venerdì 19 giugno 2015

VOYAGER X - TWO CHANNELS SINGLE ENDED TUBE HEAD PROJECT - TESTATA VALVOLARE SINGLE ENDED A DUE CANALI CON FINALE 6550 O 300B

Aggiornamento del 26/08/2018.

Il preamplificatore è in fase di assemblaggio, dovrebbe essere pronto e messo a punto entro la fine del 2018.
Di seguito lo schema a blocchi dell'amplificatore sperimentale, diviso fisicamente in preamplificatore e finale di potenza, in due contenitori distinti e col preamp a due soli canali, perché così va bene per le mie esigenze personali.







- lo stadio di potenza delle testate può essere implementato anche come single ended parallelo di 2 x 6550 oppure 2 x 300B, per una potenza musicale, in entrambi i casi, di 50W (25W RMS);

- il circuito è privo di controreazione ad anello chiuso (la sonicamente nefasta, checché ne dicano alcuni, NFB, tanto cara a chi deve vendere tanta potenza di qualità relativa con bassi costi di produzione);

- la 300B è la regina dei DHT (Direct Heated Triode) per impiego in campo audio. La 6550, altrettanto potente e alternativa alla 300B, è SEMPRE connessa a triodo, ma a differenza degli amplificatori commerciali, dove la connessione a triodo è solo alternativa a quella a pentodo (peraltro la NFB resta comunque in funzione) quando si vuole ridurre la potenza di uscita, nel nostro caso la perdita di potenza rispetto alla connessione a pentodo è in gran parte compensata grazie a uno stadio pilota energico e atletico, capace di erogare disinvoltamente, nella griglia della finale, non solo lo swing di tensione necessario a pilotarla generosamente fino alla classe A2 (griglia positiva), ma anche la corrente necessaria. Un tubetto come la ECC81 o la ECC82 non hanno certamente la capacità di erogazione in corrente che invece può garantire una EL84, giusto? Paura di una bolletta troppo salata, per caso?......

- stadio di alimentazione con raddrizzatori a stato solido (diodi turbo ultrafast switching);

- i canali possono essere anche tre o quattro, con tone stack differenti;

- tramite il controllo GAIN di ogni canale, ruotandolo da 0 a 10, il suono passa, gradualmente, dal pulito cristallino e profondo all'overdrive più pieno, granitico e pastoso ANCHE AI LIVELLI DI VOLUME GENERALE PIU' BASSI;

- l'amplificatore è molto silenzioso, nonostante sia a pieno diritto un "high gain";

- eventuali pedali di distorsione o overdrive possono essere inseriti, separatamente, per i diversi canali. I pedali vengono così inseriti prima dello stadio d'ingresso, mentre gli effetti di modulazione vengono, come al solito, inseriti dopo il preamp.

- il loop effetti, a stato solido, se non utilizzato può essere felicemente bypassato tramite un apposito switch a levetta. Per quanto curato, infatti, è sempre meglio escluderlo dal percorso del segnale, se non viene utilizzato.





18/03/2017   Pubblicato il primo, breve video su YouTube, all'indirizzo: 


                                                         https://youtu.be/bzAeVNeRufY

Ultimo aggiornamento: 30/04/2016.

Dopo la realizzazione della cassa dedicata, come vedete da queste foto il finale di potenza del progetto VOYAGER X è pronto. L'unica cosa che manca ancora sono le luci, i cui componenti devo ancora ricevere per posta. Quelle che vedete sono le luci provvisorie.
L'interruttore IGNITION continuerà ad essere bianco (anche se nella foto sembra azzurro), mentre per il TAKE-OFF... sarà una sorpresa.
Adesso mi resta da realizzare (dulcis in fundo...) la parte che, per certi versi, è quella più influente sulle prestazioni della futura testata: il preamplificatore (valvolare, a due canali). 
Il progetto, ovviamente, l'ho sviluppato a suo tempo insieme a quello del finale. Adesso, però, mi toccherà mettere mano a saldatore & Co, per completare questo sistema di amplificazione sperimentale che, nelle mie aspettative, una volta messo a punto e riprodotto in formato testata, rappresenterà una autentica voce fuori dal coro nel mondo dell'amplificazione per la chitarra elettrica.










Ultimo aggiornamento: 09/04/2016.

Il lavoro procede lento (e impegnativo), ma inesorabile e fruttuoso. Vi ricordo che, per motivi logistici, ho realizzato il finale di potenza in un ingombrante contenitore da 4U rack e alloggerò il preamp in un contenitore separato. Una volta finito di sperimentare e mettere a punto le circuitazioni (decisamente evolute e insolite, specialmente per il mondo della chitarra elettrica, ma anche insolitamente prestanti), procederò alla costruzione della prima testata, che avrà ingombro e peso del tutto paragonabili a quelli delle testate convenzionali.
Proprio a queste ultime e in particolare a quelle di qualche rinomato (giustamente) costruttore nostrano, ho intenzione, senza mezzi termini, di dare in pasto un bel po' di polvere. Ci riuscirò? Lo sapremo tra non molto tempo e quindi vedremo se sono soltanto chiacchiere oppure se ho anche il "distintivo"... In ogni caso, credo proprio che avranno luogo confronti all'americana molto interessanti e dai quali sono sicuro di uscire comunque in modo quantomeno dignitoso.
Come vedrete dalle foto che ho scattato oggi, il prototipo del finale è quasi finito. Mancano le scritte sul pannello frontale, la luce (che per adesso è verde) verrà sostituita con una a colori variabili e manca la manopola del volume, perché devo comprare un potenziometro decente (prenderò un CTS, per adesso ne ho collegato uno "della mutua" prima del jack d'ingresso). Non era il caso di progettare già le maschere per i circuiti stampati, trattandosi ancora di prototipi. Però invece delle solite millefori ho utilizzato delle tavolette di MDF da 4 mm, opportunamente trattate. Non scandalizzatevi più di tanto per questo, perché non è l'estetica a suonare, bensì il tipo di circuito e la sua messa punto. La cura dei dettagli al momento opportuno... già ho perso abbastanza tempo così e sbattermici di più non ne valeva la pena.
Prima di passare alle foto... come vedete, per una serie di motivi ho deciso di rinominare il progetto VOYAGER X.



