Leggendo qua e là sui diversi forum dedicati ai chitarristi, ho trovato molte storie di utenti (per la maggior parte muniti di stratoidi) che desiderano questa e/o quella modifica o aggiunta di funzione allo schema elettrico della loro chitarra.
Molte volte stanno lì a chiedere lumi agli altri, sperando di riuscire a "carpire i segreti" del come fare per implementare correttamente la modifica desiderata.
Capita che qualcuno esperto gli risponda pure, ma poi sono loro a non poter capire e mettere in pratica i consigli correttamente, aumentando così soltanto la loro frustrazione.
Qualche volta si tratta si riuscire a rendere splittabile un humbucker (o più semplicemente sostituire il single coil al ponte con un HB per accorgersi poi, chissà quando, che di quest'ultimo aveva collegato al circuito una sola bobina ottenendo un... nuovo "single coil"). Altre volte si cerca di mettere sul battipenna uno switch che faccia "sparire" il pickup centrale mettendo contemporaneamente il pickup al manico in parallelo con quello al ponte, per ottenere il twang da Telecaster. Qualcuno afferma che questa dovrebbe essere una funzione implementata di serie sulle Strato (e stratoidi) ma, secondo me, così facendo, i produttori potrebbero vedersi ridurre le vendite di modelli Telecaster...
Altri si accorgono che la configurazione di volume e toni originale, sulle Strat, non fa per loro e vorrebbero, magari, un solo controllo di tono per tutti i pickup che, in particolare, riuscirebbe a rendere meno "acido" quel single coil al ponte, quando usato in distorsione/overdrive.
Questa mi sembra già la casistica più ricorrente.
Cosa si fa se non si riesce a risolvere da soli il problema? Si va dal bravo guru a portata di mano, per chi ce l'ha, o dall'amico praticone che a volte ci riesce, a volte no... saldature fredde a parte.
Magari si va su ebay o sul mercatino in cerca del battipenna custom che risponda ai nostri desideri e, in effetti, qualcuno che propone qualcosa c'è, ma, francamente, almeno io non visto nessuna proposta che soddisfi già quanto ho riportato sopra.
Allora perché non farlo io, avendo (fino a prova contraria, ovviamente) le cognizioni e la manualità adatte, acquisite negli anni con circuiti audio ben più complessi di quelli di una chitarra elettrica?
Così ho deciso di preparare una serie di battipenna customizzati, partendo da quelli realizzati con materiali si economici (in particolare con pickup ceramici, che vanno meglio di quanto molti sostengano), ma comunque controllati, selezionati e cerati per bene. A parte i mini humbucker Hot Rail, (che non si possono aprire senza danneggiarli seriamente), per esempio, i sigle coil tipo Strat (humbucker tradizionali non li uso, poi capirete perché) si sottopongo sistematicamente a nuova ceratura, con miscela di cera d'api e paraffina in rapporto 1/3, a circa 70°C per una decina di minuti. Inoltre sostituisco sempre i loro fili di uscita, singoli, con del cavetto schermato professionale.
Sarebbe spiacevole, infatti, montare un battipenna per poi accorgersi di non poterci suonare ad alto volume perché il fischio ininterrotto che si produce da qualche bobina dei pickup è insopportabile...
11/09/2016 La ceratura... PRIMA
...E DOPO
13/09/16 Il livello della miscela si è abbassato, quindi ho aggiunto altra cera d'api e paraffina (sempre nel rapporto 1:3 in peso) per ripristinare il livello nel barattolo, alla prossima ceratura.
Nel video linkato qui sotto si vede proprio la ceratura di uno dei due P90 montati sulla mia chitarra. Dalla metà circa del filmato è interessante notare le bollicine di aria che lasicano l'avvolgimento del pickup e salgono in superficie, segno che in fabbrica la ceratura era stata eseguita male (nè è la prova il fatto che questi pickup, prima del trattamento, erano affetti dal fastidioso fenomeno detto "squeal")
P90 - HOT RAIL - P90 SQUIER BULLET STRAT BY ASAR
La mia Squier Bullet Strat dopo l'applicazione del battipenna superversatile P90 - Hot Rail - P90.
La stessa chitarra in versione originale (alla quale, naturalmente, potri sempre riconvertirla nel giro di pochi minuti)
Come vedete dalle foto, ho implementato un battipenna con pickup P90 (Wilkinson, ceramici) al manico e al ponte e un Hot Rail (anche ceramico) in posizione centrale, dedicato a chitarre tipo Strat.
La particolarità di questo battipenna sta nel fatto che oltre al classico selettore a cinque posizioni, una manopola del volume ed una sola manopola del tono, sono presenti ben tre switch ON/ON, di cui quello che prende il posto della manopola che regolava il tono al solo pickup centrale, serve ad escludere proprio l'Hot Rail.
Ciò permette di connettere in parallelo i due P90, come avviene in una Telecaster quando il selettore a 3 posizioni si trova in posizione 2.
Per far funzionare i due P90 in parallelo, oltre ad azionare il menzionato microswitch, occorre che il selettore a cinque posizioni si trovi in una delle tre che siano la seconda, la terza o la quarta (in prima e quinta posizione la chitarra si ammutolisce).
Degli altri due microswitch ON/ON, uno serve a splittare l'Hot Rail da humbucker con le bobine in serie a bobine parallelate (quello vicino alla manopola del volume), mentre l'altro, un push -pull azionato dalla manopola del tono, serve per escludere una bobina, trasformando così il pickup in un single coil a tutti gli effetti.
