lunedì 19 ottobre 2015

SERVIZIO DI ASSEMBLAGGIO E MESSA A PUNTO E/O ELABORAZIONE DEI CLONI SOLDANO SLO 50 E 100.






Posso vantare una certa esperienza specifica su questa testata, avendo dovuto studiarne il progetto alla perfezione per poter scovare e riparare gli errori di montaggio commessi da un amico chitarrista che si è autocostruito una replica della SLO 100.
Posso anche affermare tranquillamente di conoscerla come le mie tasche, a parte l'esperienza acquisita, negli anni, nello sviluppo e realizzazione di amplificazioni audio (per chitarra e Hi Fi) valvolari in particolare. Anche le riparazioni effettuate su combo e testate, per conto di alcuni amici, sono state per me istruttive, soprattutto una fonte di riflessione su certi concetti, che riprenderò in un altro articolo dedicato.
Nella circuitazione dell'esemplare di SLOCLONE visibile nelle foto trovai qualche saldatura fredda in alcuni punti “strategici” e incasinamento del circuito che si occupa della commutazione dei canali, quello con i fotoaccoppiatori o LDR.
Sono in grado anche di apportare collaudate modifiche e migliorie sulla circuitazione, per chi lo desidera, di cui la più "conservativa" è sicuramente la luce del "POWER ON", che cambia colore ogni cinque secondi passando gradualmente dal blu al verde al rosso (vedi le foto in altri articoli di questo blog).

                                  

                                 
                   
                         
                           QUESTO ANNUNCIO E' RIVOLTO AI CHITARRISTI CHE:


- sono, comprensibilmente, innamorati delle prestazioni e potenzialità di queste costose testate hi-gain, ma intendono trovare, comunque, una strada alternativa ma sicura e affidabile per entrare in possesso di un esemplare senza dover accendere un mutuo ventennale (o giù di lì...);


- sono in grado di procurarsi, principalmente tramite internet (consiglio informarsi tramite www.slocloneforum.com ), tutta la componentistica necessaria all'assemblaggio di un esemplare (chassis, trasformatori vari, PCB, valvole, condensatori, resistori, potenziometri, manopole, fotoaccoppiatori ecc. ecc.);


- non hanno esperienza sufficiente nel montaggio e messa a punto di circuiti elettronici, specialmente valvolari (che sono anche pericolosi, viste le elevate tensioni di alimentazione in gioco);


- sono disposti a sborsare la cifra, insindacabile, di 250 euro (eventuali spese aggiuntive a parte, da concordare comunque preventivamente) per fare in modo che un insieme di componenti separati si trasformino nella testata dei sogni, perfettamente funzionante, messa a punto, affidabile e bensuonante. Il pagamento, in contanti, si effettua al momento del ritiro dell'amplificatore, dopo averlo, ovviamente, collaudato per bene.

- si sono temerariamente cimentati nel tentativo di autocostruzione, ma alla fine si sono verificati dei problemi “misteriosi” che non permettono all’amplificatore di funzionare decentemente (magari emette solo qualche rumore strano e/o si è bruciata pure qualche valvola) e non riescono a venirne a capo.

- possiedano già una SLO 50 o 100, originale o clonata e, sapendo quali vantaggi comporta (a cominciare dall’addio a qualsiasi accenno di bassi gonfi e/o rigurgitanti) hanno l’acquolina in bocca e desiderano farne elaborare lo stadio di potenza per convertirlo dalla configurazione “(1) 6L6 o EL34 connesse a pentodo + (2) una ECC83/12AX7 nello stadio sfasatore/pilota + (3) anello di controreazione o NFB che dir si voglia coinvolgente l’insieme TU/stadio di potenza/stadio sfasatore-pilota”
       alla configurazione

“(1) 6L6 o EL34 connesse a triodo + (2) una valvola a scelta tra ECC82/12AU7 o ECC99 o 6CG7 o 12BH7 nello sfasatore/pilota + (3) eliminazione del nefasto anello di NFB, non più necessario nel nuovo assetto circuitale”. Per la sola elaborazione appena descritta il costo è di 130 euro + l’importo della nuova valvola pilota, a meno che non mi venga fornita dal committente. NOTA (1)
Per chi desidera l’assemblaggio dell’amplificatore richiedendo direttamente l’assetto a triodo, il costo complessivo è di 300 euro, tutti i componenti a parte, come sopra. NOTA (2)

- sono felici possessori di una SLO (o SLO CLONE) ma vorrebbero che risultasse meno rumorosa.
Posso apportare delle migliorie ai circuiti di alimentazione e, in particolare, implementare un'alimentatore in corrente continua (DC) per le ECC83 preamplificatrici.