                                                 Veduta "d'insieme", senza il coperchio superiore




                          Al momento della foto è in funzione la Svetlana 6550 (connessa a triodo).
                          Questo prototipo è concepito per funzionare sia con la 6550 che con la 300B, 
                 triodo di potenza a riscaldamento diretto dalla potenza del tutto paragonabile alla 6550.
                   Quando è montata una delle due valvole, l'altra deve essere tolta dall'amplificatore
                      e oltre ad uno switch sull'alimentatore del filamento (la 6550 si accende a 6,3V,
                   la 300B a a 5V) vanno cambiati un paio di collegamenti che riguardano i catodi delle
                                    valvole e il loro bias, tramite appositi morsetti a coccodrillo.





            Qui si vedono sia le due EL84 (Electro Harmonix) dello stadio pilota, che la finale di potenza
          Per il pilotaggio delle finali avrei potuto impiegare anche altre valvole, come le ECC82, le 12BH7,
          le 6SN7 o altri tipici triodi largamente utilizzati allo scopo, ma non avrei ottenuto le prestazioni                     desiderate.......... Quando si vuole che una finale di potenza esprima il meglio di sé, lo stadio pilota                 deve erogare quantità di corrente davvero rilevanti e non ritengo qui necessario aggiungere altro.
          Vi ricordo che non sono un costruttore commerciale che produce in grandi serie, ma un artigiano che             cerca il meglio in assoluto. Nella foto si vede anche il trasformatore di uscita, un pregiato esemplare             con nucleo a C e 11 sezioni.





   Circuito di alimentazione dei filamenti delle finali. Si vede lo switch per la selezione tra la 6550 e la              300B. In primo piano anche lo stabilizzatore di tensione, in contenitore TO3, montato sull'aletta di                                                                                      raffreddamento.





                                                      Stesso circuito, diversa prospettiva













    La potenza rilevata è di circa 13W RMS su 8 Ohm @ 1KHz (ovviamente in disinvolta classe A2), che tradotto in Watt musicali sarebbero 26 onesti e almeno 30 "commerciali". La dinamica di questo amplificatore, comunque, specialmente se associata ai sistemi di altoparlanti tipici della chitarra elettrica, ovvero molto sensibili ed efficienti, garantisce pressioni sonore e dinamiche insospettabili, per la potenza di targa. E' mia intenzione, comunque, produrre anche testate con circuitazione analoga, ma con due 6550 (oppure con due 300B, per i più spendaccioni) in single ended PARALLELO, con un raddoppio sia della potenza erogata che del fattore di smorzamento. tanto per rendere ancora più micidiali i piacevoli cazzotti nello stomaco di cui questo raffinato animale è già artefice in single ended semplice...
A prestissimo con le foto della 300B, restate sintonizzati!

10/04/2016   Ecco le foto con la 300B, appena scattate. Credo che il 99% dei chitarristi non sappia nemmeno che esista, la valvola 300B. Io stesso pensavo di utilizzarla solo per i miei ampli Hi Fi, per i quali rappresenta una delle migliori scelte possibili. Siccome, però, valvole come la la EL84, la EL34, la 6L6GC, la KT88, la 6550 ecc. sono state largamente impiegate tanto nel settore dell'amplificazione strumentale come in quello dell'Hi Fi, la curiosità di sentire come potesse suonare la 300B con la chitarra elettrica fu più forte di me, così sostituimmo un finale Marshall con un prototipo di finale con 300B in un sistema di amplificazione dotato di preamp Marshall JMP-1 e cassa, sempre Marshall, 4x12.
Si trattava di un finale sviluppato per l'Hi Fi (valvola di potenza a parte) ma rimasi talmente colpito dal suono indescrivibile che uscì da quegli altoparlanti, che non ho potuto fare a meno, nello sviluppo della mia testata valvolare, di tenere in considerazione anche l'impiego della 300B. Tant'è che, come vedete, nella sperimentazione sullo stadio di potenza, ho predisposto il circuito per funzionare tanto con la 6550 che con la 300B. Se i risultati saranno, ancora, quelli che immagino, allora produrrò sia testate con la 6550 che esemplari con la 300B.
Dagli esperimenti condotti fino ad ora, mi sono convinto che la vera differenza (tranne alcune cose che ritengo secondarie) tra gli ampli per chitarra e quelli Hi Fi, risiede nel preamplificatore e nei sistemi di altoparlanti. Tant'è che i classicissimi push pull di pentodi pilotati da una ECC83 e imbottiti di controreazione, che continuano a fare la fortuna dei produttori industriali di ampli per chitarra, sono praticamente gli stessi che si usavano negli ampli commerciali per Hi Fi (provate a confrontare qualche schema elettrico per credere, non serve la laurea), fino a quando il mercato non fu invaso dai prodotti giapponesi a transistor (Pioneer, Yamaha ecc. ecc.). Per quanto riguarda la differenza nella banda passante (ridotta) di un finale per chitarra rispetto a quella, più ampia, di un finale Hi Fi, ciò si traduce, semplicemente, in un risparmio per i produttori di ampli per chitarra. Infatti un finale per chitarra non si può impiegare per lo stereo perché ha una banda passante ridotta e distorsioni/colorazioni inaccettabili, ma il viceversa non solo è possibile, ma a quanto pare, spesso è addirittura consigliabile... Vi ricordo che sto parlando di finali di potenza, non di preamplificatori!