E' chiaro che tenendo in funzione una sola bobina dell'Hot Rail, qualora venisse azionato il microswitch che serve a mettere le sue bobine in serie, il pickup si ritroverebbe elettricamente aperto e quindi non suonerebbe affatto.
Questo assetto è uno dei mio tentativi di chitarra elettrica a 360 gradi (anche se non sono proprio 360, sicuramente è di ampie vedute rispetto ai battipenna di serie), col quale ho cercato di condensare le caratteristiche peculiari tanto della Gibson quanto della Fender.
Ci ho meditato molto sopra e non mi sarebbe bastato mettere su il solito battipenna con due humbucker splittabili oppure un HSS, pure con l'humbucker splittabile.
Neanche montare dei P90 in tutte e tre le posizioni sarebbe stato l'ideale per mettere in pratica ciò che avevo in mente.
Quanto sia riuscito nel mio intento, comunque, non so fino a che punto possa spettare a me dirlo.
Ciò che forse mi rallegra maggiormente è il fatto che con una economica chitarrina di produzione moderna, con questo battipenna e pochi altri accorgimenti si può mettere su un'arma con molti tagli che può soddisfare sicuramente un certo numero di chitarristi, specialmente alle prime armi.
E' chiaro che si può replicare impiegando anche dei pickup in alnico...
Le combinazioni offerte da questo battipenna sono quindi dodici (scusate se è poco):
1) P90 al manico;
2) Hot Rail con le bobine in serie (humbucker tradizionale);
3) P90 al ponte;
4) P90 al manico in parallelo al P90 al ponte (Telecaster twang);
5) Hot Rail con le bobine in parallelo;
6) Hot Rail con una sola bobina in funzione;
7) P90 al manico in parallelo all'Hot Rail con le bobine in serie;
8) P90 al manico in parallelo all'Hot Rail con le bobine parallelate;
9) P90 al manico in parallelo all'Hot Rail con una sola bobina in funzione (Stratocaster twang 2);
10) P90 al ponte in parallelo all'Hot Rail con le bobine in serie;
11) P90 al ponte in parallelo all'Hot Rail con le bobine parallelate;
12) P90 al ponte in parallelo all'Hot Rail con una sola bobina in funzione (Stratocaster twang 1).
Il battipenna è nero a tre strati (quindi col bordo bianco). I pickup, le manopole del volume e del tono e quella del selettore a cinque posizioni sono bianchi, in quanto sostituisco le cover originali color crema dei P90 Wilkinson con altre di colore bianco.
Lo stile del battipenna, quindi, richiama quello di SRV.
Al corpo della chitarra vanno praticati quattro fori, necessari al fissaggio dei P90.
Inoltre, considerando che il corpo deve essere predisposto con gli scassi per l'alloggiamento di una configurazione HSH (come è tipico per le Squier Bullet e altre stratoidi, per esempio), per far assumere ai poli magnetici del P90 al ponte la stessa identica posizione occupata dai poli del single coil originale, devo praticare un ulteriore piccolo allargamento allo scasso, come è visibile nelle foto di sotto.
Per quanto riguarda il P90 al manico, invece, i suoi poli magnetici si ritrovano arretrati verso il ponte di un centimetro esatto, rispetto alla posizione che occupavano i poli del single coil originale. Il suono del P90 al manico, però, come sentirete dai video demo che preparerò, è comunque abbastanza profondo...
Una volta commissionatami l'elaborazione, occorre aspettare uno o due mesi per la ricezione della componentistica, dopodiché, consegnatami la chitarra, sarà pronta nel giro di pochi giorni.
Per quanto riguarda i potenziometri, sono entrambi da 500 KOhm, 24 mm (CTS o Bourns). Quello del volume è logaritmico, mentre quello del tono è lineare. Il condensatore del tono è da 22 nF in polipropilene (o con altro dielettrico, a richiesta).
Vi ritroverete con una Strato tra le più versatili mai viste!
Bloccando il ponte e sostituendo le meccaniche originali con un set di autobloccanti (come le Wilkinson WJ07 che prenderò per la mia, ad esempio), avrete tra le mani un piccolo mostro.
A differenza dell'acquisto di una Stratocaster American Standard o di una messicana, buone anche per chi non vuole rinunciare al mantenimento del prezzo di mercato della propria chitarra, in questo caso l'approccio, specialmente per un principiante (ma non solo...) è decisamente diverso.
Infatti, spendendo una cifra inferiore ai 150 euro ci si porta a casa una Squier Bullet originale e spero che ne rimarrete favorevolmente sorpresi, come è successo a me (tenuta dell'accordatura a parte!).
Con un altro paio di centinaia di euro la si può upgradare come descritto in questo articolo, e ci escono pure le meccaniche autobloccanti.
Successivamente, volendo, si può migliorare ulteriormente sostituendo, magari, il capotasto in plastica e il ponte, specialmente per chi ci tiene ad usare il vibrato.
E' bello vedere "crescere" la propria chitarra, non trovate?
Io che non uso la leva vibrato, per adesso la lascio con il ponte bloccato.
Tra l'altro, la timbrica brillante e aperta di questa Strat, dovuta principalmente al corpo in tiglio (caratteristica che sembra piuttosto coerente con lo spirito proprio del progetto Stratocaster) sembra fare una bella accoppiata con il tono più pieno e profondo, ma sempre da vero single coil, tipico dei P90.
Se la manopola del tono viene lasciata abbassata e nessuno dei due toggle switch viene attivato, la chitarra si ritrova con tre single coil, combinabili nelle classiche cinque combinazioni delle classica Stratocaster.
Il corpo della chitarra prima dell'intervento col Dremel...
...e dopo...
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