martedì 14 giugno 2016

INIZIAMO A CONOSCERE LE VALVOLE TERMOIONICHE (NUOVA ELETTRONICA n.166 SETTEMBRE 1993)

Quando uscì questo articolo divulgativo, sulla ormai scomparsa Nuova Elettronica (storica rivista di hobbystica), nel lontano 1993, ero un adolescente che studiava elettronica all'ITIS ed ero già incantato dal fascino immortale degli amplificatori a valvole.
Su uno dei miei libri di testo, quello di elettronica generale, c'era solo qualche sintetico accenno all'argomento, mentre questo articolo contribuì non poco alla mia prima infarinatura teorico-pratica sul funzionamento delle valvole.
Tant'è che alcuni anni dopo, prima ancora di scoprire la specializzata Costruire Hi Fi, il mio primo amplificatore valvolare fu proprio una delle proposte in kit di Nuova Elettronica ed era il finale stereo da "8+8W in classe A con EL34 ed ECC82".
Che nostalgia!
Siccome molti, tra audiofili e chitarristi elettrici, (come quelli per i quali il fatidico "bias" rappresenta qualcosa di leggendario e misterioso che tende a sfuggire alla comprensione "umana") so che vorrebbero disporre di qualche articolo simile a questo, ho pensato di ri-pubblicarlo qui, anche se negli ultimi anni, dopo l'avvento di internet, non si può dire certo che manchi il materiale divulgativo per i dilettanti/principianti.
E' anche vero che nel contenuto dell'articolo ci sono alcune approssimazioni e inesattezze, ma chi ha voglia di imparare se ne renderà conto poi, strada facendo, come è stato anche per me.
Ciò non toglie che, probabilmente, di seguito alle pagine dell'articolo, inserirò qualche nota personale di precisazione.
Intanto, almeno per comprendere a grandi linee come funziona una valvola, ce n'è abbastanza. Occorre solo una minima dose di buona volontà...




















10/03/18 Non ho poi trovato più il tempo da dedicare a questo articolo, ma vedo che nonostante lo avessi appena iniziato, nel frattempo è stato molto gettonato. Si vede che l'argomento, come pensavo, è di interesse diffuso. Quindi vedrò di darmi da fare...
Scrissi "una minima dose di buona volontà"... una certa passione, data per scontata, ma anche un minimo di conoscenza dei fondamenti dell'elettrotecnica. Se non si è capito prima cosa sono la tensione, la corrente, la resistenza, la potenza elettriche e la legge fondamentale (la legge di Ohm) che le mette in relazione, è praticamente impossibile capire come funziona una valvola o, in altri termini, come riesce ad amplificare un segnale. Altrettanto dicasi per i componenti elettronici fondamentali, per i quali intendo, oltre alle valvole, resistori (comunemente chiamati resistenze), condensatori, trasformatori e diodi.
Ovviamente, anche la legge di Ohm la trovate già "raccontata" nella wikipedia, alla quale rimando volentieri.

10/04/18   Mi dispiace molto non riuscire a trovare il tempo necessario per dedicarmi a questo articolo... spero di poterlo fare, prima o poi.



La lettura dell'articolo da qui non è particolarmente agevole... Trovare il numero 166 di Nuova Elettronica non è comunque difficile, anche oggi (si trova anche su ebay a prezzi ragionevoli).
Se qualcuno non riuscisse a procurarsela, può contattarmi per le fotocopie. Lo stesso vale per eventuali dubbi sui contenuti dell'articolo / per una conversazione tra appassionati sull'argomento.

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lunedì 6 giugno 2016

GRAND SLAM - PICKUP SIGNAL ENHANCER PEDAL

Avrei potuto chiamarlo semplicemente "guitar booster", che tecnicamente è, ma non gli avrei reso giustizia.
Infatti, a differenza degli altri pedali booster (almeno quelli di mia conoscenza) le cui possibilità di impiego e relative prestazioni non serve di certo che vengano qui da me descritte, il GRAND SLAM è una delle mie due proposte che permettono di elevare, quando collegati subito dopo la chitarra, le prestazioni soniche generali dei tipici combo e testate convenzionali. La stessa cosa come avviene anche, in molti casi, impiegandoli insieme agli effetti a pedale.






Il GRAND SLAM è un pedale ad elevate prestazioni, ottenute attraverso una realizzazione senza compromessi, completamente artigianale.

E' espressamente dedicato ai chitarristi più esigenti, i quali oltre a desiderare un pedale capace di assolvere al meglio le funzioni tipiche del booster, vorrebbero poter elevare, insieme al livello del segnale proveniente dai pick-up, anche la qualità complessiva e la classe dell'intero sistema chitarra/effettistica/amplificazione.