                       Da questa foto si vede il filamento acceso, che in questo tipo di valvole                                                  (DHT, direct heating triode) funge contemporaneamente sia da riscaldatore che da                                catodo.
                       Per questo motivo, onde evitare di sentire qualsiasi ronzio di alternata negli                                          altoparlanti,
                       ho deciso di alimentare il filamento con una tensione continua e anche stabilizzata,                              come fanno i costruttori più seri e prestigiosi. Di conseguenza viene alimentato in                                continua anche il filamento della 6550 (6,3V continui, per l'esattezza), ma nel suo caso                        se ne può fare anche a meno e negli ampli che impiegheranno esclusivamente questa                            valvola, implementerò l'accensione del filamento tramite i classici 6,3V in corrente                              alternata.
                       Per quanto riguarda la scelta delle valvole, le EL84 sono delle Electro Harmonix, la                              6550 è una Svetlana 6550C e la 300B è anch'essa una Electro Harmonix (300B EH                              GOLD, che si differenzia dalla versione standard per avere la griglia dorata).
                       Come vedete ho una predilezione per le valvole di fabbricazione russa...






               Che spettacolo!!!   Anche se ciò che lascia davvero incantati sono i i suoni che questa valvola                      può dare, che lasciano di stucco se il progettista sa come gestirla...... Certo che se si prova a                            pilotarla con la solita, piccina, ECC83 (che invece è un'ottima amplificatrice di segnale, ma non       è adatta come pilota di finali perché riesce ad erogare solo correnti molto modeste), ci sarebbe davvero da ridere. Tant'è che qualche costruttore commerciale che negli ultimi tempi sta cercando di introdurre "ufficialmente" la 300B nell'amplificazione per chitarra elettrica, ha impiegato, per pilotare la 300B, qualche valvoluccia un po' più robustella della ECC82/12AX7. Andate a vedervi la recensione sulla testata JJ ONE:                                     
                           https://www.eurotubes.com/store/pc/the%20jj%20one%20guitar%20amp.htm


             dove scoprirete che per pilotare la 300B (anch'essa prodotta dalla JJ, ovviamente)  hanno usato                        nientemeno(!) che una ECC81/12AT7...   Beh, già a differenza della ECC83 eroga un poco più di                        corrente nella griglia della 300B (il che dovrebbe significare qualcosa, per i più sagaci), ma non è ancora la (le) EL84 connessa a triodo che ho impiegato io. Se, da bravi chitarristi ligi alla vostra                tipica religione civile, pensate che io sia un pazzo a pilotare una 300B (o una 6550 a triodo)  con una              EL84 (che avete sempre visto impiegata solo come finale), andate a curiosare, questa                                    volta, sul sito di un artigiano di fama internazionale, Diego Nardi, e trovate l'ampli integrato Zjàl.                   (precisazione necessaria: il mio finale ha alcune cose in comune e molte similitudini con lo Zlàl di                 Nardi come con altri amplificatori di una certa levatura, ma non è una sua copia/scopiazzatura,                   tantomeno in "versione" chitarristica).

             La vostra, probabile, supposizione successiva sarà del tipo "ma lo Zjàl è un amplificatore Hi Fi... per               amplificare la chitarra con la 300B non serve che sia pilotata così energicamente...". Beh, a questo                punto non resterebbe che organizzare un incontro e fare un confronto "all'americana" tra la mia                 testata e la JJ ONE, o qualunque altro amplificatore per chitarra, commerciale o artigianale (si dice                          "boutique", mi sembra). Non sto dicendo "Pierino contro tutti", ma che sarebbe, quantomeno,                          un'esperienza interessante, anche per me.
             Può darsi pure che ci rimedio la figura del carciofo ripieno e avrete di che ridere per almeno un                      mese, no? Può darsi. Può darsi pure di no. Come fare per saperlo in altri modi?
             Ragionando soltanto basandovi sui soliti canoni della solita religione civile del chitarrista elettrico?
             Mmmmmmhhhhhhh...............
            Ah, un altro pensiero che non vi deve sfiorare è che l'idea della 300B con la chitarra elettrica mi sia               venuta tramite il JJ ONE, perché sono venuto a conoscenza della sua esistenza nella primavera                     2016, mentre la  prima volta che ho provato un mio finale 300B in un sistema di amplificazione per                 chitarra elettrica è stato nel 2005 (se non ricordo male, anno più, anno meno: su questo stesso blogger             andate a cercarvi il finale "asso di picche" nell'articolo "AMARCORD", che al posto delle EL84 era             pilotata da due ECC82/12AU7, addirittura meglio(!) della ECC81/12AT7, in fatto di corrente                         erogata nella griglia della finale di potenza!!!). 












Ovviamente, lo switch predisposto sull'alimentatore del filamento, è girato sulla posizione "300B",
Che riduce la tensione da 6,3 a 5V ed esclude la heaters mod (partitore di sollevamento del filamento), di cui la 300B non ha bisogno.










