore rispetto alle testate valvolari tradizionali. Queste caratteristiche
sembrano averle, almeno a prima vista, anche la stragrande maggioranza degli
oggetti proposti sul mercato da tutte le parti ma, andando al sodo, voi che ne
avete comprato almeno una, da 0 a 100 quanto ne siete rimasti soddisfatti,
tenendo come punto di riferimento l'appagamento consentito da una buona testata
valvolare "full size" a due o tre canali?
La sfida intrapresa con lo sviluppo di queste testate (differenti solo per le potenze di uscita), alla fine, sta nel voler raggiungere da un lato un livello di qualità sonora elevato, e dall'altro praticità e versatilità non comuni e che non lascino rimpiangere i simulatori digitali pur facendo ricorso ad una circuitazione interamente analogica.
Spero che il giorno in cui qualche utente vorrà
scrivere una recensione su questa mini testata, nelle sue parole non ci saranno
più i tanti, troppi, “purtroppo” tipici del chitarrista che, qualche volta,
descrive addirittura più motivi di delusione di quanti non siano quelli di
soddisfazione del prodotto che ha acquistato e collaudato.
STRUTTURA DEL PROGETTO
Iniziamo... dalla fine, cioè dallo stadio finale
o stadio di potenza che dir si voglia.
L'integrato che ho scelto, come anticipato, non è
più l'LM386. Dapprima ho pensato di rimpiazzarlo col ben più potente TDA 2003
(che dovrebbe fornire almeno una decina di Watt), poi mi sono convinto di
impiegare il TDA 2050 (che esteriormente è identico al 2003) per una versione da
25 Watt e il più impegnativo LM 3876 per una versione "maxi" da ben 50
Watt. Considerando le elevate sensibilità ed efficienze degli altoparlanti
largabanda tipici dei diffusori (casse) per chitarra, che anche grazie alla
generale assenza di filtri cross over garantiscono pressioni sonore già di
tutto rispetto, si tratta di potenze abbastanza sostanziose. Tanto più se si
tiene presente che il TDA 2050 e l'LM 3876 vendono impiegati anche nel settore Hi
Fi, dove devono vedersela con diffusori acustici tipicamente di una decina di
dB meno sensibili di quelli destinati alla chitarra elettrica. A proposito di queste ultime, comunque,
contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le pressioni sonore più elevate si
ottengono quando, dato un determinato altoparlante, se ne collegano quattro in
serie/parallelo, come nel caso delle casse 4 x 12. Rispetto all'altoparlante
singolo, infatti, si ottengono ben 6 db/W/m in più, cioè circa il doppio della
pressione acustica (a parità di potenga assorbita) anche se l'impedenza della
cassa è rimasta la stessa!
All'ingresso dello stadio di potenza è posto il
controllo a manopola MASTER VOLUME.
Grazie alla sempre gradita presa jack PREAMP OUT,
comunque, è possibile escludere lo stadio finale di bordo per mandare il
segnale a farsi amplificare da qualche altro finale esterno, solid state o
valvolare che sia, nel caso si necessiti di maggiore potenza.
Tra il premplificatore e il finale di potenza c'è
il circuito del SEND/RETURNv (serie), al quale, in una testata che si rispetti,
si affidano tipicamente gli effetti di modulazione. Il circuito è dotato di un
potenziometro EFFECTS LEVEL, che verrà posizionato sul retro della mini
testata. Nel caso il circuito S/R non verrà utilizzato, sarà possibile
bypassarlo (con un collegamento true bypass) tramite uno switch a levetta,
anch'esso posizionato sul pannello posteriore.
E' sempre meglio evitare che il segnale passi inutilmente attraverso
un circuito ulteriore, per quanto accurato e neutrale esso possa essere,
qualora ciò si renda possibile.
Facendo un altro passo a ritroso nel percorso del
segnale si trova uno dei quattro canali del preamplificatore: A, B, C o
D... a seconda di quale sia stato selezionato tramite il remote control a
pedalino.
Notate che non ho scritto "canale
pulito" e "canale overdrive", ma canali A / B / C / D, in quanto
a fare la differenza tra i quattro non è la quantità di gain, ma il
dimensionamento dei diversi resistori e condensatori che compongono ognuna
delle reti tone stack. Ciò procura impronte timbriche differenti tra i canali,
tanto con i suoni puliti che con i distorti.
I quattro canali sono completamente indipendenti e dotati ognuno del proprio tone stack. Questi ultimi hanno in comune, comunque,
il numero e tipo di controlli adottati che vogliono mettere, nelle mani
dell'utente, strumenti quanto più versatili per disegnare i profili timbrici
ricercati, cioè i controlli: BASS, MID, TREBLE, SLOPE, VOLUME (tutti a manopola), TREBLE SHIFT e
BRIGHT (switchs a levetta).
Andando ancora a ritroso nel percorso del segnale
troviamo lo stadio d'ingresso, presidiato da una ECC83 / 12AX7, che è l'unico a restare sempre in funzione, con tutti e quattro i canali.
Questo stadio è la più importante particolarità
dell'amplificatore (anche se non è certamente l'unica), in quanto la
configurazione circuitale adottata lo rende insolitamente prestante, almeno nel
mondo dell'amplificazione tradizionale per chitarra elettrica e il quale, in
soldoni, fa in modo che:
- il tocco e la dinamica siano a livelli da record;
- i suoni puliti siano brillanti, netti, profondi e
spaziali allo stesso tempo, mentre anche i dostorti più spinti abbiano una
struttura timbrica pastosa e granitica, consonante, che rimane tale ad OGNI
LIVELLO DI VOLUME e resta comunque incontaminata da "zanzare" anche
ai volumi più bassi(!).
