mercoledì 26 ottobre 2016

ASAR SPG6 BATTIPENNA PRECABLATO RED TORTOISE SSS MULTICONFIGURABILE

 Indirizzo del video di presentazione pubblicato su YouTube:  https://www.youtube.com/watch?v=XimGLwVSbok&t=229s


ASAR Strat Pick Guard mod. n°6






Rispetto alle cinque configurazioni di pickup tipiche di un SSS Strat tradizionale, questo offre anche le possibilità di:

1)   Collegare in serie il single coil al ponte con quello centrale, configurando così un humbucker a tutti gli effetti, tranne per il fatto che i tra due elementi intercorre una certa distanza fisica;
2)   Collegare in parallelo il pickup al manico con quello al ponte, configurazione normalmente possibile soltanto con i modelli tipo Telecaster;
3)   Collegare l’humbucker costituito dalla serie (centrale + ponte) in parallelo col single coil al manico.

Le configurazioni possibili tra i pickup, in questo battipenna, sono quindi otto in tutto.

Il volume ha un potenziometro da 500 KOhm logaritmico.
Il controllo del tono, unico per tutti i pickup, ha un potenziometro da 500 KOhm lineare e un condensatore in polipropilene da 22 nF.

Tranne la configurazione che vede in funzione il pickup al manico e quello al ponte connessi in parallelo (Tele style), tutte le altre combinazioni usufruiscono dell'effetto humbucking, essendo il single coil centrale RWRP rispetto agli altri due.
I single coil sono di tipo ceramico, di produzione industriale asiatica e li ho cerati tramite bagno in miscela di cera d’api e paraffina. Per cui, dopo aver espletato anche il collaudo del battipenna, posso garantire che sono esenti da problemi di microfonicità, anche ad alte pressioni sonore.
Tutto il cablaggio è stato eseguito con cavetto schermato professionale.
Anche questo battipenna è caratterizzato da sonorità moderne, senza comunque allontanarsi troppo dalla sua origine Strat, oltre che da una versatilità fuori dagli standard produttivi.
L'intenzione, alla base anche di questo battipenna, è di realizzare precablati dalle prestazioni di tutto rispetto, pur rimanendo su prezzi molto inferiori a quelli che caratterizzano i modelli equipaggiati con pickup blasonati.

INDICE DEGLI ARTICOLI:

https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3741545381098661022#allposts


AlterSonusAudioResearch / ASAR amplification - CASSINO (FR)

CONTATTI: asar.amplification@gmail.com   altersonus@gmail.com

    PER ILNUMERO DI TELEFONO PREGO CONTATTARMI VIA EMAIL

QUESTO E GLI ALTRI BATTIPENNA PRECABLATI SONO IN VENDITA SU MERCATINO MUSICALE E SUBITO.IT

domenica 23 ottobre 2016

ASAR SPG5 BATTIPENNA PRECABLATO HSS (HOT RAIL+S / S / S) CON L’HOT RAIL AL PONTE E IL SINGLE COIL CENTRALE ESCLUDIBILI


Strat Pick Guard Mod.5





Battipenna artigianale (3 ply WBW) preassemblato.
Il cablaggio è stato eseguito completamente con cavetto schermato professionale.
Il battipenna è stato collaudato e funziona perfettamente.
Le configurazioni di pickup possibili con questo modello sono nove.

CONTROLLI: 

- VOLUME (logaritmico da 500 KOhm, diametro 24 mm)

- TONO (lineare da 500 KOhm con condensatore da 22 nF / 100V  MKP). Il controllo di tono è uno soltanto, per tutti i pickup

- Solito selettore a cinque vie, tipo Strat

- Switch push pull (alla manopola del tono) che permette, sollevandolo, di escludere l’Hot Rail lasciando attivo, nella posizione al ponte, il solo single coil a lui associato. Se la manopola del tono è abbassata, il single coil e l’Hot Rail sono collegati in serie

- Toggle switch ON/ON (che prende il posto della terza manopola), serve ad escludere il pickup centrale, indipendentemente dal fatto che il pickup al ponte sia in configurazione single coil + Hot Rail oppure soltanto single coil. Tramite questo switch si possono mettere in parallelo il pickup al manico con quello al ponte, a condizione che il selettore 5 way sia in una delle posizioni: 2,3 o 4 

Nello scasso al ponte, che normalmente ospiterebbe un classico humbucker, sono quindi alloggiati un bridge single coil e un Hot Rail, opportunamente modificati per adattarli a questo particolare impiego. 
Siccome pur essendo strettamente affiancati e collegati in serie si tratta comunque di due unità fisicamente separate, è possibile regolarne l’altezza individualmente.

Tutti i pickup, compreso l’Hot Rail, sono stati smontati e sottoposti anche a ceratura artigianale tramite bagno in miscela di cera d’api e paraffina A 70°C, per evitare qualsiasi problema di microfonicità (squeal). Sono tutti di origine industriale asiatica e ceramici, cioè adatti a chi cerca sonorità moderne e incisive, oltre ad una versatilità normalmente sconosciuta tramite i battipenna di di impostazione tradizionale. 