Ultimo aggiornamento: 30/10/2015.
Proprio in questi giorni, siamo a metà Ottobre 2015, ho ricominciato a lavorare alla realizzazione del mio esemplare personale, che per esigenze mie sto implementando suddiviso in due contenitori diversi. Il preamp, a due canali (CLEAN e OVERDRIVE), impiega quattro 12AY7 / 6072A Electro Harmonix Gold, mentre il finale di potenza, in classe A single ended, utilizza due EL84 EH e una Svetlana 6550C.
Spero di riuscire a finire sia il preamp che il finale prima delle festività di fine anno.
Alla maggior parte di voi, abituati alla "religione" tradizionale, sembrerà, già detto questo, che io sia un buontempone in vena di scherzi o che sia addirittura impazzito.
Quando, però, saranno pronti i primi video dimostrativi e, soprattutto, quando qualcuno tra voi potrà provare personalmente questo sistema di amplificazione, non credo che avrà molta voglia di scherzare.
"Ma come? La 12AY7 invece della ubiquitaria 12AX7? Ma allora sarà un preamp a basso gain?" Niente affatto! Anzi... Sappiate che soltanto i circuiti più elementari (quelli ai quali siete abituati) sono "pigri" e hanno poco gain, così da necessitare di valvole ad elevato guadagno intrinseco come, appunto, la ECC83 / 12AX7 la quale, adoperata nei circuiti che impiego io presenta un gain davvero troppo elevato.
"Di nuovo... Due EL84 che lavorano insieme ad una 6550? Che razza di finale è?"
E' un finale che invece di essere connesso a pentodo, come al solito, prevede il funzionamento ESCLUSIVAMENTE A TRIODO della 6550 (e in tal senso MESSO A PUNTO) e, per non perdere potenza rispetto alla configurazione a pentodo pilotato dalla solita, povera, piccola ECC83 / 12AX7, deve essere pilotata energicamente da uno stadio equipaggiato con due sostanziose EL84 (ancora connesse a triodo, una amplifica il segnale mentre l'altra le funge da carico attivo). Vi garantisco che non accade niente di male alla 6550C, che il circuito è affidabilissimo, che non l'ho inventato io (se ho un merito è soltanto quello di averlo adattato mutuandolo dalla crema-fior fiore dell'Hi Fi esoterica "hi end" al mondo della chitarra elettrica) e che non lo avreste mai e poi mai visto proporre da qualche industriale (!!!) né, tantomeno, dalla stragrande maggioranza dei costruttori "boutique", perché "al contadino non far sapere quant'è buono il formaggio con le pere". Soltanto che questo delizioso "spuntino", che sto preparando, costa parecchio produrlo industrialmente (e chi glielo fa fare se la gente si accontenta della solita minestra riscaldata, anche perché non conosce altro?) e, per quanto riguarda gli artigiani degli ampli "boutique", che sono abituati anche loro, da sempre, allo stesso circuito “industrialmente ok” e ribollito da quarant'anni (e cambia davvero poco dall'uno all'altro marchio)... sembra proprio che "al cane vecchio non insegnare cose nuove".
Mi sembra il caso di ricordarvi ancora un particolare importante, cioè che i finali di potenza tuttora utilizzati nelle vostre testate e combo dai tempi di Jimi Hendrix o giù di lì, sono gli stessi dei finali Hi Fi "consumer" dell'epoca, finché non apparvero i transistor ad invadere il mercato e a soppiantare quasi del tutto le valvole nel settore audio Hi Fi commerciale.
Alcuni sostengono (meravigliosa semplicità... mi fanno tenerezza) che l'amplificatore di ricetta “classica” con il finale dalle EL34 o 6L6 connesse a pentodo VEDI NOTA(1) + ECC83 come sfasatrice/pilota + controreazione ad anello (NFB) sia il meglio per amplificare la chitarra elettrica, anche perché ritengono, piuttosto ingenuamente ma forse, più che altro, perché essendo dei musicisti normalmente non possiedono le necessarie nozioni di elettronica, che “se fossero esistiti circuiti migliori, allora avrebbero soppiantato il solito... se così non è stato, significa che esso è il migliore e insuperabile”.
Per gli industriali sicuramente si! Il fatto che la chitarra elettrica sappia, evidentemente, anche accontentarsi di poco, non significa, però, che non sia capace di valorizzare (e farsi valorizzare) da circuitazioni decisamente più performanti e, aggiungo, neanche dai costi molto più elevati... almeno dal punto di vista di un artigiano.
Comunque chi vo' capi' capisce, questo è poco ma sicuro...
Per chi vuole davvero capirci qualcosa di più, sto, appunto, preparando un articolo dedicato che dovrei riuscire a pubblicare proprio in questi giorni (almeno in veste provvisoria). Per me non è facilissimo perché sono un tecnico, ma non un docente o un giornalista di settore. Abbiate pazienza.
Per quei due o tre che (mi auguro) vorranno seguirmi, invece, si preparino a vederne e, soprattutto, a sentirne delle belle (non delle balle...).

Per quanto riguarda il preamp, ognuno dei canali ha il suo proprio tone stack. Più precisamente, il canale CLEAN ha i seguenti controlli a manopola: BASS, MIDDLE, TREBLE, DEPHT e VOLUME; TREBLE SHIFT e BRIGHT invece, sono inseriti o esclusi tramite switch. Il canale OVERDRIVE, invece, oltre agli stessi controlli elencati per il CLEAN, ha anche il controllo GAIN.
L'FX LOOP, naturalmente, c'è. Però, siccome non sempre viene usato, ho previsto uno switch, montato sul pannello posteriore, tramite il quale questo circuito può essere tranquillamente bypassato. Se non è necessario, è inutile (e quindi dannoso) far passare il segnale musicale in un circuito e questa non è demagogia fine a sé stessa.  
A presto!
NOTA (1) Un pentodo come la (EL34) o un tetrodo a fascio (come la 6L6) esibiscono comportamenti elettrici e sonici completamente diversi, a seconda che siano connessi a pentodo oppure a pseudo-triodo. Ciò anche considerando uguali dissipazioni a riposo e tensioni agli elettrodi. E' come se si trattasse di valvole che non sono neanche lontane parenti. La differenza non è sottile, ma è paragonabile a quella che passa tra il Dr. Jekill e Mr. Hyde. Il fatto che taluni amplificatori prevedano il “funzionamento a triodo” del finale di potenza, gestibile tramite un semplice switch, non vi autorizza affatto a sentenziare circa il comportamento/suono di “tale valvola connessa a triodo”, perché si tratta soltanto di un escamotage per ridurre la potenza erogabile agli altoparlanti. Per assaporare il suono di un amplificatore con le finali connesse a triodo ci vogliono condizioni al contorno e messa a punto decisamente diversi rispetto alla configurazione a pentodo. E' già un grande vantaggio che, nella maggioranza dei casi, un tecnico accorto sappia come continuare ad utilizzare gli stessi trasformatori originali (di uscita e di alimentazione), quando va a riconfigurare uno stadio push pull per farlo funzionare a triodo.
E' quello che faccio anch'io. Però, dovendo progettarmi un amplificatore ex novo, almeno per me stesso preferisco “accontentarmi” di una sola valvola finale in single ended (15W RMS = circa 30W musicali, in classe A!) piuttosto che scomodare un più nerboruto push pull (con tutto il dovuto rispetto).

