martedì 17 gennaio 2017

RIFLESSIONE SULLE DIFFERENZE PIU' EVIDENTI TRA AMPLI HI FI E PER CHITARRA

Il mio riferimento, ovviamente, è soprattutto il progetto Voyager X... e prende spunto dal fatto che chitarristi ciecamente ligi alla "religione ufficiale" dall'amplificatore per chitarra strutturato secondo "pentodi connessi a pentodo e pilotati da una esangue ECC83 coinvolta anche lei nell'anello di controreazione" (il 99% di quelli circolanti, purtroppo), mi obiettano tout-cout che i miei "non possono essere amplificatori per chitarra perché i circuiti impiegati sono troppo simili a quelli dell'Hi Fi esoterica".

E' come affermare che una Maserati avente un motore 8 cilindri a V (a benzina) da 400 cavalli non possa essere considerata un'auto da strada perché non è equipaggiata col solito 1.9 TD a 4 cilindri..................
Tra l'altro, il mio ampli non implica né il pagamento delle tasse di una Maserati, né le spese di manutenzione, né i consumi... 

Il bello(!) è che le differenze strutturali del Voyager X si riflettono, fin troppo evidentemente, anche nella resa sonica e dinamica a tutti i volumi e qualsiasi confronto all'americana (da me sempre auspicabile) in saletta prove con altri amplificatori lo mette impietosamente in evidenza.
Del resto non è colpa mia se anche gli "artigiani boutique" non fanno altro che continuare a riscaldare la solita stessa minestra circuitale - che fa la fortuna solo dei produttori industriali e dei praticoni/furbacchioni artigianali - da troppi decenni.

Torniamo "a bomba".

Tipicamente, un amplificatore per Hi Fi è dotato di un preciso set di valvole, sia preamplificatrici che finali e quelle devono rimanere, compresi i valori di bias, altrimenti non sarà più Hi Fi. Potrà anche "suonare" in modo simpatico (distorsioni "belle"), ma non sarà più un ampli Hi Fi, solo un simpatico e divertente giocattolo.
Gli amplificatori Hi Fi non devono "suonare", ma, se ci riescono, devono semplicemente sparire. Punto.  
Altrettanto vale per quelli Hi Fi a stato solido, coerentemente, anche se sostituire transistor con altri di diverso tipo non è immediato come sostituire le valvole.

Con gli amplificatori per chitarra, INVECE, importa solo la resa sonica dell'insieme, quindi, con questo assunto, non solo si può giocare ampiamente sul bias come meglio si ritiene, ma, tipicamente, si possono cambiare le valvole con altre diverse (che libidine, non è vero?).
Esempio: con la Soldano SLO, invece delle 6L6 che chi sceglie le EL34, diverse dalle prime anche nella struttura di principio (tetrodi a fascio contro pentodi). Anche col bias si può andare da 20 a 45 mA.

Seguito fino qui?

Un amplificatore (senza fare nomi...) che può funzionare o con una 6550 OPPURE con una 300B (ovviamente in zoccoli diversi), che razza di amplificatore può essere mai?
Il comitato "pro Hi Fi" lo ripudia categoricamente e senza possibilità di appello!
Il comitato ha perfettamente ragione, non fosse altro che lo stadio di potenza del Voyager X non risulta messo a punto "di fino", dal punto di vista Hi Fi, con nessuna delle due valvole. Capito? 

Non resterebbe che la categorizzazione: "per chitarra".
Come si può fare per iscriverlo al club chitarristico, a parte il fatto di non dover essere troppo ingombrante e/o pesante o troppo scarso di potenza?
Dal fondo dell'aloiana aula, qualcuno aggiunge: "...o inaffidabile?".

Che ve ne pare?

Volendo si potrebbe partire anche da altri porti, però.
Ad esempio: un amplificatore che suona decentemente a volumi medio-alti o da Woodstock, mentre fa quasi cagare a bassi volumi (come può accadere "talvolta" con i push pull chitarristici di pentodi), è davvero un amplificatore per chitarra?

Renzo Arbore, in una pubblicità di qualche anno fa diceva: meditate gente, mediate.
Sempre che siate in grado di farlo, perché sembra essere una capacità sempre più rara. Forse ciò è dovuto al fatto che sempre più gente va sempre più di fretta e non ha il tempo di meditare neanche sulle cose più semplici.


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