INDICE DEGLI ARTICOLI:

https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3741545381098661022#allposts


AlterSonusAudioResearch / ASAR amplification - CASSINO (FR)

CONTATTI: asar.amplification@gmail.com   altersonus@gmail.com

    PER ILNUMERO DI TELEFONO PREGO CONTATTARMI VIA EMAIL

QUESTO E GLI ALTRI BATTIPENNA PRECABLATI SONO IN VENDITA SU MERCATINO MUSICALE E SUBITO.IT

martedì 27 settembre 2016

CRAFT WAX POTTING OF THE PICKUPS - LA CERATURA ARTIGIANALE DEI PICKUP








Being lowered the level of the mixture of bees wax and paraffin, I have already prepared the topping that will restore the right level, next time.

Essendosi abbassato il livello della miscela di cera d'api e paraffina, ho già preparato il rabbocco che ripristinerà il giusto livello al prossimo utilizzo.






Single coil of Chinese production. Waxed (with only paraffin) only on the coil surface. This scene 
does not need more comments ...

Single coil di produzione cinese. La ceratura (con paraffina e basta) è solo superficiale e non necessita di altri commenti ...









The complete Strat set, after performing the craft wax pottting, dipping them in the mixture of beeswax and paraffin wax (1: 3 by weight) contained in the first picture can, wich temperature was held between 60 and 70 ° C through a water bath.

Lo Strat set completo, dopo aver eseguito la ceratura artigianale immergendoli nella miscela di cera d'api e paraffina (1:3 in peso) contenuta nel barattolo della prima foto, ad una temperatura tenuta tra i 60 e i 70°C tramite bagnomaria. 

CONTATTI: asar.amplification@gmail.com   altersonus@gmail.com

    PER ILNUMERO DI TELEFONO PREGO CONTATTARMI VIA EMAIL





sabato 2 luglio 2016

HANDMADE MULTI HUMBUCKER TIPO G-RAIL

Lo stesso Warman produce anche dei super humbucker realizzati affiancando due hot rails, per un totale di ben quattro single coil connessi in serie.
A qualcuno, anzi, forse a molti serviranno dei pickup del genere. Credo, però, che la soluzione dell'humbucker (pure di "formato" tradizionale come quello nelle foto) costituito da un classico Strat single coil e un hot rails appaiati, possa garantire una "botta" all'ingresso dell'ampli pure ragionevolmente potente.
Restando sul tradizionale, ovvero un humbucker costituito da due Strat single coils (alla PAF), per avere un elevato livello di uscita è necessario che le due bobine vengano sovravvolte, nei limiti del possibile.
In questo caso, invece, anche se le tre bobine (una dello Strat single coil e due dell'hot rails) non sono necessariamente sovravvolte, collegandole tutte in serie si ottiene facilmente una resistenza totale di 14-15 Kohm.
In effetti, misurando qualche single coil e hot rails che ho in casa (tutti ceramici, per ora), rilevo 5,5-6 Kohm per il single e 9 Kohm per l'hot rails con le bobine in serie.
Provvedendo la chitarra di uno switch che permetta di splittare questo super humbucker in modo da lasciare in funzione soltanto il single coil tradizionale, ecco un'altra chitarra (magari una stratoide...) dotata di un bell'asso nella manica.
In effetti, laddove un "semplice" hot rails dotato di switch per splittarne una bobina può evitare efficacemente di dover allargare uno scasso al ponte per ospitare un humbucker classico, laddove il suddetto scasso esista già un pickup tipo quello delle foto può conferire, di nuovo, un'autentica marcia in più!
Non credo sarà particolamente impegnativo costruirne uno, partendo da un single coil e un hot rails...











Due osservazioni immediate e degne di nota:
1) un humbucker tipo PAF può raggiungere anch'esso, facilmente, i 15 Kohm (anche se si tratta di un dato poco indicativo, il dato direttamente legato al livello di uscita di un pickup è la sua induttanza), ma legge le corde in due punti;
quest'altro mostriciattolo, invece, le legge in tre punti.
Quindi, a parità di livello di uscita, il contenuto armonico dovrà essere necessariamente diverso, tra i due modelli. Quanto diverso sarà da stabilirlo empiricamente...
2) in un PAF l'effetto di cancellazione del ronzio è completo (ma mai perfetto neanche in questo caso: sarebbe meglio se non ci fossero proprio i disturbi vaganti nell'etere...); nel G-rail, invece, o in configurazione piena (tre bobine in serie) o col solo Strat single coil in funzione, il ronzio inviato all'amplificatore è sempre quello di quest'ultimo.
Vediamo comunque il lato positivo... pensate se invece di annullarsi, i ronzii dell'Hot Rails, andassero a fare la somma con quello prodotto dal single coil!!!...











martedì 14 giugno 2016

INIZIAMO A CONOSCERE LE VALVOLE TERMOIONICHE (NUOVA ELETTRONICA n.166 SETTEMBRE 1993)