Quando mi viene consegnata la componentistica procedo al controllo, con schema elettrico alla mano e insieme al committente, della presenza di tutti i componenti necessari ed effettuo anche un veloce test sui trasformatori NOTA (3), (tramite il multimetro) per verificare che siano funzionanti.
Il servizio comprende, senza spese aggiuntive, una serie di controlli periodici ed eventuale ritaratura del bias da concordare (ci tengo che l'utente possa usufruire sempre e con piena soddisfazione della propria SLOCLONE... a vantaggio anche mio, come pure per la mia soddisfazione).


In questo modo, con un migliaio di euro di spesa in totale, o forse meno, è possibile portarsi a casa l'equivalente di un oggetto che, comprato direttamente in un negozio di strumenti musicali, costerebbe molto, ma molto di più.


                                    CHI FOSSE INTERESSATO PUO' CONTATTARMI:


- ai numeri 340/9198591 o 333/3576456; (NON PIU' ATTIVI, FORNISCO, EVENTUALMENTE, QUELLO ATTUALE DOPO I PRIMI CONTATTI VIA EMAIL).
- all'indirizzo email asar.amplification@gmail.com

Abito a Cassino (FR).


No perditempo, per favore. Non devo convincervi io, ma dovete già essere decisi a commissionare il lavoro, quando mi contattate.
NOTA (1): In merito al perché la quasi totalità delle testate in circolazione ha le finali connesse a pentodo e perché un riassetto profondo dello stesso che inizi con la loro connessione a triodo comporti dei vantaggi sonici innegabili (al prezzo di una modesta perdita della esuberante potenza disponibile, se il tutto è ben congegnato), lo spiegherò dettagliatamente e con un linguaggio il più possibile chiaro a tutti in un altro articolo di questo blog, intitolato “CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI GENERALI SUGLI STADI DI POTENZA DEGLI AMPLIFICATORI VALVOLARI PER CHITARRA ELETTRICA”.
NOTA 2: Faccio notare che i controlli DEPHT e PRESENCE sono entrambi legati al succitato anello di controreazione che coinvolge il TU, lo stadio di potenza e lo stadio sfasatore/pilota. Essi espletano i loro effetti proprio andando a variare il tasso percentuale della controreazione stessa. Siccome la controreazione o NFB, come ho già spiegato non è prevista nel riassetto dello stadio di potenza a triodi perché ci azzecca come il pieno di gasolio nel serbatoio di una vettura da Formula 1, le due manopole corrispondenti non restano inutilizzate, ma le trasformo in due controlli che aumentano non poco la versatilità del tone stack. Uno produce un effetto in buona parte simile a quello del DEPHT ed è ispirato direttamente dal controllo SWEEP presente in uno dei canali del preamp della Marshall JCM 2000. L’altro, invece, produce un ampliamento del range di frequenze di competenza del controllo TREBLE, che così va a sconfinare nella regione delle medie frequenze, esattamente come un TREBLE SHIFT. Però è graduale, invece che ON/OFF. E’ ovvio che ognuna delle due manopole ha una posizione nella quale il controllo è come se non ci fosse! Scusate se è poco.

NOTA (3): E' opportuno rassicurarvi che, per chi decide di far elaborare lo stadio di potenza con le finali connesse a triodo + ECC82 (o altra tra quelle già indicate sopra) + eliminazione della NFB, ho ottenuto, non solo nel caso della SLOCLONE, ottimi risultati sonici continuando ad utilizzare lo stesso trasformatore di alimentazione e lo stesso trasformatore di uscita già forniti nella configurazione classica. Quindi non è assolutamente il caso di sostituirli (è anche merito della messa a punto circuitale).


                                        INDICE DEGLI ARTICOLI DEL MIO BLOG:


Alcune considerazioni e consigli aggiuntivi, anche per chi vuole comunque fare da sé. Non chiedetemi dove reperire la componentistica dedicata ai cloni della SLO, perché non mi sono mai occupato di procurarmeli visto che a me la testata fu consegnata già assemblata. Esiste lo SLOCLONE FORUM dove informarsi e comunque l'argomento è molto trattato in internet. Io ho i miei fornitori di trasformatori su specifiche ed altra componentistica, ma si tratta di progetti interamente miei, non di repliche. Per quanto riguarda resistori, potenziometri, condensatori e fotoaccoppiatori io mi servo da banzaimusic, RS Component e Vintage Hi Fi e possono soddisfare egregiamente anche buona parte delle esigenze dei progetti SLOCLONE.
Per esperienza vi consiglio vivamente due cose, se decidete di avventurarvi in questo progetto:
- procuratevi zoccoli portavalvole ceramici e dorati, perché quelli più economici possono dare spesso problemi di affidabilità;
- optate per le versioni con PCB che impiegano cinque fotoaccoppiatori (LDR's) piuttosto che quelle a quattro, per non avere problemi di interferenze chiaramente percettibili (feeding) tra il canale e LEAD e quello CLEAN/CRUNCH;
Le saldature, comprensibilmente, devono essere eseguite a regola d'arte, quindi dovete saperle fare davvero, senza considerare tutto il resto. E' una testata valvolare, non un kit per tecnici elettronici della domenica... Nemmeno certi kit semplici proposti da Nuova Elettronica funzionavano se si sbagliava qualcosa.
Per quanto riguarda la scelta delle valvole consiglio vivamente quelle di produzione russa, per inciso Sovtek, Electro Harmonix e Svetlana. Io mi ci trovo benissimo e praticamente compro solo EH e Svetlana, a seconda del tipo di valvola. Anche le Tesla sembrano davvero niente male.

Inoltre, se non siete sicuri o già sapete di non essere in grado di portare a termine il progetto da soli, non iniziate l'assemblaggio tanto per divertirvici un po' o perché sapete di aver trovato chi, tanto, ci penserà a rimettere a posto le cose... perché le cose, è vero, si possono certamente rimettere a posto come se non fosse successo niente, ma il tempo impiegato e i costi relativi possono aumentare non poco.
Comunque, cari lettori,  avere a che fare con la SLO 100 con le 6L6 riconfigurate a triodo (insieme al resto del riassetto circuitale che ho descritto sopra) è stata davvero una delle esperienze più sconvolgenti e coinvolgenti che siano capitate ai miei esigenti timpani. Penso che raramente possa capitare di meglio tra le mani di un chitarrista rockettaro (raramente parlando di oggetti commerciali o immediatamente derivati, non di amplificatori Artigianali).
Provate per credere. Non ve ne pentirete!




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AlterSonusAudioResearch (ASAR) - CASSINO (FR)


sabato 17 ottobre 2015

TASK FORCE HEAD: MINI TESTATA A QUATTRO CANALI INDIPENDENTI, CON UNA ECC83 / 12AX7 NEL PREAMPLIFICATORE E STADIO DI POTENZA SOLID STATE DA 25 O DA 50 WATT.

                                                                     PREAMBOLO

Articolo ancora in fase di stesura (come, pure, il prototipo della testata) ma, nel frattempo, le carte in tavola sono cambiate e neanche di poco!
Doveva essere una testatina completamente solid state con un LM386 come finale di "potenza". I risultati erano anche incoraggianti... talmente tanto che il progettino iniziale, alla fine, si è rivelato un ottimo aperitivo per stuzzicarmi l'appetito. In qualche modo, infatti, l'idea di partenza era quella di fare un oggettino che rappresentasse una sorta di evoluzione del Noisy Cricket. Per uno che, però, è impegnato da anni nello sviluppo e realizzazione di super testate completamente valvolari senza compromessi (cercando di superare i limiti tipici delle poche, solite circuitazioni bollite e ribollite in tutte le salse da cinquant'anni), sviluppare un biglietto da visita così modesto, smania a parte, non rappresentava proprio il massimo.

Un prodotto rompighiaccio, possibilmente, se da una parte deve tenersi quanto più lontano dai costi dei progetti senza compromessi, d'altro canto deve pur avvicinarvisi e rappresentarli, in termini di prestazioni, al meglio possibile e nei limiti del possibile anche a livello timbrico.

Fatto sta che il nuovo progetto della Task Force, pur essendo ancora più task force di prima, non c'entra praticamente più niente con quello iniziale.

 Concludo il discorso introduttivo con alcune considerazioni personali riguardanti cosa intendo io per mini testata, ovvero i requisiti che ritengo sensati per una piccola testata, la quale oltre alle dimensioni fisiche compatte (nei limiti del fattibile) e alla potenza erogabile, abbia anche un prezzo decisamente inferiore rispetto alle testate valvolari tradizionali. Queste caratteristiche sembrano averle, almeno a prima vista, anche la stragrande maggioranza degli oggetti proposti sul mercato da tutte le parti ma, andando al sodo, voi che ne avete comprato almeno una, da 0 a 100 quanto ne siete rimasti soddisfatti, tenendo come punto di riferimento l'appagamento consentito da una buona testata valvolare "full size" a due o tre canali?

