lunedì 30 gennaio 2017

TREBLE BLEED MOD. ASAR VERSION


Pubblico questo articolo perché le soluzioni "canoniche" di cui sono a conoscenza (se ufficialmente ne sia stata proposta qualcun'altra, francamente non mi è noto) sono soggette a compromessi che possono rivelarsi meno stringenti, qualora venga adottata una soluzione circuitale leggermente più evoluta/complessa.
Più evoluta non solo rispetto all'utilizzo "brutale" di un semplice condensatore quanto, anche, alle "sofisticazioni" proposte da Chris Kinman e da Seymour Duncan.









                       RIASSUMIAMO UN ATTIMO  A COSA SERVE IL TREBLE BLEED?


L'articolo si rivolge segnatamente ai chitarristi elettrici (ma va?), quindi chi ha trovato questa pubblicazione e la sta leggendo, non solo è probabilmente un chitarrista, ma sa anche a cosa serve il treble bleed. Qualora non lo sapesse, se n'è scritto già abbastanza, in rete, anche in italiano. Per cui non ci spendo un'altra parola in più e passo a riassumere i pro e i contro delle tre soluzioni circuitali che ho già menzionato.

Per una migliore comprensione, nel prosieguo dell'articolo, sarebbe meglio sapere anche cosa sono e come funzionano i filtri passa alto e passa basso R-C. Non intendo, comunque, improvvisare niente di simile ad una lezione accademica (barbosa e per la quale non mi riterrei comunque all'altezza) volendo esprimermi, piuttosto, in una forma il più possibile esplicita e sintetica per il "chitarrista medio", al quale mi rivolgo.


               
                           
    SOLUZIONE DEL SOLO CONDENSATORE, SALDATO TRA IL POLO D'INGRESSO E IL CURSORE DEL POTENZIOMETRO DEL VOLUME


 Cominciamo ad abbassare il volume della chitarra... rispetto a quando il condensatore non era stato installato, la differenza è abbastanza evidente.
"Magico", l'effetto treble bleed! Peccato che verso il fondo corsa della manopola del volume l'effetto, da apprezzato, cominci a diventare, man mano, fin troppo evidente!..
Non aggiungo altre considerazioni, se non che andando a sostituire il condensatore in servizio con un altro dalla capacità più bassa, è vero che quest'ultimo sgradito fenomeno si attenua in parte, ma si attenua anche l'effetto desiderato che si aveva nella prima parte di escursione del potenziometro.


 

   SOLUZIONE DI KINMAN, CON RESISTORE SALDATO IN SERIE AL CONDENSATORE (QUINDI RETE RC SERIE SALDATA TRA IL POLO D'INGRESSO E IL CURSORE DEL POTENZIOMETRO DEL VOLUME)

Attenua l'effetto di "treble prevaricatore" che si evidenzia nel tratto finale (verso il fondo corsa) della manovra di abbassamento del volume.
Il problema, secondo me, è che attenua anche l'effetto treble bleed desiderato, nella prima parte di escursione, quando si inizia a chiudere la manopola del volume.
Certo, come è possibile, magari effettuando diverse prove, individuare il "valore di compromesso" che "meglio asseconda  le esigenze individuali" nel caso del treble bleed ottenuto montando solo il condensatore, alla stessa maniera è possibile trovare un "compromesso ideale", volendo attuare la soluzione "alla Kinman", ravanando sia sul valore  del condensatore che su quello del resistore.


 

   SOLUZIONE DI SEYMOUR DUNCAN, CON UN RESISTORE SALDATO IN PARALLELO AL CONDENSATORE

Quanto ho appena detto vale anche in quest'altro caso...
Il funzionamento di questa implementazione, forse, è un po' meno intuitivo della soluzione proposta da Kinman, ma è pur sempre un compromesso, vediamo perché.
L'abbassamento (o innalzamento) del volume tramite la rotazione dell'apposita manopola è un fenomeno graduale che varia proporzionalmente al variare della posizione della manopola stessa (e questo è ovvio per tutti). Abbassando il volume, è altrettanto noto a tutti (credo) che anche lo "afflosciamento" del carattere sonico, in particolare la perdita di brillantezza del suono, varii accentuandosi proporzionalmente alla variazione della posizione della manopola del volume. Per questo consigliavo, possibilmente, nella prima parte dell'articolo, di andare a curiosare sul funzionamento dei filtri RC...
Dicevo: vediamo perché. Visto il CARATTERE VARIABILE (parallelamente alla posizione della manopola del volume) dei fenomeni che ho appena ricordato, dovrebbe essere intuitivo per tutti che qualsiasi condensatore oppure condensatore abbinato ad un resistore (in serie o in parallelo che sia), ESSENDO ESSI COMPONENTI A VALORE FISSO, quali che saranno i valori ad essi assegnati in fase di scelta, si tratterà sempre e comunque di compromessi! Se soddisfano pienamente con la manopola del volume poco chiusa, non possono fare altrettanto con la manopola quasi del tutto e chiusa. E viceversa, come ovvio. A questo punto il problema dovrebbe essere fin troppo chiaro.

Per la cronaca, comunque, la soluzione Seymour Duncan, pur essendo probabilmente la più diffusa, personalmente mi piace meno della proposta di Kinman, per il semplice motivo che crea già, è vero, un filtro che tende ad "adattarsi" gradualmente e continuamente al funzionamento dell'insieme per migliorarne la risposta, ma lo fa abbassando anche il valore ohmico del potenziometro del volume, visto dai pickup. A me non piace molto, ma sono problemi miei e non pretendo che eventuali lettori debbano necessariamente condividere le mie opinioni.