Quando uscì questo articolo divulgativo, sulla ormai scomparsa Nuova Elettronica (storica rivista di hobbystica), nel lontano 1993, ero un adolescente che studiava elettronica all'ITIS ed ero già incantato dal fascino immortale degli amplificatori a valvole.
Su uno dei miei libri di testo, quello di elettronica generale, c'era solo qualche sintetico accenno all'argomento, mentre questo articolo contribuì non poco alla mia prima infarinatura teorico-pratica sul funzionamento delle valvole.
Tant'è che alcuni anni dopo, prima ancora di scoprire la specializzata Costruire Hi Fi, il mio primo amplificatore valvolare fu proprio una delle proposte in kit di Nuova Elettronica ed era il finale stereo da "8+8W in classe A con EL34 ed ECC82".
Che nostalgia!
Siccome molti, tra audiofili e chitarristi elettrici, (come quelli per i quali il fatidico "bias" rappresenta qualcosa di leggendario e misterioso che tende a sfuggire alla comprensione "umana") so che vorrebbero disporre di qualche articolo simile a questo, ho pensato di ri-pubblicarlo qui, anche se negli ultimi anni, dopo l'avvento di internet, non si può dire certo che manchi il materiale divulgativo per i dilettanti/principianti.
E' anche vero che nel contenuto dell'articolo ci sono alcune approssimazioni e inesattezze, ma chi ha voglia di imparare se ne renderà conto poi, strada facendo, come è stato anche per me.
Ciò non toglie che, probabilmente, di seguito alle pagine dell'articolo, inserirò qualche nota personale di precisazione.
Intanto, almeno per comprendere a grandi linee come funziona una valvola, ce n'è abbastanza. Occorre solo una minima dose di buona volontà...




















10/03/18 Non ho poi trovato più il tempo da dedicare a questo articolo, ma vedo che nonostante lo avessi appena iniziato, nel frattempo è stato molto gettonato. Si vede che l'argomento, come pensavo, è di interesse diffuso. Quindi vedrò di darmi da fare...
Scrissi "una minima dose di buona volontà"... una certa passione, data per scontata, ma anche un minimo di conoscenza dei fondamenti dell'elettrotecnica. Se non si è capito prima cosa sono la tensione, la corrente, la resistenza, la potenza elettriche e la legge fondamentale (la legge di Ohm) che le mette in relazione, è praticamente impossibile capire come funziona una valvola o, in altri termini, come riesce ad amplificare un segnale. Altrettanto dicasi per i componenti elettronici fondamentali, per i quali intendo, oltre alle valvole, resistori (comunemente chiamati resistenze), condensatori, trasformatori e diodi.
Ovviamente, anche la legge di Ohm la trovate già "raccontata" nella wikipedia, alla quale rimando volentieri.

10/04/18   Mi dispiace molto non riuscire a trovare il tempo necessario per dedicarmi a questo articolo... spero di poterlo fare, prima o poi.



La lettura dell'articolo da qui non è particolarmente agevole... Trovare il numero 166 di Nuova Elettronica non è comunque difficile, anche oggi (si trova anche su ebay a prezzi ragionevoli).
Se qualcuno non riuscisse a procurarsela, può contattarmi per le fotocopie. Lo stesso vale per eventuali dubbi sui contenuti dell'articolo / per una conversazione tra appassionati sull'argomento.

    asar.amplification@gmail.com

CONTATTI: asar.amplification@gmail.com   altersonus@gmail.com

    PER ILNUMERO DI TELEFONO PREGO CONTATTARMI VIA EMAIL



lunedì 6 giugno 2016

GRAND SLAM - PICKUP SIGNAL ENHANCER PEDAL

Avrei potuto chiamarlo semplicemente "guitar booster", che tecnicamente è, ma non gli avrei reso giustizia.
Infatti, a differenza degli altri pedali booster (almeno quelli di mia conoscenza) le cui possibilità di impiego e relative prestazioni non serve di certo che vengano qui da me descritte, il GRAND SLAM è una delle mie due proposte che permettono di elevare, quando collegati subito dopo la chitarra, le prestazioni soniche generali dei tipici combo e testate convenzionali. La stessa cosa come avviene anche, in molti casi, impiegandoli insieme agli effetti a pedale.






Il GRAND SLAM è un pedale ad elevate prestazioni, ottenute attraverso una realizzazione senza compromessi, completamente artigianale.

E' espressamente dedicato ai chitarristi più esigenti, i quali oltre a desiderare un pedale capace di assolvere al meglio le funzioni tipiche del booster, vorrebbero poter elevare, insieme al livello del segnale proveniente dai pick-up, anche la qualità complessiva e la classe dell'intero sistema chitarra/effettistica/amplificazione.








L'evoluta circuitazione, interamente a JFET discreti e selezionati (niente circuiti integrati/op amp), consta di:

- uno stadio di ingresso, che oltre ad amplificare il segnale ne conserva anche le più lievi sfumature timbriche e dinamiche, senza alterarle, risultato conseguito anche con un efficace contrasto a fruscìo e ronzìo. Questi ultimi, infatti, non sono fastidiosi soltanto mentre le corde dello strumento vengono tenute ferme, ma le loro armoniche generano battimenti (e quindi degrado sonico) anche con il segnale musicale.
Il principio sul quale si basa il miglioramento sonico consentito dall’impiego dei miei due pedali “booster”, è relativamente semplice da comprendere, proponendosi di compensare la perdita di informazione (armonica e dinamica) introdotta inevitabilmente dal tipico stadio di ingresso che equipaggia la stragrande maggioranza degli amplificatori commerciali per chitarra elettrica.
Per chi non lo sapesse, sarà sufficiente trovare in rete lo schema elettrico del proprio amplificatore e constatare che lo stadio d’ingresso (il più vicino alla presa jack...) è costituito da un triodo (nient’altro che una delle due sezioni di cui è composta una ECC83 o 12AX7 che dir si voglia) con l’anodo collegato ad un resistore (tipicamente da 100 Kohm, più raramente da 150 Kohm come qualche MESA BOOGIE o 220 Kohm come nei Soldano SLO). Questo stadio è il classicissimo amplificatore a catodo comune e, oltre ad essere decisamente sensibile al ronzìo dei 50 Hz di rete, non è certamente il migliore per prendersi cura del delicato segnale proveniente dai pickup che, dopo diversi metri di cavo, giunge all’ingresso dell’amplificatore. In una certa misura, so di poter affermare che, sonicamente, lo stadio d’ingresso degli ampli commerciali è un collo di bottiglia! Nei casi citati, in cui il resistore anodico assume un valore superiore ai 100 Kohm, aumenta il guadagno dello stadio, ma il resto non migliora apprezzabilmente.
Quindi, come avrete intuito, gli stadi d’ingresso dei miei pedali (compresi anche gli overdrive) hanno una struttura più evoluta, e quindi più performante. A questo punto, abbassando quel tanto il gain dell’amplificatore (basta poco) per poi compensarlo con quello del pedale, si va a “revocare” il delicatissimo incarico di stadio d’ingresso all’amplificatore, affidandolo nelle “mani”, ben più amorevoli, del nostro beniamino.
A questo punto si potrebbe obiettare che i miei pedali “booster” non sono implementati con dei triodi, bensì con dei JFET… Ebbene, che mi crediate o meno, almeno in certe applicazioni, non è fondamentale il tipo di elemento attivo impiegato (come tendenza timbrica, comunque, saprete che triodi e FET sono molto simili…), ma, piuttosto, lo schema circuitale messo in campo e, non ultima, la sua messa a punto.

Potrei farli anche a triodi i miei booster, certamente, ma oltre alle inevitabili lievitazioni di costi e ingombri, non ci sarebbero apprezzabili miglioramenti a livello sonico (fatto salvo quel quid in più di fascino e seduzione che caratterizza sempre un circuito valvolare rispetto ad uno solid state).

Un segnale correttamente preamplificato (boostato), dunque, consente efficacemente di far lavorare meglio l'amplificatore, al quale può/deve essere abbassato proporzionalmente il GAIN, come dicevo più sopra, a meno di non ricercare proprio la funzione di boost, cioè di “spingere” maggiormente il segnale all’ingresso dell’amplificatore tramite la manopola OUT LEVEL, ma con risultati che, comunque, risultano più soddisfacenti rispetto a quelli ottenibili tipicamente tramite altri pedali booster.



Torniamo alla circuitazione del GRAND SLAM:


- il controllo FOCUS (più propriamente BASS FOCUS), il quale non interviene apprezzabilmente nel range delle alte frequenze, sempre ben presenti, chiare e definite, ma serve per focalizzare al meglio la risposta "quantitativa" delle basse e medio-basse in ogni contesto, anche coadiuvando, ovviamente, questo controllo con gli altri presenti sull'amplificatore, come per esempio BASS e DEPHT. Grazie al GRAND SLAM è improbabile che avrete ancora da lamentare bassi presenti ma non sufficientemente smorzati (o rimbombanti e rigurgitanti), oppure, viceversa, abbastanza smorzati e controllati, ma troppo poco presenti!


- un stadio buffer, non meno evoluto e prestante dello stadio di ingresso, che abbassa l'impedenza del segnale in uscita senza distorcerlo o comprimerlo e senza ridurne apprezzabilmente l'ampiezza, che anche per questo motivo risulta comunque elevata nonostante il circuito sia alimentato a soli 9V;

Perché una circuitazione totalmente a JFET? E’ presto detto: Basso fruscìo/rumore, elevata impedenza d'ingresso, impronta timbrica particolamente vicina a quella dei triodi. Sono però affetti da una pronunciata dispersione delle caratteristiche l'uno rispetto all'altro, a parità di sigla. Per un artigiano, però, non è comunque un problema testarne tanti, uno per uno, e selezionarli di conseguenza, come avviene nel nostro caso.

Come è normale, l'accensione del pedale avviene tramite l'inserimento del jack d'ingresso e ciò è segnalato dal LED rosso. Il LED verde si accende soltanto quando il pedale viene attivato tramite il footswitch. La batteria interna viene esclusa, automaticamente, quando si inserisce il jack dell'alimentatore esterno e se quest'ultimo dovesse avere la polarità errata, il circuito non subirebbe alcun danno grazie alla robusta protezione installata. Il circuito è protetto anche contro alimentatori che, pur avendo polarità corretta, forniscano tensioni troppo elevate.

Ogni esemplare viene individualmente realizzato, messo a punto, collaudato e poi numerato all'interno, oltre che dotato di una batteria alcalina, fornita in omaggio col pealde. Il cablaggio è, ovviamente, TRUE BYPASS, eseguito con cavetto schermato professionale OFC, mentre la componentistica è quasi totalmente alloggiata su PCB.

Componentistica:

- Potenziometri ALPHA e CTS da 24mm;

- JFET Fairchild;

- Condensatori Panasonic FC, Frolyt ERF, SILVER MICA, WIMA MKP, Roederstein MKT 1818;

L'assorbimento totale del circuito, con entrambi i LED accesi, è di 5,5 mA.