Nota del 27/12/15: i lavori procedono bene. Lentamente, ma procedono. Non è uno scherzo sviluppare e mettere a punto una nuova testata, innanzitutto affidabile e quindi bensuonante. Preferisco aspettare qualche mese in più, al limite, piuttosto che dovermi pentire della fretta. D'altronde questo progetto è il frutto maturo di anni di sperimentazione pregressa e quello che mi resta da fare è soltanto un paziente lavoro di "sintesi" e "messa su strada" del bolide. Nel frattempo ho già cominciato a pubblicare su questo blog degli approfonfimenti tecnici di carattere più generale, anche se dubito che qualcuno avrà la voglia di andarseli a leggere finché non avrà visto e sentito funzionare il nuovo "mostro" su YouTube...
Buona fine del 2015 e felice 2016 a voi!
NOTA DELL'11/12/2017: da allora ho dovuto interrompere il lavoro sullo sviluppo di amplificazioni e pedali, per dedicarmi completamente alla realizzazione di pickup e battipenna precablati custom, che pure mi divertono e mi danno belle soddisfazioni. Questi, infatti, sono di più "pronta beva" da parte dei chitarristi ed, essendo io un emerito sconosciuto, rappresentano un buon biglietto da visita e, spero, un cavallo di troia per gli altri prodotti in momenti successivi.
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Sdrastvuite, russkie druzia! Hi, russian friends, do you like this project?

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GRAND SLAM - ALL JFET GUITAR CLEAN BOOSTER

This is the GRAND SLAM, pick up signal enhancer pedal.

https://www.youtube.com/watch?v=0_qj3aB40EI&t=7s









High performance guitar clean booster, belongs, evidently, the elite series of objectives can be reached only by means of a completely handmade building. Is expressly dedicated to more demanding guitarists, which in addition to a pedal able to best perform the functions typical of the booster, would like to be able to elevate along with the level of the signal coming from the pick-ups, also the overall quality and the class of entire system guitar/effects/amplification. The advanced circuitry, entirely by discrete and selected JFETs (no chips/op amp), consists of:
  • An input stage, which in addition to amplify the signal preserves even the most subtle nuances of timbre and dynamics, without altering them, even without the interference typically due to hiss and hum; a properly boosted signal can really afford to work at the best the amplifier, which can/should be lowered in proportion the GAIN control;
  • FOCUS control, which does not interfere appreciably in the high frequency range, always evident, clear and defined, serves to focus the best "quantitative" response on bass and mid-bass in any context, even synergistically assisted by other controls on the amplifier, such as BASS and DEPTH. Thanks to GRAND SLAM is unlikely that you will still have to complain about bass present but not sufficiently damped (or rumbling and regurgitating), or, conversely, quite subdued and controlled, but too little present (no punchy);
  • A buffer circuit not less evolved of the input stage, which lowers the impedance of the output signal without distorting or compressing it and without appreciably reducing his amplitude.
Why circuitry entirely JFET?.. Low hiss/noise, high input impedance, timbre footprint particularly similar to that of triodes. However, JFETs are affected by a pronounced dispersion of the characteristics relative to one another, for the same symbol. For a craftsman is however not a problem to test many, one by one, and select them accordingly, as is in my case.
As is usual, the activation of the pedal is through the insertion of the input jack and this is indicated by the red LED. The green LED light up only when the pedal is “BOOST ON” via the footswitch.
The internal battery is excluded, automatically, when you insert the jack of the external power supply and if it were to have the wrong polarity, the circuit will not be damaged, due to robust protection diode installed.
Is, also, needless to employ power supplies with voltages higher than 9V, because the circuit does not receive more thanks to another protection, specially provided for the purpose.
Supplies that provide more than approximately 11V actual represent only an hard work for these protections.
Every booster pedal is individually built, developed, tested, and then internal numbered. Every unit have an alkaline battery inside (6F22 type), in gift with the booster. The wiring is, of course, TRUE BYPASS, performed with professional shielded OFC cable, while the components are almost entirely housed on PCB.
Components:
  • ALPHA and CTS 24mm potentiometers;
  • Fairchild JFETs;
  • Panasonic FC, Frolyt ERF, SILVER MICA, WIMA MKP, Roederstein MKT 1818 capacitors;
  • Features:
  • The total power consumption of the circuit, with both LEDs lit, is 5.5 mA (about 50 mW).
  • Input impedance: higher than 1 MOhm.
  • Output impedance: lower than 500 Ohm.
The enclosure dimensions, die-cast aluminum, are 146x120x38mm (5.70 x 4.70 x 1.50D inches) and it is the smallest possible that could adapt to this project. The primary objective was, however, achieve the best sonic performance, with reliability and low noise.
Use the GRAND SLAM will be an opportunity, also, to get a tangible idea of the projectual philosophy, beliefs and goals that AlterSonusAudioResearch seeks to achieve, proposing soon even more products, more challenging and  existing at the prototype stage.

Multimedia



More than 21000 guitar effects pedals from more than 3600 brands:
http://www.effectsdatabase.com/model/asar/grandslam
P.S.  There are no video tutorial available, currently. I will provide good videos linked su YouTube as soon as possible. Sorry.

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TWIN DRIVER - GUITAR TUBE OVERDRIVE PEDAL

PROGETTO TEMPORANEAMENTE SOSPESO ALLO STADIO DI PROTOTIPO, PER DARE LA PRECEDENZA ALLO SHOCKING VELVET OVERDRIVE.

