lunedì 20 marzo 2017

ALEMBIC F-2B: INTRAMONTABILE MITO E MUSA ISPIRATRICE (DEI MIEI F-3B/G ED F-4B/G)

                                                       Aggiornamento del 22/04/2017



     Le foto che ho inserito qui sotto riguardano il prototipo della versione a stato solido (tutti JFET discreti), l'F-3B/G, la cui presentazione è contenuta in questo stesso articolo. Il prossimo passo sarà la realizzazione del primo esemplare in versione definitiva, che metterò in vendita su mercatino musicale.







                                                                       
                                                         Inizio articolo: 20/03/2017

... per sorprendenti quanto abbordabili chicche, sia valvolari che a stato solido.

Infatti, una volta capita la filosofia, tanto minimalista quanto geniale, che sta alla base del progetto e, quindi, il perché del suo imperituro successo, rappresenta anche un'ottima base di partenza per realizzare "biglietti da visita" da parte di costruttori "poco noti" (per usare un eufemismo), ma appassionati e impegnati come il sottoscritto.

Uno per tutti, anche se non propriamente bassista (ma tanto il preamp, come sapete, se la cava benone sia col basso che con la chitarra)... che le potenzialità del progetto le ha capite bene, è stato senz'altro David Gilmour.

Il successo e la versatilità dell'F-2B risiedono nella sua architettura circuitale "incredibilmente complessa"... cioè:

- uno stadio di ingresso amplificatore di tensione realizzato con un triodo (mezza ECC83/12AX7)  configurato a catodo comune;

- un tone stack classico ma efficace (per esempio, tranne che per l'aggiunta del treble shift, è uguale, pari pari, ai tone stack del MESA BOOGIE Quad Preamp);

- uno stadio di uscita amplificatore di tensione, identico a quello d'ingresso.

Quindi non ci sono stadi buffer (negli ampli per chitarra tipicamente realizzati sempre con una sezione di ECC83, ma ad anodo comune o inseguitore catodico che dir si voglia), né per pilotare il tone stack, né per abbassare l'impedenza del segnale in uscita dal preamplificatore.

Certo, non ha un livello di uscita eclatante ed è sicuramente meglio non usare, per collegarne l'uscita al resto della catena di amplificazione, cavi molto lunghi visto che l'impedenza di uscita, per i motivi che ho appena ricordato, non è proprio bassissima.

Sono in possesso del suo schema elettrico da un quindicina di anni e posso dire che, nel frattempo, l'ho realizzato non solo ricalcando fedelmente la versione originale, ma anche elaborandola, con risultati a dir poco incoraggianti (modestamente arrossisco... comunque chi vuole "toccare con mano" mi può sempre contattare per una prova senza impegno, se non abita troppo lontano), ferma restando, ovviamente, la struttura di base, cioè:

   STADIO D'INGRESSO AMPLIFICATORE DI TENSIONE // TONE STACK // STADIO DI USCITA AMPLIFICATORE DI TENSIONE.

Alla Alembic va riconosciuto senz'altro il merito di avergli dato un "nome", a questa architettura circuitale, e di averla ufficializzata come riferimento (chi non conosce, almeno per sentito dire, l'F-2B e quale tecnico di settore non ne conosce a menadito il semplice schema elettrico?), oltre ad essere riuscita a fare, di un circuito così minimalista, un proprio fiore all'occhiello.

Le elaborazioni che ho apportato allo schema sono principalmente di due tipi, ovvero quelle riguardanti il tone stack e quelle riguardanti i due stadi di amplificazione.

Cominciamo dal già originariamente soddisfacente tone stack che... udite udite, ho lasciato esattamente così com'era! Ma come, direte voi? Hai appena detto detto di averlo elaborato...

Proprio così, se la manopola del controllo CONTOUR viene lasciata in flat, lo switch del TREBLE SHIFT viene lasciato OFF e il selettore BASS/GUITAR viene lasciato su BASS, il tone stack resta esattamente uguale a quello dell'F-2B originale.
A chi non è immediatamente chiaro a cosa possa servire il CONTOUR: è un potenziometro che permette di variare il valore della cosiddetta "slope" da un minimo ad un massimo, parametrizzando, praticamente, la regione delle frequenze basse e medio-basse.
Senza fare tanto il misterioso... ritenendolo oltremodo interessante e "versatilizzante", l'ho mutuato direttamente dal canale B del Marshall JCM 2000. Mutuato solo schematicamente, però, in quanto i valori dei componenti in gioco dovevano essere adattati al contesto specifico.
Copiare o, forse è meglio dire ispirarsi, non significa poter fare delle "insalate miste" senza doverci comunque lavorare mettendoci del proprio. Questo dovrebbe essere chiaro.

Per quanto riguarda l'elaborazione dei due stadi di amplificazione, invece, l'evoluzione riguarda il carico anodico dei due triodi che, originariamente, come potete constatare cercando lo schema elettrico in rete, è costituito da un classico (anche troppo, per quanto mi riguarda) resistore da 100 KOhm, in entrambi i casi.
Se da un lato è sicuramente vero che "la squadra che vince non si cambia", deve essere almeno altrettanto vero che "la squadra che può vincere di più, è sicuramente meglio che lo faccia". Giusto?


Io il preamplificatore lo realizzo sia a valvole che a JFET ottenendo, in entrambi i casi, risultati soddisfacenti (più dell'originale: provare per credere!), e in ogni caso non impiego più, come carichi anodici (o di Drain, nel caso dei FET), dei semplici resistori (carico passivo). E non aggiungo altro.