Il peso complessivo del GRAND SLAM, compresa la batteria, è di circa 700 gr.

Impedenza d'ingresso: maggionre di 1 Mohm.

Impedenza di uscita: inferiore a 500 ohm.

Le dimensioni del contenitore, in alluminio pressofuso, sono 146x120x38mm (5.70 x 4.70 x 1.50D inch) e si tratta del più piccolo possibile che potesse adattarsi a questo progetto. L'obiettivo primario era, infatti, il raggiungimento delle più elevate prestazioni soniche, insieme all'affidabilità e silenziosità del booster.
L’esemplare delle foto pubblicate sul presente articolo sono quelle della versione in legno (con schermatura interna in foglio di rame), dalle stesse identiche dimensioni degli esemplari dal contenitore in alluminio tipo BBDD.

Adoperare il GRAND SLAM sarà un'occasione, inoltre, per avere un'idea tangibile della filosofia progettuale, delle convinzioni e degli obiettivi che mi propongo di realizzare tramite i miei prodotti.

L’altro booster che ho in cantiere, già allo stadio di prototipo avanzato, è sempre a JFET ma si
 alimenta solamente a 24V, naturalmente tramite un alimentatore esterno. I controlli di cui sarà dotato sono l’OUT LEVEL (ovviamente) e un classico TONE, che permette di enfatizzare o ridurre le frequenze alte e medio-alte (a differenza del FOCUS proprio del GRAND SLAM).



                                 IL MIO NUMERO DI TELEFONO: 333/3576456 (Alessandro)
                                EMAIL: altersonus@gmail.com - asar.amplification@gmail.com



       INDICE DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI:   

https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3741545381098661022#allposts


      AlterSonusAudioResearch (ASAR) - CASSINO (FR)

CONTATTI: asar.amplification@gmail.com   altersonus@gmail.com

    PER ILNUMERO DI TELEFONO PREGO CONTATTARMI VIA EMAIL

lunedì 23 maggio 2016

SERVIZIO DI PREPARAZIONE E MONTAGGIO BATTIPENNA P90 - HOT RAIL - P90 SU STRATOCASTER E STRATOIDI


Leggendo qua e là sui diversi forum dedicati ai chitarristi, ho trovato molte storie di utenti (per la maggior parte muniti di stratoidi) che desiderano questa e/o quella modifica o aggiunta di funzione allo schema elettrico della loro chitarra.


 Molte volte stanno lì a chiedere lumi agli altri, sperando di riuscire a "carpire i segreti" del come fare per implementare correttamente la modifica desiderata.
Capita che qualcuno esperto gli risponda pure, ma poi sono loro a non poter capire e mettere in pratica i consigli correttamente, aumentando così soltanto la loro frustrazione.
 Qualche volta si tratta si riuscire a rendere splittabile un humbucker (o più semplicemente sostituire il single coil al ponte con un HB per accorgersi poi, chissà quando, che di quest'ultimo aveva collegato al circuito una sola bobina ottenendo un... nuovo "single coil"). Altre volte si cerca di mettere sul battipenna uno switch che faccia "sparire" il pickup centrale mettendo contemporaneamente il pickup al manico in parallelo con quello al ponte, per ottenere il twang da Telecaster. Qualcuno afferma che questa dovrebbe essere una funzione implementata di serie sulle Strato (e stratoidi) ma, secondo me, così facendo, i produttori potrebbero vedersi ridurre le vendite di modelli Telecaster...
Altri si accorgono che la configurazione di volume e toni originale, sulle Strat, non fa per loro e vorrebbero, magari, un solo controllo di tono per tutti i pickup che, in particolare, riuscirebbe a rendere meno "acido" quel single coil al ponte, quando usato in distorsione/overdrive.
Questa mi sembra già la casistica più ricorrente.
Cosa si fa se non si riesce a risolvere da soli il problema? Si va dal bravo guru a portata di mano, per chi ce l'ha, o dall'amico praticone che a volte ci riesce, a volte no... saldature fredde a parte.
Magari si va su ebay o sul mercatino in cerca del battipenna custom che risponda ai nostri desideri e, in effetti, qualcuno che propone qualcosa c'è, ma, francamente, almeno io non visto nessuna proposta che soddisfi già quanto ho riportato sopra.
Allora perché non farlo io, avendo (fino a prova contraria, ovviamente) le cognizioni e la manualità adatte, acquisite negli anni con circuiti audio ben più complessi di quelli di una chitarra elettrica?
Così ho deciso di preparare una serie di battipenna customizzati, partendo da quelli realizzati con materiali si economici (in particolare con pickup ceramici, che vanno meglio di quanto molti sostengano), ma comunque controllati, selezionati e cerati per bene. A parte i mini humbucker Hot Rail, (che non si possono aprire senza danneggiarli seriamente), per esempio, i sigle coil tipo Strat (humbucker tradizionali non li uso, poi capirete perché) si sottopongo sistematicamente a nuova ceratura, con miscela di cera d'api e paraffina in rapporto 1/3, a circa 70°C per una decina di minuti. Inoltre sostituisco sempre i loro fili di uscita, singoli, con del cavetto schermato professionale.
Sarebbe spiacevole, infatti, montare un battipenna per poi accorgersi di non poterci suonare ad alto volume perché il fischio ininterrotto che si produce da qualche bobina dei pickup è insopportabile...