La sfida intrapresa con lo sviluppo di queste testate (differenti solo per le potenze di uscita), alla fine, sta nel voler raggiungere da un lato un livello di qualità sonora elevato, e dall'altro praticità e versatilità non comuni e che non lascino rimpiangere i simulatori digitali pur facendo ricorso ad una circuitazione interamente analogica.

Spero che il giorno in cui qualche utente vorrà scrivere una recensione su questa mini testata, nelle sue parole non ci saranno più i tanti, troppi, “purtroppo” tipici del chitarrista che, qualche volta, descrive addirittura più motivi di delusione di quanti non siano quelli di soddisfazione del prodotto che ha acquistato e collaudato.


                                                   STRUTTURA DEL PROGETTO

Iniziamo... dalla fine, cioè dallo stadio finale o stadio di potenza che dir si voglia.
L'integrato che ho scelto, come anticipato, non è più l'LM386. Dapprima ho pensato di rimpiazzarlo col ben più potente TDA 2003 (che dovrebbe fornire almeno una decina di Watt), poi mi sono convinto di impiegare il TDA 2050 (che esteriormente è identico al 2003) per una versione da 25 Watt e il più impegnativo LM 3876 per una versione "maxi" da ben 50 Watt. Considerando le elevate sensibilità ed efficienze degli altoparlanti largabanda tipici dei diffusori (casse) per chitarra, che anche grazie alla generale assenza di filtri cross over garantiscono pressioni sonore già di tutto rispetto, si tratta di potenze abbastanza sostanziose. Tanto più se si tiene presente che il TDA 2050 e l'LM 3876 vendono impiegati anche nel settore Hi Fi, dove devono vedersela con diffusori acustici tipicamente di una decina di dB meno sensibili di quelli destinati alla chitarra elettrica.  A proposito di queste ultime, comunque, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le pressioni sonore più elevate si ottengono quando, dato un determinato altoparlante, se ne collegano quattro in serie/parallelo, come nel caso delle casse 4 x 12. Rispetto all'altoparlante singolo, infatti, si ottengono ben 6 db/W/m in più, cioè circa il doppio della pressione acustica (a parità di potenga assorbita) anche se l'impedenza della cassa è rimasta la stessa!

All'ingresso dello stadio di potenza è posto il controllo a manopola MASTER VOLUME.

Grazie alla sempre gradita presa jack PREAMP OUT, comunque, è possibile escludere lo stadio finale di bordo per mandare il segnale a farsi amplificare da qualche altro finale esterno, solid state o valvolare che sia, nel caso si necessiti di maggiore potenza.

Tra il premplificatore e il finale di potenza c'è il circuito del SEND/RETURNv (serie), al quale, in una testata che si rispetti, si affidano tipicamente gli effetti di modulazione. Il circuito è dotato di un potenziometro EFFECTS LEVEL, che verrà posizionato sul retro della mini testata. Nel caso il circuito S/R non verrà utilizzato, sarà possibile bypassarlo (con un collegamento true bypass) tramite uno switch a levetta, anch'esso posizionato sul pannello posteriore.

E' sempre meglio evitare che il segnale passi inutilmente attraverso un circuito ulteriore, per quanto accurato e neutrale esso possa essere, qualora ciò si renda possibile.

Facendo un altro passo a ritroso nel percorso del segnale si trova uno dei quattro canali del preamplificatore: A, B, C o D... a seconda di quale sia stato selezionato tramite il remote control a pedalino.

Notate che non ho scritto "canale pulito" e "canale overdrive", ma canali A / B / C / D, in quanto a fare la differenza tra i quattro non è la quantità di gain, ma il dimensionamento dei diversi resistori e condensatori che compongono ognuna delle reti tone stack. Ciò procura impronte timbriche differenti tra i canali, tanto con i suoni puliti che con i distorti.

I quattro canali sono completamente indipendenti e dotati ognuno del proprio tone stack. Questi ultimi hanno in comune, comunque, il numero e tipo di controlli adottati che vogliono mettere, nelle mani dell'utente, strumenti quanto più versatili per disegnare i profili timbrici ricercati, cioè i controlli: BASS, MID, TREBLE, SLOPE, VOLUME (tutti a manopola), TREBLE SHIFT e BRIGHT (switchs a levetta).
Andando ancora a ritroso nel percorso del segnale troviamo lo stadio d'ingresso, presidiato da una ECC83 / 12AX7, che è l'unico a restare sempre in funzione, con tutti e quattro i canali.
Questo stadio è la più importante particolarità dell'amplificatore (anche se non è certamente l'unica), in quanto la configurazione circuitale adottata lo rende insolitamente prestante, almeno nel mondo dell'amplificazione tradizionale per chitarra elettrica e il quale, in soldoni, fa in modo che:

- il tocco e la dinamica siano a livelli da record;
- i suoni puliti siano brillanti, netti, profondi e spaziali allo stesso tempo, mentre anche i dostorti più spinti abbiano una struttura timbrica pastosa e granitica, consonante, che rimane tale ad OGNI LIVELLO DI VOLUME e resta comunque incontaminata da "zanzare" anche ai volumi più bassi(!).
La silenziosità intrinseca di questo stadio è dovuta, ancora, al tipo di circuito adottato, ma anche al fatto che il filamento della sensibile ECC83 sia acceso con una tensione continua e stabilizzata (quindi anche molto ben filtrata). Notate che se lo stadio d'ingresso produce rumore, questo viene amplificato, insieme al segnale utile, da tutti gli altri stadi amplificatori posti in cascata successivamente...
Io non ho scoperto l'acqua calda. Un qualsiasi tecnico elettronico degno di questo nome dovrebbe capire immediatamente a quali configurazioni circuitali ho fatto ricorso. Piuttosto, è un peccato (non per me, però...) che la quasi totalità del costruttori, anche "boutique", preferisca riscaldare sempre le stesse minestre circuitali ultracinquantenni e che il chitarrista medio (e non solo…) non se ne renda conto perché non ha termini di paragone per poterlo fare.
Uno dei migliori stadi d'ingresso che abbia mai conosciuto, parlando sempre di amplificatori valvolari per chitarra, è stato quello della Soldano SLO. Le sue migliori prestazioni, anche nella quantità di gain garantito, sono dovute al fatto che invece del solito resistore anodico da 100K, Soldano ne abbia impiegato uno da ben 220K. Peccato che, così facendo abbia incrementato notevolmente anche il livello di rumorosità dell’intera testata... Lo stadio d’ingresso delle Task Force Head, invece, non ha un resistore anodico "maggiorato", ma vanta, piuttosto, una struttura circuitale molto diversa e più complessa.

Lo stadio d’ingresso occupa un posto fondamentale per la "salute" del segnale inviato dalla chitarra (e, probabilmente, già processato da un pedalino di distorsione/overdrive). Deve amplificarlo ed equalizzarlo opportunamente, ma senza deturparlo né a livello dinamico, né a livello armonico, né in quanto a coerenza temporale. Non è niente di scontato, credetemi, e ancora una volta posso garantire, dati, anzi fatti alla mano, che i circuiti tradizionali (minimalisti e quindi industrialmente vantaggiosi), anche valvolari, lasciano a desiderare, come nel caso appena citato.


Ancora un ultimo passo a ritroso... ebbene si, la Task Force ha ancora una carta vincente da calare sul tavolo... e troviamo, di nuovo (sul pannello posteriore), quattro coppie di prese jack SEND/RETURN (una per canale), dedicate non più agli effetti di modulazione, ma ad eventuali pedali overdrive o distorsori! Un loop per pedali di distorsione in serie all’ingresso di ognuno dei quattro canali del preamplificatore!

In questo modo, si possono utilizzare fino a quattro overdrive o distorsori differenti per caratterizzare ognuno dei quattro canali, senza la necessità di premere sul pedale stesso per disattivarlo quando si cambia canale. A differenza di quanto si usa fare con gli amplificatori tradizionali, nel qual caso UN pedale (o più di uno collegati in serie) è posto all'ingresso non di UN solo canale, ma di tutto l'amplificatore.

Se nessun pedale di distorsione viene inserito tra uno dei loop SEND/RETURN d'ingresso, questi si comporta come un corto circuito, ovvero come se non esistesse. Quindi se nessun pedale viene inserito in nessuno dei quattro SEND/RETURN d'ingresso, è come se questi non esistessero e il segnale esterno andrà direttamente allo stadio d'ingresso (avente 1Mohm di impedenza) del canale selezionato tramite il footswitch. Ne consegue un comportamento da canale CLEAN, che può comunque essere elaborato tramite gli effetti di modulazione che possono essere inseriti del loop effetti classico (di tipo serie) posto tra preamp e stadio di potenza.
La manopola del VOLUME è presente in ognuno dei quattro canali, ma per quanto possa modificare leggermente la saturazione del segnale, non è progettata per arrivare all’overdrive vero e proprio. Si tratta di una scelta politica, dettata dal fatto che queste testate sono concepite per sfruttare al meglio i propri pedali di distorsione, spesso eccellenti ma ai quali non viene reso merito dalla maggior parte degli amplificatori commerciali (e vi pare poco?). Le testate che saranno dotate di controlli del GAIN capaci di arrivare ad overdrive anche molto spinti saranno interamente valvolari e già in fase di sviluppo ma… che tarderanno ancora un po' ad essere presentate.