           

                       
                        VENIAMO AL DUNQUE (O A BOMBA, SI DICE COSI', NO?)

Qualcuno, tra i più sagaci, ci sarà già arrivato tramite le "imbeccate" con le quali me ne sono uscito prima. Altri milioni di tecnici più o meno preparati, nel mondo e nei decenni, ci saranno già arrivati prima di me ma, come ripeto, il caso ha voluto che ciò non sia mai arrivato alla mia attenzione.


ADESSO LA PAPPA FATTA SI INTERROMPE QUI. QUALCUN ALTRO, TRA I PIU' "SVEGLI", SARA' RIUSCITO, NEL FRATTEMPO, A DIGERIRE L'OMOGEINIZZATO PER BIMBI (GUSTOSO E NUTRIENTE) CHE MI ERO PRODIGATO A PREPARARE ED IMBECCARE.
SE NON CI FOSSE RIUSCITO, MEGLIO COSI', NON CHIEDO DI MEGLIO... OGGI 24/11/17 HO DECISO DI TENERE QUESTA SOLUZIONE CIRCUITALE PER ME.

FOR ANGLOFONS (OR OTHER LANGUAGES...): PLEASE, DON'T TRY TO TRANSLATE THE ABOVE SPEECH...



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martedì 17 gennaio 2017

RIFLESSIONE SULLE DIFFERENZE PIU' EVIDENTI TRA AMPLI HI FI E PER CHITARRA

Il mio riferimento, ovviamente, è soprattutto il progetto Voyager X... e prende spunto dal fatto che chitarristi ciecamente ligi alla "religione ufficiale" dall'amplificatore per chitarra strutturato secondo "pentodi connessi a pentodo e pilotati da una esangue ECC83 coinvolta anche lei nell'anello di controreazione" (il 99% di quelli circolanti, purtroppo), mi obiettano tout-cout che i miei "non possono essere amplificatori per chitarra perché i circuiti impiegati sono troppo simili a quelli dell'Hi Fi esoterica".

E' come affermare che una Maserati avente un motore 8 cilindri a V (a benzina) da 400 cavalli non possa essere considerata un'auto da strada perché non è equipaggiata col solito 1.9 TD a 4 cilindri..................
Tra l'altro, il mio ampli non implica né il pagamento delle tasse di una Maserati, né le spese di manutenzione, né i consumi... 

Il bello(!) è che le differenze strutturali del Voyager X si riflettono, fin troppo evidentemente, anche nella resa sonica e dinamica a tutti i volumi e qualsiasi confronto all'americana (da me sempre auspicabile) in saletta prove con altri amplificatori lo mette impietosamente in evidenza.
Del resto non è colpa mia se anche gli "artigiani boutique" non fanno altro che continuare a riscaldare la solita stessa minestra circuitale - che fa la fortuna solo dei produttori industriali e dei praticoni/furbacchioni artigianali - da troppi decenni.

Torniamo "a bomba".

Tipicamente, un amplificatore per Hi Fi è dotato di un preciso set di valvole, sia preamplificatrici che finali e quelle devono rimanere, compresi i valori di bias, altrimenti non sarà più Hi Fi. Potrà anche "suonare" in modo simpatico (distorsioni "belle"), ma non sarà più un ampli Hi Fi, solo un simpatico e divertente giocattolo.
Gli amplificatori Hi Fi non devono "suonare", ma, se ci riescono, devono semplicemente sparire. Punto.  
Altrettanto vale per quelli Hi Fi a stato solido, coerentemente, anche se sostituire transistor con altri di diverso tipo non è immediato come sostituire le valvole.

Con gli amplificatori per chitarra, INVECE, importa solo la resa sonica dell'insieme, quindi, con questo assunto, non solo si può giocare ampiamente sul bias come meglio si ritiene, ma, tipicamente, si possono cambiare le valvole con altre diverse (che libidine, non è vero?).
Esempio: con la Soldano SLO, invece delle 6L6 che chi sceglie le EL34, diverse dalle prime anche nella struttura di principio (tetrodi a fascio contro pentodi). Anche col bias si può andare da 20 a 45 mA.

Seguito fino qui?

Un amplificatore (senza fare nomi...) che può funzionare o con una 6550 OPPURE con una 300B (ovviamente in zoccoli diversi), che razza di amplificatore può essere mai?
Il comitato "pro Hi Fi" lo ripudia categoricamente e senza possibilità di appello!
Il comitato ha perfettamente ragione, non fosse altro che lo stadio di potenza del Voyager X non risulta messo a punto "di fino", dal punto di vista Hi Fi, con nessuna delle due valvole. Capito? 

Non resterebbe che la categorizzazione: "per chitarra".
Come si può fare per iscriverlo al club chitarristico, a parte il fatto di non dover essere troppo ingombrante e/o pesante o troppo scarso di potenza?
Dal fondo dell'aloiana aula, qualcuno aggiunge: "...o inaffidabile?".

Che ve ne pare?

Volendo si potrebbe partire anche da altri porti, però.
Ad esempio: un amplificatore che suona decentemente a volumi medio-alti o da Woodstock, mentre fa quasi cagare a bassi volumi (come può accadere "talvolta" con i push pull chitarristici di pentodi), è davvero un amplificatore per chitarra?

Renzo Arbore, in una pubblicità di qualche anno fa diceva: meditate gente, mediate.
Sempre che siate in grado di farlo, perché sembra essere una capacità sempre più rara. Forse ciò è dovuto al fatto che sempre più gente va sempre più di fretta e non ha il tempo di meditare neanche sulle cose più semplici.