11/09/2016   La ceratura... PRIMA






...E DOPO







13/09/16   Il livello della miscela si è abbassato, quindi ho aggiunto altra cera d'api e paraffina (sempre nel rapporto 1:3 in peso) per ripristinare il livello nel barattolo, alla prossima ceratura.








Nel video linkato qui sotto si vede proprio la ceratura di uno dei due P90 montati sulla mia chitarra. Dalla metà circa del filmato è interessante notare le bollicine di aria che lasicano l'avvolgimento del pickup e salgono in superficie, segno che in fabbrica la ceratura era stata eseguita male (nè è la prova il fatto che questi pickup, prima del trattamento, erano affetti dal fastidioso fenomeno detto "squeal")







P90 - HOT RAIL - P90 SQUIER BULLET STRAT BY ASAR




La mia Squier Bullet Strat dopo l'applicazione del battipenna superversatile P90 - Hot Rail - P90.











La stessa chitarra in versione originale (alla quale, naturalmente, potri sempre riconvertirla nel giro di pochi minuti)







Come vedete dalle foto, ho implementato un battipenna con pickup P90 (Wilkinson, ceramici) al manico e al ponte e un Hot Rail (anche ceramico) in posizione centrale, dedicato a chitarre tipo Strat.
La particolarità di questo battipenna sta nel fatto che oltre al classico selettore a cinque posizioni, una manopola del volume ed una sola manopola del tono, sono presenti ben tre switch ON/ON, di cui quello che prende il posto della manopola che regolava il tono al solo pickup centrale, serve ad escludere proprio l'Hot Rail.
Ciò permette di connettere in parallelo i due P90, come avviene in una Telecaster quando il selettore a 3 posizioni si trova in posizione 2.
Per far funzionare i due P90 in parallelo, oltre ad azionare il menzionato microswitch, occorre che il selettore a cinque posizioni si trovi in una delle tre che siano la seconda, la terza o la quarta (in prima e quinta posizione la chitarra si ammutolisce).
Degli altri due microswitch ON/ON, uno serve a splittare l'Hot Rail da humbucker con le bobine in serie a bobine parallelate (quello vicino alla manopola del volume), mentre l'altro, un push -pull azionato dalla manopola del tono, serve per escludere una bobina, trasformando così il pickup in un single coil a tutti gli effetti.
E' chiaro che tenendo in funzione una sola bobina dell'Hot Rail, qualora venisse azionato il microswitch che serve  a mettere le sue bobine in serie, il pickup si ritroverebbe elettricamente aperto e quindi non suonerebbe affatto.

Questo assetto è uno dei mio tentativi di chitarra elettrica a 360 gradi (anche se non sono proprio 360, sicuramente è di ampie vedute rispetto ai battipenna di serie), col quale ho cercato di condensare le caratteristiche peculiari tanto della Gibson quanto della Fender.
Ci ho meditato molto sopra e non mi sarebbe bastato mettere su il solito battipenna con due humbucker splittabili oppure un HSS, pure con l'humbucker splittabile.
Neanche montare dei P90 in tutte e tre le posizioni sarebbe stato l'ideale per mettere in pratica ciò che avevo in mente.
Quanto sia riuscito nel mio intento, comunque, non so fino a che punto possa spettare a me dirlo.
Ciò che forse mi rallegra maggiormente è il fatto che con una economica chitarrina di produzione moderna, con questo battipenna e pochi altri accorgimenti si può mettere su un'arma con molti tagli che può soddisfare sicuramente un certo numero di chitarristi, specialmente alle prime armi.
E' chiaro che si può replicare impiegando anche dei pickup in alnico...

Le combinazioni offerte da questo battipenna sono quindi dodici (scusate se è poco):

1) P90 al manico;
2) Hot Rail con le bobine in serie (humbucker tradizionale);
3) P90 al ponte;
4) P90 al manico in parallelo al P90 al ponte (Telecaster twang);
5) Hot Rail con le bobine in parallelo;
6) Hot Rail con una sola bobina in funzione;
7) P90 al manico in parallelo all'Hot Rail con le bobine in serie;
8) P90 al manico in parallelo all'Hot Rail con le bobine parallelate;
9) P90 al manico in parallelo all'Hot Rail con una sola bobina in funzione (Stratocaster twang 2);
10) P90 al ponte in parallelo all'Hot Rail con le bobine in serie;
11) P90 al ponte in parallelo all'Hot Rail con le bobine parallelate;
12) P90 al ponte in parallelo all'Hot Rail con una sola bobina in funzione (Stratocaster twang 1).

Il battipenna è nero a tre strati (quindi col bordo bianco). I pickup, le manopole del volume e del tono e quella del selettore a cinque posizioni sono bianchi, in quanto sostituisco le cover originali color crema dei P90 Wilkinson con altre di colore bianco.