Adesso mi tocca spendere due parole anche sul sistema di commutazione dei canali.

Il pedale di commutazione ha tre footswich ed è collegato alla testata tramite un cavo jack. Sul frontale della testata saranno presenti quattro diodi LED di colori diversi (uno rosso, altro verde, uno giallo, uno blu), per indicare visivamente quale canale sia stato attivato.
Il footswitch in posizione centrale servira a selezionare il banco, cioè canali A / B oppure C / D. Il footswitch sinistro servirà per scegliere tra il canale A e il B, mentre il footswitch destro per segliere tra C e D. L’esecuzione di detti comandi è affidata ad una logica a relé, che personalmente preferisco ai fotoaccoppiatori.



Riassumendo, ognuno dei quattro canali avrà un proprio corredo di:



- circuito SEND/RETURN d'ingresso;


- tone stack con controlli SLOPE, BASS, MID, TREBLE, TREBLE SHIFT, BRIGHT e VOLUME.
Dopo il preamplificatore seguono, in successione: il loop effetti, bypassabile e dotato di manopola EFFECTS LEVEL; la presa jack PREAMP OUT; il controllo MASTER VOLUME; lo stadio di potenza solid state.



A presto!


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giovedì 15 ottobre 2015

AMARCORD: ALCUNE DELLE REALIZZAZIONI MEGLIO RIUSCITE DEGLI ANNI PASSATI

Qualche "chicca" del passato, da cui ebbi belle soddisfazioni.



             Finale di potenza mono, valvolare, ASSO DI PICCHE (ACE OF SPADES, per gli anglofoni)



Il primo amplificatore valvolare che ho costruito, una quindicina di anni fa, è stato il finale stereo Hi Fi con due EL34 da 8W per canale, proposto in kit dalla compianta rivista Nuova Elettronica. E' stato la mia prima "nave scuola" e non ebbi nemmeno la compiacenza di scattargli una foto ricordo! Adesso non sarebbe possibile fotografarlo perché l'ho smontato e "cannibalizzato" anni fa, ma non è detto che, prima o poi, non trovi il tempo di riassemblarlo.
Il "qui presente" Asso, autoprogettato, invece, è stato il secondo in ordine cronologico, ed era ancora un classe A obbligata (altrimenti detto single ended, con una sola valvola nello stadio di potenza).
Suonava decisamente meglio del kit di NE, e non solo perché il finale di potenza era realizzato intorno a Sua Eccellenza la 300B (per me il migliore fra i triodi di potenza a riscaldamento diretto per impiego audio)...
Lo stadio pilota era realizzato con due Philips 5814A (una versione della ECC82/12AU7) le cui due sezioni di ognuna erano collegate in parallelo. Le due valvole erano poi collegate tra loto in SRPP e direttamente con la 300B, senza condensatori o trasformatori di mezzo. Tutti e tre i filamenti erano accesi con tensioni continue e stabilizzate (a 6,3V le ECC82 e a 5V la 300B), infatti gli integrati stabilizzatori per i filamenti delle ECC82 si vedono in primo piano montati sulle rispettive alette di raffreddamento, mentre l'aletta dell'integrato che alimentava il filamento della 300B Electro Harmonix Gold si intravede nella parte posteriore.
Lo provai, insieme ad un amico chitarrista, con un preamp Marshall JMP-1 e una 4 x 12 con i Celestion Vintage 30. L'esperienza fu indimenticabile (!)... in senso positivo! 
Infatti il suono di questo finale, caldo, raffinato, spaziale ma allo stesso tempo diamicissimo, dettagliato e smorzato in tutto il range di potenza disponibile (altra differenza basilare con i soliti push pull controreazionati a pentodi, che a basso volume tendono spiù che altro a zanzarare), contribuì in modo determinante a far uscire dai quattro altoparlanti una "crema" gustosa e genuina che non è facile da trovare in giro (provare per credere, sto realizzando un nuovo finale, ancora più evoluto, che fa parte del progetto Voyager X e può essere equipaggiato, udite udite, sia con la 300B che con 6550, a scelta).
Non credo, comunque, di essere stato il primo ad aver inserito un finale dalla risposta lineare (per quanto possibile...) e Hi Fi in un sistema di amplificazione per chitarra elettrica...
La potenza misurata a 1KHz dell'Asso di Picche era di 13W RMS (circa 25W musicali) ai primi cenni di clipping. Può sembrare poco, ma alzando il volume tramite il JMP-1, quella volta a casa del mio amico, cominciavano letteralmente a tremare i muri, anche se i nostri timpani non soffrivano affatto, anzi...