DI COSA SI TRATTA..?
E' l'ennesimo pedale della nutrita serie di overdrive valvolari: ce n'era davvero bisogno?
Certo che no”... perché, appunto, ce ne sono già tantissimi sul mercato, a cominciare da quello forse più famoso, giustamente famoso, il Tube Driver della Butler / Chandler.
Allora perché ne propongo uno anch'io? Perché, come al solito, mi piace raccogliere la sfida di realizzare qualcosa con la mia mente, distaccandomi il più possibile dagli schemi canonici per realizzare macchine possibilmente migliori, sia sotto il profilo della resa sonica/suonabilità che per quanto riguarda la stessa affidabilità (parametro importante, ma talvolta trascurato...).
La ragion d'essere dei pedali overdrive valvolari, iI fascino che la maggior parte dei chitarristi subisce da questo tipo di pedali è dovuto, diciamocelo, alla presenza, al suo interno, di almeno una valvola. Non serve stare a ricordare per quanti e quali motivi le valvole sono tanto amate e considerate dai chitarristi e dagli audiofili più esigenti...
Altro motivo che rende cosi attraenti questi overdrive valvolari è la sfida morale di simulare più da vicino la resa generale di un vero canale valvolare di una testata.
Qualche overdrive, comprese alcune versioni dello stesso Tube Driver, è stato proposto addirittura in versione rack, mantenendo però, sostanzialmente, la circuitazione “da compromesso” tipica dei pedali valvolari. A questo punto qualcuno converrà che non abbia più molto senso utilizzare ancora la circuitazione del pedale, quanto, piuttosto, quella da testata tout court, no?
Qualcun altro, invece, obietterà che il suono di quel particolare circuito sia talmente caratteristico che valga la pena di portarselo appresso anche in formato rack.
Puo darsi e comunque ogni opinione va rispettata.
Vi dico la mia. Volendo rimanere in tema di PEDALI overdrive/booster valvolari credo che non abbia senso ricorrere alla complessità circuitale di un canale di preamp valvolare da testata. A quel punto costruiamoci/acquistiamo una testata e non se ne parli più (comunque sto costruendo anche la mia prima testata ufficiale, la VOYAGER 3, a due canali).
Piuttosto, trovo che, pur rimanendo in costi e ingombri ancora accettabili per un pedale, si possa fare molto per tirare fuori di meglio anche un pedale valvolare.
Tant'è che ho sviluppato e messo a punto il pedale Twin Driver.
CARATTERISTICHE.
Innanzitutto l'alimentazione non è a 9 o 12V come la stragrande maggioranza degli overdrive valvolari (compreso il Tube Driver), ma giustamente piu elevata, anche se ben al di sotto dei 100V. Molte volte si sente dire (o si legge in rete) che la valvola, all'interno dei pedali alimentati a tensione da batteria, funge non proprio come in un preamp ma, piuttosto, come una specie di “filtro” necessario ad ottenere una certa timbrica. Diciamo che non è proprio vera, ma è ben raccontata... Però vi garantisco che utilizzando tensioni anodiche un pochino più elevate, almeno di qualche decina di Volt, le prestazioni timbriche e dinamiche di questi “filtri valvolari” mogliorano decisamente, sotto ogni aspetto. La cosa non dovrebbe stupirvi, perché se le nostre beneamate valvoline sono state concepite per lavorare correttamente con tensioni dell'ordine delle centinaia di Volt, non si può pretendere un granché (anche se il risultato appare già soddisfacente) alimentandole con le tensioni tipiche dei semiconduttori di segnale.
Seconda importantissima caratteristica.
la quale caratterizza tutte le mie circuitazioni, come anche quelle di marchi particolarmente blasonati che producono amplificazioni di livello high-end: per far funzionare gli elementi attivi (sia valvole che semiconduttori) non utilizzo carichi passivi, cioè resistori o induttori, ma carichi attivi, dunque altre valvole o transistor opportunamente configurati. Questa è l'unica dritta che concedo ai pappafattisti, ovvero a coloro che, tipicamente, scopiazzano in modo più o meno accurato il lavoro degli altri per ricavarne facile profitto lucrativo.
Infatti, dove avrei potuto utilizzare anche una sola valvola (il tipico doppio triodo di segnale, come p.e. l'abusata ECC83 / 12AX7), ne ho implementate due, senza influire sul numero degli stadi in cascata. A livello di prestazioni, sia elettriche che soniche, è un po come paragonare un motore quattro cilindri in linea, 2000 di cilindrata, ad un 4000 con otto cilindri a V (un'Alfa Romeo con una Maserati o Ferrari?).
Quind si, nel Twin Driver ci sono due valvole (quattro triodi in totale). Non a caso l'ho chiamato proprio così...
Altra caratteristica...
Ammetto che non sono arrivato alle circuitazioni che impiego oggi così, improvvisamente, ma ci sono voluti degli anni e tanta passione... e tanti protitipi! Non vi stupirà sapere che ho costruito anche qualche circuito riproducente pedali famosi, per primo proprio il Tube Driver.
Se vuoi arrivare lontano, è lapalissiano partire studiando qualcosa che abbia già fatto strada, non trovate? Il bello è che il circuito del mio Twin Driver è talmente diverso sia dal Tube Driver che dagli altri overdrive valvolari che un tipico pappafattista, il quale oggi sta replicando I suddetti blasonati per farne cassa, col Twin Driver dovrebbe sudare non poco e con speranze di riuscita al 100% un tantino aleatorie.
Qualcuno ha affermato che per realizzare una buona copia occorra possedere preparazione e capacita ALMENO pari a quelle dell'autore della versione originale. A quel punto il pappafattista se lo sarebbe già realizzato da solo, il super-pedale, non sarebbe stato mica ad aspettare che glielo porgesse il sottoscritto o qualcun altro.
Dicevo... dove il Tube Driver utilizza amplificatori operazionali come il TL082 (ottimo Op-Amp, ancora molto utilizzato!), il Twin Driver impiega circuiti sviluppati intorno a JFET discreti, selezionati singolarmente. Ogni singolo circuito viene messo a punto individualmente. La differenza principale con il TL082 (come anche tutti gli altri Op-Amp) e che nel mio non c'e traccia alcuna di controreazione ad anello chiuso (la sonicamente indesiderabile NFB).
Altra caratteristica...
Il Twin Driver non ha un alimentatore (o power supply) al quale collegarlo, ma gli alimentatori (uno dedicato ai filamenti delle valvole e uno che si occupa delle anodiche e dei JFET) sono interni al pedale, che va collegato direttamente alla tensione di rete tramite una presa a vaschetta IEC.
Alcuni dei vantaggi offerti da questi stadi di alimentazione ad hoc e particolamente curati sono la estrema silenziosità del pedale (come ronzìo, ma anche come fruscìo introdotti) e il fatto che quando si cambia il tipo di valvole installate con un altro, tutto il circuito di adatta automaticamente al meglio per “mettere a proprio agio” la nuova coppia di valvoline facendo in modo che dia il meglio di sé
In altri circuiti, come (di nuovo) il Tube Driver, quando si sostituisce, p.e., la ECC83 con ECC81 o la ECC82, il circuito suona si diversamente, ma lo si è un po' sballato, similmente a quando si sostituiscano le solite ruote della nostra auto con altre dal diametro maggiore o minore. La macchina camminerà lo stesso, ma i contro saranno sicuramente più numerosi dei pro...
Nel Twin Driver, invece, sostituendo le valvole, ovvero le ruote con altre di diametro diverso, è come se ci fosse un dispositivo nel cambio/differenziale che si adatta AUTOMATICAMENTE al diametro delle nuove ruote. Alcune differenze si sentiranno lo stesso, altrimenti la sostituzione non avrebbe avuto senso, però il funzionamento generale della macchina sarà sempre abbastanza equilibrato, senza dover sottostare a qualche pesante penalizzazione.
Le valvole che possono essere utilizzate nel Twin Driver sono: ECC83 / 12AX7; ECC81 / 12AT7; 12AY7 / 6072A; ECC82 / 12AU7. Ovviamente vanno bene anche le loro equivalenze militari e industriali, delle quali fornirò opportuno elenco agli acquirenti. Voglio precisare che è meglio impiegare una coppia di valvole sempre dello stesso tipo, ma nessuno vieta di provare anche coppie promiscue, della cui resa sonica, però, non garantisco.