Lo stile del battipenna, quindi, richiama quello di SRV.
Al corpo della chitarra vanno praticati quattro fori, necessari al fissaggio dei P90.
Inoltre, considerando che il corpo deve essere predisposto con gli scassi per l'alloggiamento di una configurazione HSH (come è tipico per le Squier Bullet e altre stratoidi, per esempio), per far assumere ai poli magnetici del P90 al ponte la stessa identica posizione occupata dai poli del single coil originale, devo praticare un ulteriore piccolo allargamento allo scasso, come è visibile nelle foto di sotto.
Per quanto riguarda il P90 al manico, invece, i suoi poli magnetici si ritrovano arretrati verso il ponte di un centimetro esatto, rispetto alla posizione che occupavano i poli del single coil originale. Il suono del P90 al manico, però, come sentirete dai video demo che preparerò, è comunque abbastanza profondo...
Una volta commissionatami l'elaborazione, occorre aspettare uno o due mesi per la ricezione della componentistica, dopodiché, consegnatami la chitarra, sarà pronta nel giro di pochi giorni.
Per quanto riguarda i potenziometri, sono entrambi da 500 KOhm, 24 mm (CTS o Bourns). Quello del volume è logaritmico, mentre quello del tono è lineare. Il condensatore del tono è da 22 nF in polipropilene (o con altro dielettrico, a richiesta).
Vi ritroverete con una Strato tra le più versatili mai viste!
Bloccando il ponte e sostituendo le meccaniche originali con un set di autobloccanti (come le Wilkinson WJ07 che prenderò per la mia, ad esempio), avrete tra le mani un piccolo mostro.
A differenza dell'acquisto di una Stratocaster American  Standard o di una messicana, buone anche per chi non vuole rinunciare al mantenimento del prezzo di mercato della propria chitarra, in questo caso l'approccio, specialmente per un principiante (ma non solo...) è decisamente diverso.
Infatti, spendendo una cifra inferiore ai 150 euro ci si porta a casa una Squier Bullet originale e spero che ne rimarrete favorevolmente sorpresi, come è successo a me (tenuta dell'accordatura a parte!).
Con un altro paio di centinaia di euro la si può upgradare come descritto in questo articolo, e ci escono pure le meccaniche autobloccanti.
Successivamente, volendo, si può migliorare ulteriormente sostituendo, magari, il capotasto in plastica e il ponte, specialmente per chi ci tiene ad usare il vibrato.
E' bello vedere "crescere" la propria chitarra, non trovate?
Io che non uso la leva vibrato, per adesso la lascio con il ponte bloccato.
Tra l'altro, la timbrica brillante e aperta di questa Strat, dovuta principalmente al corpo in tiglio (caratteristica che sembra piuttosto coerente con lo spirito proprio del progetto Stratocaster) sembra fare una bella accoppiata con il tono più pieno e profondo, ma sempre da vero single coil, tipico dei P90.
Se la manopola del tono viene lasciata abbassata e nessuno dei due toggle switch viene attivato, la chitarra si ritrova con tre single coil, combinabili nelle classiche cinque combinazioni delle classica Stratocaster.





Il corpo della chitarra prima dell'intervento col Dremel...



                                                                                 ...e dopo...




                              CONTATTI: asar.amplification@gmail.com   altersonus@gmail.com

        PER ILNUMERO DI TELEFONO PREGO CONTATTARMI VIA EMAIL




INDICE DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI:   

https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3741545381098661022#allposts

AlterSonusAudioResearch (ASAR) - CASSINO (FR)




sabato 14 maggio 2016

SQUIER JHP (Jacketed Hollow Point) BULLET STRAT. P90-HOT RAILS-P90. FRANKENSTRAT / FRANKENSQUIRE

07/03/2017   Finalmente ho scattato nuove foto. Avevo quasi dimenticato di aggiornare questo articolo... ma la settimana prossima dovrei pubblicare anche i video dimostrativi, non solo della mia Squier Bullet col battipenna P90 - Hot Rail - P90 super versatile, ma anche del mio diffusore acustico LEGEND V12, del finale valvolare VOYAGER X  e del preamp VOYAGER X (ancora in fase di sviluppo, è soltanto il canale pulito).
Gireremo anche un video dove il canale pulito del preamp progetto VOYAGER X verrà sostituito da una pedaliera POD HD500X.













Il 07/01/2017 ho tolto alcune foto dall'articolo, che saranno sostituite, prossimamente, da quelle che sto scattando sul progetto definitivo. Il mini-switch che agiva attivando o disattivando una delle due bobine dell'humbucker Hot Rail è stato sostituito da un push-push implementato sulla manopola del tono (unico per tutti e tre i pickup) e il grezzo battipenna provvisorio è stato sostituito da un 3 ply nero-bianco-nero.


Aggiornamento foto del 28/05/16








14/05/16 Ovvero... la messa in pratica del progetto SPG2 (prima puntata).









Wilkinson P90 a manico e ponte, con un Hot Rails in posizione centrale.

Detto così, forse, si potrebbe obiettare che sarebbe stato meglio lasciare da soli i due P90, con un selettore a tre posizioni tipo Telecaster, oppure di andare su un altro schema classico, quello con la tradizionale configurazione SSS che vede lo Strat single coil al ponte sostituito da un mini humbucker Hot Rail (magari splittabile tramite uno switch).

La particolarità della configurazione che si vede nelle foto sta anche e soprattutto nel fatto che sul battipenna sono presenti ben tre mini switch a due posizioni, i quali permettono dodici (12!) scelte timbriche diverse.

Lo switch numero 1 interviene sull'Hot Rails, permettendo di scegliere tra la configurazione con le bobine in serie, cioè humbucker vero e proprio, oppure in parallelo, soluzione che offre un segnale di uscita meno potente, ma dal profilo timbrico che, seppur accattivante, è diverso da quello di un vero single coil (piuttosto simile al twang di una Gretsch).