La silenziosità intrinseca di questo stadio è
dovuta, ancora, al tipo di circuito adottato, ma anche al fatto che il
filamento della sensibile ECC83 sia acceso con una tensione continua e
stabilizzata (quindi anche molto ben filtrata). Notate che se lo stadio
d'ingresso produce rumore, questo viene amplificato, insieme al segnale utile,
da tutti gli altri stadi amplificatori posti in cascata successivamente...
Io non ho scoperto l'acqua calda. Un qualsiasi
tecnico elettronico degno di questo nome dovrebbe capire immediatamente a quali
configurazioni circuitali ho fatto ricorso. Piuttosto, è un peccato (non per
me, però...) che la quasi totalità del costruttori, anche "boutique",
preferisca riscaldare sempre le stesse minestre circuitali ultracinquantenni e
che il chitarrista medio (e non solo…) non se ne renda conto perché non ha
termini di paragone per poterlo fare.
Uno dei migliori stadi d'ingresso che abbia mai
conosciuto, parlando sempre di amplificatori valvolari per chitarra, è stato
quello della Soldano SLO. Le sue migliori prestazioni, anche nella quantità di
gain garantito, sono dovute al fatto che invece del solito resistore anodico da
100K, Soldano ne abbia impiegato uno da ben 220K. Peccato che, così facendo
abbia incrementato notevolmente anche il livello di rumorosità dell’intera
testata... Lo stadio d’ingresso delle Task Force Head, invece, non ha un
resistore anodico "maggiorato", ma vanta, piuttosto, una struttura
circuitale molto diversa e più complessa.
Lo stadio d’ingresso occupa un posto fondamentale
per la "salute" del segnale inviato dalla chitarra (e, probabilmente,
già processato da un pedalino di distorsione/overdrive). Deve amplificarlo ed equalizzarlo opportunamente, ma senza deturparlo né a livello dinamico, né a
livello armonico, né in quanto a coerenza temporale. Non è niente di scontato,
credetemi, e ancora una volta posso garantire, dati, anzi fatti alla mano, che
i circuiti tradizionali (minimalisti e quindi industrialmente vantaggiosi),
anche valvolari, lasciano a desiderare, come nel caso appena citato.
Ancora un ultimo passo a ritroso... ebbene si, la
Task Force ha ancora una carta vincente da calare sul tavolo... e troviamo, di
nuovo (sul pannello posteriore), quattro coppie di prese jack SEND/RETURN (una per canale), dedicate non
più agli effetti di modulazione, ma ad eventuali pedali overdrive o distorsori!
Un loop per pedali di distorsione in serie all’ingresso di ognuno dei quattro
canali del preamplificatore!
In questo modo, si possono utilizzare fino a
quattro overdrive o distorsori differenti per caratterizzare ognuno dei quattro
canali, senza la necessità di premere sul pedale stesso per disattivarlo quando
si cambia canale. A differenza di quanto si usa fare con gli amplificatori
tradizionali, nel qual caso UN pedale (o più di uno collegati in serie) è posto
all'ingresso non di UN solo canale, ma di tutto l'amplificatore.
Se nessun pedale di distorsione viene inserito
tra uno dei loop SEND/RETURN d'ingresso, questi si comporta come un corto
circuito, ovvero come se non esistesse. Quindi se nessun pedale viene inserito
in nessuno dei quattro SEND/RETURN d'ingresso, è come se questi non esistessero
e il segnale esterno andrà direttamente allo stadio d'ingresso (avente 1Mohm di
impedenza) del canale selezionato tramite il footswitch. Ne consegue un
comportamento da canale CLEAN, che può comunque essere elaborato tramite gli
effetti di modulazione che possono essere inseriti del loop effetti classico
(di tipo serie) posto tra preamp e stadio di potenza.
La manopola del VOLUME è presente in ognuno dei
quattro canali, ma per quanto possa modificare leggermente la saturazione del segnale, non
è progettata per arrivare all’overdrive vero e proprio. Si tratta di una scelta
politica, dettata dal fatto che queste testate sono concepite per sfruttare al
meglio i propri pedali di distorsione, spesso eccellenti ma ai quali non viene
reso merito dalla maggior parte degli amplificatori commerciali (e vi pare poco?). Le
testate che saranno dotate di controlli del GAIN capaci di arrivare ad
overdrive anche molto spinti saranno interamente valvolari e già in fase di sviluppo
ma… che tarderanno ancora un po' ad essere presentate.
Adesso mi tocca spendere due parole anche sul
sistema di commutazione dei canali.
Il pedale di commutazione ha tre footswich ed è
collegato alla testata tramite un cavo jack. Sul frontale della testata saranno
presenti quattro diodi LED di colori diversi (uno rosso, altro verde, uno
giallo, uno blu), per indicare visivamente quale canale sia stato attivato.
Il footswitch in posizione centrale servira a
selezionare il banco, cioè canali A / B oppure C / D. Il footswitch sinistro
servirà per scegliere tra il canale A e il B, mentre il footswitch destro per segliere
tra C e D. L’esecuzione di detti comandi è affidata ad una logica a relé, che
personalmente preferisco ai fotoaccoppiatori.
Riassumendo, ognuno dei quattro canali avrà un
proprio corredo di:
- circuito SEND/RETURN d'ingresso;
- tone stack con controlli SLOPE, BASS, MID,
TREBLE, TREBLE SHIFT, BRIGHT e VOLUME.
Dopo il preamplificatore seguono, in successione:
il loop effetti, bypassabile e dotato di manopola EFFECTS LEVEL; la presa jack
PREAMP OUT; il controllo MASTER VOLUME; lo stadio di potenza solid state.
A presto!
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