 

Si ma... come suona?
Mai come questa volta dipende da te! Dal tuo tocco/stile, dalla tua chitarra, dai pick up che monta, da quale tipo di valvole hai messo nel pedale, da come hai regolato i suoi controlli, se usi l'overdrive da solo oppure gli anteponi un booster... specialmente se è uno dei miei booster (ma va? Si, proprio così!). In pratica puoi impiegare il Twin Driver in tutte le salse e sfumature che vanno dal clean booster praticamente fino alla distorsione da canale lead, passando per il suono del Tube Driver, che comunque poi non guarderai più con gli stessi occhi (senza falsa modestia, ma è pur vero che ho messo in campo una tecnologia più ricca... ed è anche vero che il prezzo del mio è comunque allineato a quello del TD, anche se nella versione vintage). La risposta al tocco, la dinamica, la corposità e ricchezza di armoniche del suono e, perché no, la silenziosità, non li troverai mai più in nessun altro overdrive e farà vergognare anche tanti di quei canali crunch di testate blasonate.
Non mi credete? Contattatemi per organizzare un incontro di prove e portate pure i vostri pedali. Alla fine o farò la figura del tacchino farcito io, oppure rimarrete voi con due stati d'animo contrastanti: meravigliati da un lato e pieni di stupore dall'altro.

Si ma... come mai un emerito sconosciuto dovrebbe riuscire dove i "sacri guru" hanno sempre fallito o non sono mai riusciti in pieno? Bella domanda, ma per oggi ho esaurito il tempo a disposizione per il blog.


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mercoledì 17 giugno 2015

STRATOSTATION SIGNAL CONTROLLER - GUITAR PEDAL


INTRODUZIONE.

In commercio esistono tipologie differenti di chitarre elettriche, con caratteristiche proprie che le caratterizzano fortemente, come anche lo stile musicale di chi le suona. Per fare un esempio banale, due pietre miliari da citare sono sicuramente la Gibson Les Paul e la Fender Stratocaster (alludo a quella originale di Leo Fender, con tre pick up single coil). E' quindi ovvio che, dato un chitarrista e lo strumento musicale a lui più congeniale, è opportuno che tutto il sistema di amplificazione sia ritagliato ad hoc, di conseguenza, per valorizzare al meglio la musicalità che viene fuori dai pick up  mentre l'artista si esprime. E' arcinoto che pur rimanendo sempre gli stessi i componenti base di un sistema di amplificazione, le differenze strutturali e di messa a punto tra l'uno e l'altro possono essere abissali...


SSC: DI COSA SI TRATTA?

Tecnicamente è un pedale di preamplificazione che rientra nella categoria dei "clean booster" per chitarra elettrica.


PERCHE' E' DIVERSO DAGLI ALTRI?

Innanzitutto perché è stato concepito e sviluppato per le esigenze specifiche di tutti quei chitarristi (numerosissimi) il cui strumento di elezione è la Stratocaster (e tutte le cosiddette "stratoidi", che la imitano più o meno felicemente) in configurazione SSS. La SSC si prefigge, allo stesso tempo, due obiettivi tanto ambiziosi da risultare già non facili da perseguire singolarmente:
1) estendere la versatilità delle Strato, il cui tallone d'Achille  (leggi anche "Il tallone d'Achille della Stratocaster", su Accordo.it) è il pick up al ponte quando si desidera una distorsione potente e incisiva, come quella tipica delle ritmiche rock e metal. Infatti, in questo frangente il single coil al ponte lascia spesso a desiderare un output più consistente e una timbrica meno "acida" e "tagliente", quindi più piena e corposa nel range delle basse e medio-basse frequenze.
Versatilità significa, quindi, possibilità di strizzare l'occhio a timbiche caratteristiche (anche molto diffuse e desiderate) che però non rientrerebbero nelle normali possibilità tipiche della Strato. Ho fatto l'esempio clamoroso del pick up al ponte usato da solo in distorsione, ma non dimentichiamo che la Strato ha altri due pick up e altre quattro configurazioni possibili, da sfruttare al meglio...

2) Valorizzare al massimo le caratteristiche timbriche e dinamiche dello strumento (e il tocco del musicista) in qualsiasi contesto possibile!



PRECISAZIONE NECESSARIA?