Infatti, con lo switch numero 2 si può escludere la bobina più vicina al manico, sempre per quanto riguarda l'Hot Rails, in modo da farlo funzionare come un single coil a tutti gli effetti.

E' chiaro che se l'interruttore numero 1 si trova nella posizione che fa funzionare le due bobine in serie, azionando il numero 2 (una sola bobina attiva) accade che l'Hot Rails viene ridotto al silenzio...
Lo switch numero 3, invece, serve ad escludere l'Hot Rail (come se non ci fosse), comunque sia stato configurato tramite gli switch numero 1 e 2, facendo in modo che quando lo switch a 5 posizioni si trova nelle posizioni 2, 3 o 4, il P90 al ponte e quello al manico si trovano connessi in parallelo, esattamente come avviene in una Telecaster quando il suo switch a 3 posizioni si trova nella posizione centrale.
Con lo switch numero 3 posizionato verso l'alto (i due P90 in parallelo con l'Hot Rail escluso dal circuito) non è possibile far funzionare da solo il P90 al manico oppure da solo il P90 al ponte.

Questo stile mi piace molto sulle Strato sunburst, ed è anche un modo per fare un piccolo omaggio al grande SRV (chissà cosa ne avrebbe pensato di una chitarra del genere?).
Per quanto riguarda il posizionamento dei pickup, come si vede nelle foto, ho cercato il più possibile di mantenere l'impostazione originale da Stratocaster.
Infatti, la fila di poli magnetici del P90 al ponte è nella stessa esatta posizione di quella del single coil classico.












L'Hot Rails occupa la stessa posizione del single coil centrale, ma ha comunque due lame, la cui posizione "media" è lo stesso quella classica, tranne quando il pickup viene fatto funzionare con una sola bobina, che è quella più vicina al ponte.

Per far coincidere la posizione dei poli magnetici del P90 al manico con quella occupata dal single coil che usualmente occupa la stessa posizione, avrei dovuto allargare consistentemente il relativo scasso. Non me la sentivo di modificare così tanto il corpo della chitarra, quindi la fila di magneti di questo P90 si ritrova di un centimetro esatto più arretrata verso il ponte. Motivo, questo, per cui ho deciso che quando l'Hot Rails deve funzionare con una bobina soltanto, si tratta di quella verso il ponte (perché così la distanza con i due P90 è più vicina a quella "media").
Il P90 al manico, comunque, suona in modo fantastico anche così.
A parte i quattro buchi per poter avvitare i P90 al corpo, ho dovuto allargare leggermente lo scasso del pickup al ponte, proprio vicino al ponte stesso, perché per quanto la Squier Bullet sia predisposta per la configurazione HSH, il P90 non sarei riuscito a montarlo come, invece, si vede si vede nelle foto.








                  Nella foto qui sopra, l'Hot Rail è configurato con le bobine in serie (switch N°1).



                                                       
                                                      Hot Rail con le bobine in parallelo













Hot Rail con una sola bobina in funzione (vero single coil) Switch N°2

     In questa stessa foto l'Hot Rai
l è stato escluso tramite lo switch n°3. Quindi funzionano soltanto i due P90, connessi in parallelo (però è necessario che il selettore a cinque posizioni si trovi sulla seconda, terza o quarta: nella foto sopra si trova in prima posizione, quindi la chitarra non suonerebbe affatto)


Le combinazioni offerte da questo battipenna sono quindi dodici:

1) P90 al manico;
2) Hot Rail con le bobine in serie (humbucker tradizionale);
3) P90 al ponte;
4) P90 al manico in parallelo al P90 al ponte (Telecaster twang);
5) Hot Rail con le bobine in parallelo;
6) Hot Rail con una sola bobina in funzione;
7) P90 al manico in parallelo all'Hot Rail con le bobine in serie;
8) P90 al manico in parallelo all'Hot Rail con le bobine parallelate;
9) P90 al manico in parallelo all'Hot Rail con una sola bobina in funzione (Stratocaster twang 2);
10) P90 al ponte in parallelo all'Hot Rail con le bobine in serie;
11) P90 al ponte in parallelo all'Hot Rail con le bobine parallelate;
12) P90 al ponte in parallelo all'Hot Rail con una sola bobina in funzione (Stratocaster twang 1).

Non credo sia necessario che mi metta a descrivere io come sfruttarle...



Nella foto qui sotto, il corpo della mia Bullet Strat prima dell'intervento chirurgico di adeguamento dello scasso che ospita il P90 al ponte. Si vede il segno del pennarello...







Nelle due foto seguenti, invece, il lavoro ultimato, dopo la lavorazione col Dremel e l'applicazione del turapori sulla "ferita"...









Bene, con questo tipo di "proiettile" credo che sarà possibile sparare anche ai tremors senza paura di non riuscire a metterli ko!


INDICE DEGLI ARTICOLI:

https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3741545381098661022#allposts

AlterSonusAudioResearch / ASAR amplification - CASSINO (FR)

CONTATTI: asar.amplification@gmail.com   altersonus@gmail.com

    PER ILNUMERO DI TELEFONO PREGO CONTATTARMI VIA EMAIL