Questo, invece, è il preamplificatore che avrebbe dovuto dare, nelle mie intenzioni, un significato al nome "Grand Slam", che poi ha meritato il clean booster (pur sempre un preamplificatore) che porta lo stesso nome ed è presentato in un apposito post di questo blog.
Lo realizzai su richiesta di un amico, lo stesso che mi diede da "taroccare" il Fender Hot Rod De Ville e possiede anche un Hot Rod De Luxe che, invece, conserva in versione originale e mi ha fatto soltanto revisionare e riparare (a causa delle alte tensioni in gioco si erano staccate alcune saldature sotto gli zoccoli delle 6L6 rendendo il contatto elettrico labile, ci volle poco a trovare l'inghippo e risolverlo).
Questo chitarrista cercava un qualcosa che potesse dargli un'alternativa tonale a quella dei già ottimi e caratteristici preamplificatori di bordo dei suoi combo Fender.
Come distorsione usa anche un Tube Screamer, quindi non era strettamente necessario preparargli un preamp a due canali...
Fu così che colsi l'occasione per sperimentare, evolvendolo a modo mio, il progetto di un preamplificatore che avevo sempre ammirato per la bontà congiunta alla relativa semplicità circuitale: l'Alembic F-2B, che tra l'altro va benone sia con la chitarra che con il basso elettrici (a sentire la Alembic va bene anche per i violini e c'è chi lo usa con lo stick).
Fu la prima volta che misi su una serigrafia per una delle mie realizzazioni e non venne un granché bene, come si può vedere dalla foto, perché l'amico era impaziente di averlo e mi mise una certa fretta.
Sempre dalla foto si riconoscono i controlli dell'F-2B, cioè BASS, MID, TREBLE, BRIGHT e VOLUME. Si vede anche che ho aggiunto il CONTOUR e il TREBLE SHIFT, quest'ultimo, in perfetto stile Mesa Boogie, serve a spostare la banda di intervento del controllo TREBLE verso la zona delle medie frequenze. Il CONTOUR, invece, è un parametrico che agisce rendendo più profonde o, al contrario, asciugando tutta la banda di frequenze che vanno dai bassi più profondi alla zona dei medi, come in uno dei canali della Marshall JCM 2000. Il controllo, se tenuto a metà corsa della manopola (o zero), è come se non ci fosse.
Queste sono delle soluzioni aggiuntive che rendono più versatile il preamp, ma non è questo il suo vero asso nella manica.
Non lo è nemmeno il fatto che è stato realizzato intorno ai JFET e non intorno alla ECC83 (ma sfiderei chiunque non lo sapesse a indovinare la verità, come ho già fatto con altri progetti realizzati a JFET e si stentava a credere che non si trattasse di valvole).
Sul perché impiego spesso, ma non sempre, gli amati JFET (piccoli triodi a stato solido, come ama chiamarli qualcuno) al posto delle valvole in alcuni progetti l'ho spiegato nel post dedicato all'overdrive/distorsore Shocking Velvet e quindi non lo ripeterò.
Il circuito è, comunque, più sofisticato di quello dell'Alembic F-2B, anche se l'ho realizzato in versione mono e non necessita degli alimentatori stabilizzati per l'accensione dei filamenti che altrimenti avrei implementato se avessi usato le valvole. Infatti, tra l'altro, anche per altri motivi, questo preamplificatore non fa sentire alcun ronzìo, ma soltanto un po' di fruscìo col volume al massimo. E' anche vero che l'inevitabile fruscìo, congenito a qualsiasi elemento attivo, valvole comprese, è più basso nei JFET che nei transistor bipolari.
L'amico impiega il preamp collegandolo tra la chitarra e la presa POWER AMP IN  dei suoi combo Fender, anzi, più propriamente, tra il pedale Tube Screamer e i power amp in.
L'alternativa ai preamp di bordo c'e', ed è una vera... alternativa. 
I risultati timbrici e dinamici sono più che soddisfacenti sia col suono pulito che col distorsore attivato e, su richiesta, potrei anche replicarne qualche esemplare, realizzando. ovviamente, una serigrafia più decente...


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domenica 11 ottobre 2015

SHOCKING VELVET - ALL JFET OVERDRIVE PEDAL

Stato attuale: prototipo completato oggi, 11/10/2015. Realizzazione del primo esemplare ufficiale presumibilmente entro il prossimo Novembre.