I "pianeti" di questo pedale sono stati concepiti e sviluppati concentrando ogni sforzo intorno ad un unico "sole" che è, come già detto, la Stratocaster in configurazione SSS.
Non soltanto il controllo COIL OVERWOUND, ma tutta la macchina.
Volendo citare un certo approccio olistico, si può davvero affermare che "l'insieme è superiore alla somma delle sue parti". Potrà sembrare troppo filosofico, ma è proprio così!
Come mai nessuno aveva mai pensato ad una struttura come quella della Stratostation Signal Controller, prima d'ora? Per quanto mi riguarda non so se è davvero così e neanche mi interessa saperlo con certezza. Però se davvero così fosse, l'unica spiegazione che mi sentirei di dare è che nessuno, né industriale né tantomeno artigiano, probabilmente, ha mai proposto al pubblico un circuito preamplificatore con uno stadio di ingresso così prestante (sotto tutti gli aspetti), vero centro di gravità permanente grazie al quale, tra l'altro, il circuito simulante il COIL OVERWOUND assume una funzionalità così realistica e naturale. Infatti, come dovrebbe essere intuibile, se il segnale proveniente dai pick up della nostra Strato non venisse PRIMA preamplificato sufficientemente, non sarebbe possibile elaborarlo anche per simulare un timbro marcatamente diverso, senza perdere attacco, dinamica, definizione e il livello del segnale stesso.
Credetemi, non è sufficiente preamplificarlo con un circuito qualsiasi, ma ci voleva qualcosa di molto particolare.
Per quanto riguarda gli altri possibili utenti che la SSC potrebbe rendere felici, ci sono, ovviamente, tutti i possessori di chitarre passive dotate di pick single coil, come la Telecaster originale.
Se uno che ha la Les Paul o una Ibanez, ma anche una Strato configurata HSS, non è che collegando la sua chitarra alla SSC richia la vita... l'unico problema(?) è che usando gli humbucking, come anche i P-90, difficilmente si riuscirebbe a sfruttare il controllo COIL OVERWOUND, of course...
Visto che l'ingresso della SSC non satura neppure usando pick up humbucking, conserva, comunque, le altre sue caratteristiche superiori anche con questi altri tipi di chitarre.





COME E' STRUTTURATO.

E' dotato di:

- due circuiti preamplificatori identici, ma perfettamente separati e indipendenti (CH1 e CH2);
- due footswitch, di cui uno serve a selezionare le funzioni TRUE BYPASS / EFFECT ON e l'altro a selezionare CH1 / CH2;
- ognuno dei due canali è dotato di ben tre controlli a manopola e della propria spia luminosa di attivazione (di colore diverso per ogni canale); come potrete facilmente immaginare, uno dei controlli serve per gestire l'ampiezza del segnale che viene inviato all'esterno (OUTPUT LEVEL). Un altro controllo non poteva che essere il classsico TONE, che non ha bisogno di ulteriori presentazioni, I suppose... E il terzo controllo a cosa potrà mai servire? Magari è un ulteriore controllo di tono?.. Se proprio vogliamo, possiamo anche affermare questo e non sarebbe, elettronicamente parlando, del tutto sbagliato. Il "misterioso" terzo controllo è un particolare filtro, "cucito addosso" al classico pick up single coil. L'ho chiamato PICK UP OVERWOUND e a questo punto avrete capito perfettamente a cosa serve... Ebbene si, se la manopola viene tenuta a zero, il filtro non interviene e il timbro dei nostri single coil (magari dei vintage in AlNiCo V) non viene minimamente alterato. Se invece la manopola viene ruotata, ecco che, gradulamente, è come se per "magia" la bobina del o dei single coil azionati venisse sovravvolta, fino al fondo corsa dove il timbro ottenuto ricorderà particolarmente da vicino quello del leggendario pick up P-90!
Senza ritoccare la manopola OUTPUT LEVEL, a parte la variazione timbrica (che non ritengo abbia bisogno di ulteriori presentazioni) vi accorgerete che anche il livello di uscita si è, comunque, alzato un pochino. Resta comunque il fatto che trattandosi di un booster, il livello di uscita potrà essere alzato (più corretto dire regolato) a piacimento, quindi la "voce" della nostra Strato risulterà comunque più potente, volendo, di qualsiasi humbucking esistente, anche se attivo! Insomma, come si suol dire, "se non è vera, è ben raccontata", nel senso che chi avrà modo di provare questo pedale, non potrà negare che il suono sarà molto simile a quello ottenibile dai veri P-90 e in certi aspetti sarà addirittura migliore.
Scusate se è poco.

- oltre all'ingresso ad alta impedenza e al nomale OUTPUT MONO, è dotato di prese SEND e RETURN in entrambi i canali. Quindi sono presenti, in totale, sei prese jack mono.
Se non fosse immediatamente evidente, ciò significa che oltre a poter pilotare due sistemi di amplificazione separati (uno per canale), si può inserire qualsiasi tipo di effetto (di compressione o di modulazione) in uno o in entrambi gli FX loop.


ALTRI PARTICOLARI DEGNI DI NOTA.

L'alimentazione è a ben 24V. Mi dispiace, ma si tratta di circuiti più evoluti del solito e farli lavorare a soli 9V (la abituale tensione di batteria) avrebbe ridotto significativamente le non comuni prestazioni di questo pedale, sotto tutti gli aspetti. Chi dispone di un alimentatore (anche cinese da pochi euro) che eroghi dai 24 ai 27V (però occhio alla polarità), potrà utilizzarlo con piena soddisfazione e il pedale esibirà, comunque, una silenziosità fuori dal comune. Chi preferisce spendere qualcosa in più, invece, potrà avere l'alimentatore ad hoc che ho progettato e realizzato io.
L'uscita (o, se preferite, le uscite) è a bassa impedenza, in quanto i preamplificatori sono dotati di circuiti buffer particolarmente prestanti che, tra l'altro, non alterano apprezzabilmente i contenuti dinamico e armonico del segnale trattato, ma ne abbasssano, appunto, significativamente l'impedenza, con tutto quello che ne consegue in termini di interfacciabilità con gli effetti inseriti e come insensibilità alla lunghezza dei cavi con i quali viene collegato il pedale all'esterno.


STATO ATTUALE DEL PROGETTO.

Prototipo messo a punto e pienamente soddisfacente. Sono in attesa della componentistica necessaria per la realizzazione del primo esemplare ufficiale.

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