Gli "addetti ai lavori" capiranno subito a cosa mi riferisco (i cosiddetti carichi attivi), mentre a coloro che sono addetti "solo" a suonare il loro beneamato strumento e non sanno niente o quasi di elettronica, è comunque inutile che tenti di spiegarlo; basti sapere che così le prestazioni soniche del preamplificatore migliorano decisamente, sotto ogni aspetto, cioè:

- dinamica;
- livello del segnale di uscita (a parità di tensione di alimentazione, naturalmente);
- reiezione ai disturbi provenienti dall'alimentatore (in pratica il preamp risulta silenziosissimo... tranne quando si suona lo strumento, ovviamente!);
-  capacità di conservare anche le più lievi sfumature timbriche, oltre che dinamiche, provenienti dai pickup dello strumento.

Altre migliorie degne di nota risiedono nei circuiti di alimentazione, tutt'altro che minimalisti in ogni caso.


Scusate se è poco.


Ah, quasi dimenticavo, i circuiti così implementati sono tutt'altro che inaffidabili. Anzi...

I comandi presenti su ogni esemplare (monofonico, in ogni caso), sia a FET che valvolare, sono i seguenti:

BASS; MID; TREBLE; VOLUME; BRIGHT; POWER ON/OFF, comuni anche all'Alembic F-2B;

CONTOUR; TREBLE SHIFT; selettore BASS/GUITAR, ispirati da altri contesti.

Per avere l'assetto timbrico più simile all'F-2B originale, la manopola del CONTOUR deve essere posizionata sullo zero centrale, il TREBLE SHIFT su off e il selettore BASS/GUITAR su BASS.

Usando i miei preamp con la chitarra elettrica si dovrebbe posizionare il selettore su GUITAR, ma non è detto che questa debba essere necessariamente la soluzione ideale in ogni caso. Dipende sempre, ovviamente, dai gusti e dalle esigenze personali. L'Alembic F-2B è "selezionato" su "BASS" di default e a Gilmour come a tanti altri chitarristi, comunque, piace già così.

L'impedenza d'ingresso è, naturalmente, di 1 MOhm.

Qualcuno, benpensante, potendoselo permettere preferirà andare sul "sicuro" e ordinare un Alembic F-2B al prezzo (se non sono male informato) di qualcosa come 1600 dollari.
Certo, è sempre bello poter sfoggiare qualcosa con un marchio blasonato, su questo non si discute mica.

Per quanto mi riguarda, in questi giorni sto per impegnarmi, tra l'altro, nel progetto ASAR F-3B/G (che originalità, non trovate? Come mi sarà potuto saltare in mente, un nome così? Pensate un po' che la versione valvolare si chiamerà F-4B/G!).
Si tratta di un preamp a JFET (mono, di stereo non intendo realizzarne né a valvole, né a FET) del tutto simile all'esemplare "Grand Slam" che realizzai alcuni anni fa per un amico e che potete vedere nella foto più sotto.
Curerò senz'altro meglio l'estetica, questo è certo...
Anche il prezzo, trattandosi di un "biglietto da visita", del resto realizzato con gli economici (ma prestanti "triodi" a stato solido chiamati JFET che oltretutto hanno un livello di fruscìo bassissimo), dovrà essere il più basso possibile. Magari sotto i cento euro, alimentatore esterno compreso? Ancora non lo so. Vedremo. Affidabilità e prestazioni vengono prima di ogni altro aspetto.

Le differenze principali che avrà il preamp F-3B/G, rispetto all'esemplare della foto risiederanno, oltre che nell'estetica migliorata, anche nella presenza del selettore BASS/GUITAR e nel fatto che invece di essere dotato di un ingombrante, costoso e impegnativo alimentatore interno, il nuovo sarà alimentato da un comune alimentatore esterno da 24V, naturalmente fornito insieme al preamp.
Sarà possibile, comunque, alimentarlo anche con un qualsiasi altro "power supply", purché il suo jack rispetti la corretta polarità e la tensione erogata non sia inferiore a 24V e non superiore a 27-28V.
Anche se l'alimentatore "estraneo" fosse di qualità discutibile, andrà bene ugualmente in quanto il preamp è dotato di un circuito interno di filtraggio che tiene conto anche di eventuali alimentatori scadenti...
Nel caso che, incautamente, si tentasse di alimentarlo con un alimentatore la cui polarità risulti invertita, all'F-3B/G non accadrà nulla di spiacevole, in quanto dotato di una robusta protezione circuitale contro tale, sempre possibile, evenienza.


Quando sarà pronto lo proporrò, naturalmente, sul consueto mercatino musicale.

Successivamente, dovrebbe seguire anche la versione valvolare... poi vedremo.





L'esemplare che vedete in questa foto ha un alimentatore interno (infatti nel retro ha una presa a vaschetta IEC per il collegamento al cavo di rete) e gli manca il selettore GUITAR/BASS in quanto, essendo stato realizzato espressamente per un chitarrista, non mi parve il caso di implementarlo. Ciò anche perché, avendo utilizzato manopole tipo Marshall (non proprio piccolissime) di spazio a disposizione, sul compatto pannello frontale, non ce n'era davvero più.
Il committente lo usa dalla primavera del 2012. Principalmente lo impiega come preamplificatore alternativo a quelli valvolari "di bordo" dei suoi Fender Hot Rod (ha un De Ville 4 x 10 elaborato da me e un De Luxe 1 x 12 originale), collegando l'uscita del preamp alla presa POWER AMP IN dei suoi combo.
Per i suoni puliti lo utilizza da solo, mentre ottiene le distorsioni attivando pedali Tube Screamer o Boss BD-2 (suona generi dal blues all'hard rock) collegati tra chitarra e ingresso del preamp.


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