Alimentazione: 12VDC, tramite alimentatore fornito insieme al pedale.


Cablaggio: su PCB, true bypass.


Controlli: a manopola: GAIN. BASS, MIDDLE, TREBLE, LEVEL. a switch: BRILLIANCE,
TASTE.


Che i JFET (Junction Field Effect Transistor) abbiano un carattere sonico molto simile a quello dei triodi, ormai, lo avranno capito in molti. In pochi, invece, sapranno che a seconda del progetto circuitale, è possibile surclassare una cifra insospettabile di pedali e amplificatori valvolari.
Sono comunque d'accordo che il non plus ultra possa essere dato soltanto dai triodi, almeno in progetti con budget molto generosi, ma i transistori JFET hanno dalla loro parte una serie di innegabili vantaggi.
Forse vale la pena tentare di elencarli:


- ingombro nettamente minore dei nostri amatissimi triodi di segnale, come la ubiquitaria ECC83/12AX7 e colleghe della stessa forma e dimensioni, che, tra l'altro, alloggiano sempre due triodi distinti dentro uno stesso vetro, mentre i JFET "viaggiano da soli".


- sebbene anche le valvole possano essere saldate direttamente su un circuito stampato, normalmente necessitano di uno zoccolo, in quanto la loro vita è relativamente breve (dipende dal tipo di valvola e da come viene impiegata, ovviamente) e prima o poi devono essere sostituite.


- il costo di un JFET è una frazione della metà di una ECC83 e colleghe.


- il JFET non ha un filamento riscaldatore che necessita di essere acceso. Nella stragrande maggioranza degli amplificatori e pedali valvolari per chitarra (ma spesso anche in ambito Hi Fi) tale necessità viene fronteggiata collegando brutalmente ANCHE i filamenti delle valvole preamplificatrici ad elevato guadagno (gain o fattore di amplificazione in tensione), come la ECC83 ad un secondario dedicato del trasformatore di alimentazione (e quasi sempre tale avvolgimento secondario è uno soltanto per accendere TUTTE le valvole dell'amplificatore).
Arrivando una coppia di fili che trasportano i 6,3V ALTERNATI (AC) a 50Hz ai piedini che collegano il filamento della valvola, è normale che i vicinissimi piedini delle griglie controllo (quelle che ricevono il segnale da amplificare) captino, per induzione, anche questo segnale alternato a 50Hz che va a sommarsi al segnale utile, quello della chitarra, e insieme a questo viene amplificato.
Il fenomeno è tanto più marcato quanto più alto è il guadagno in tensione della valvola e quanto più la valvola è vicina all'ingresso dell'apparecchio, venendo il ronzìo amplificato in successione dagli stadi successivi (tranne gli inseguitori catodici e gli invertitori di fase a guadagno unitario).
In tutte le mie realizzazioni valvolari, infatti, le valvole preamplificatrici e pilota, come anche quelle di potenza a riscaldamento diretto (DHT), hanno, tassativamente, i filamenti accesi con tensioni continue e stabilizzate, come in tutti i sistemi di classe che rivendichino anche la denominazione di "Hi End".


- quando il numero di elementi attivi (in questo caso JFET) necessari per implementare un circuito diventa elevato, utilizzare le valvole significa spendere un patrimonio in valvole stesse, zoccoli (specie se sono ceramici con i piedini dorati, come uso io) alimentazioni anodiche ad alta tensione e filamenti.
Per realizzare lo Shocking Velvet Overdrive sono stati necessari una decina di JFET discreti (non è necessario dichiararne il numero esatto...)! Ammesso che realizzandolo con le valvole il progetto suoni davvero meglio, si dovrebbero impiegare ben 5 (o 6? o "solo" 4?) doppi triodi di segnale... e difficilmente sarebbe possibile alloggiare il tutto in un contenitore che possa rivendicare ancora la denominazione di "pedale"!
Inoltre, non credo neanche che, almeno io, riuscirei a fare il "miracolo" di poter offrire al pubblico un "pedale" siffatto per un prezzo di un centinaio di euro o poco più.
Piccola digressione a proposito: tenendosi più bassi possibile con i prezzi, non solo teoricamente si adattano i propri prodotti ad un numero maggiore di tasche, ma si sterilizza anche l'attività di quei pappafattisti che, per quanto bravi a replicare il lavoro fatto dagli altri, difficilmente potrebbero offrire le loro "copie fedeli" a prezzi concorrenziali. Siete d'accordo?

Per adesso non ho tempo di aggiungere altro, ma non finisce certo qui.


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