L'evoluta circuitazione, interamente a JFET discreti e selezionati (niente circuiti integrati/op amp), consta di:

- uno stadio di ingresso, che oltre ad amplificare il segnale ne conserva anche le più lievi sfumature timbriche e dinamiche, senza alterarle, risultato conseguito anche con un efficace contrasto a fruscìo e ronzìo. Questi ultimi, infatti, non sono fastidiosi soltanto mentre le corde dello strumento vengono tenute ferme, ma le loro armoniche generano battimenti (e quindi degrado sonico) anche con il segnale musicale.
Il principio sul quale si basa il miglioramento sonico consentito dall’impiego dei miei due pedali “booster”, è relativamente semplice da comprendere, proponendosi di compensare la perdita di informazione (armonica e dinamica) introdotta inevitabilmente dal tipico stadio di ingresso che equipaggia la stragrande maggioranza degli amplificatori commerciali per chitarra elettrica.
Per chi non lo sapesse, sarà sufficiente trovare in rete lo schema elettrico del proprio amplificatore e constatare che lo stadio d’ingresso (il più vicino alla presa jack...) è costituito da un triodo (nient’altro che una delle due sezioni di cui è composta una ECC83 o 12AX7 che dir si voglia) con l’anodo collegato ad un resistore (tipicamente da 100 Kohm, più raramente da 150 Kohm come qualche MESA BOOGIE o 220 Kohm come nei Soldano SLO). Questo stadio è il classicissimo amplificatore a catodo comune e, oltre ad essere decisamente sensibile al ronzìo dei 50 Hz di rete, non è certamente il migliore per prendersi cura del delicato segnale proveniente dai pickup che, dopo diversi metri di cavo, giunge all’ingresso dell’amplificatore. In una certa misura, so di poter affermare che, sonicamente, lo stadio d’ingresso degli ampli commerciali è un collo di bottiglia! Nei casi citati, in cui il resistore anodico assume un valore superiore ai 100 Kohm, aumenta il guadagno dello stadio, ma il resto non migliora apprezzabilmente.
Quindi, come avrete intuito, gli stadi d’ingresso dei miei pedali (compresi anche gli overdrive) hanno una struttura più evoluta, e quindi più performante. A questo punto, abbassando quel tanto il gain dell’amplificatore (basta poco) per poi compensarlo con quello del pedale, si va a “revocare” il delicatissimo incarico di stadio d’ingresso all’amplificatore, affidandolo nelle “mani”, ben più amorevoli, del nostro beniamino.
A questo punto si potrebbe obiettare che i miei pedali “booster” non sono implementati con dei triodi, bensì con dei JFET… Ebbene, che mi crediate o meno, almeno in certe applicazioni, non è fondamentale il tipo di elemento attivo impiegato (come tendenza timbrica, comunque, saprete che triodi e FET sono molto simili…), ma, piuttosto, lo schema circuitale messo in campo e, non ultima, la sua messa a punto.

Potrei farli anche a triodi i miei booster, certamente, ma oltre alle inevitabili lievitazioni di costi e ingombri, non ci sarebbero apprezzabili miglioramenti a livello sonico (fatto salvo quel quid in più di fascino e seduzione che caratterizza sempre un circuito valvolare rispetto ad uno solid state).

Un segnale correttamente preamplificato (boostato), dunque, consente efficacemente di far lavorare meglio l'amplificatore, al quale può/deve essere abbassato proporzionalmente il GAIN, come dicevo più sopra, a meno di non ricercare proprio la funzione di boost, cioè di “spingere” maggiormente il segnale all’ingresso dell’amplificatore tramite la manopola OUT LEVEL, ma con risultati che, comunque, risultano più soddisfacenti rispetto a quelli ottenibili tipicamente tramite altri pedali booster.



Torniamo alla circuitazione del GRAND SLAM:


- il controllo FOCUS (più propriamente BASS FOCUS), il quale non interviene apprezzabilmente nel range delle alte frequenze, sempre ben presenti, chiare e definite, ma serve per focalizzare al meglio la risposta "quantitativa" delle basse e medio-basse in ogni contesto, anche coadiuvando, ovviamente, questo controllo con gli altri presenti sull'amplificatore, come per esempio BASS e DEPHT. Grazie al GRAND SLAM è improbabile che avrete ancora da lamentare bassi presenti ma non sufficientemente smorzati (o rimbombanti e rigurgitanti), oppure, viceversa, abbastanza smorzati e controllati, ma troppo poco presenti!


- un stadio buffer, non meno evoluto e prestante dello stadio di ingresso, che abbassa l'impedenza del segnale in uscita senza distorcerlo o comprimerlo e senza ridurne apprezzabilmente l'ampiezza, che anche per questo motivo risulta comunque elevata nonostante il circuito sia alimentato a soli 9V;

Perché una circuitazione totalmente a JFET? E’ presto detto: Basso fruscìo/rumore, elevata impedenza d'ingresso, impronta timbrica particolamente vicina a quella dei triodi. Sono però affetti da una pronunciata dispersione delle caratteristiche l'uno rispetto all'altro, a parità di sigla. Per un artigiano, però, non è comunque un problema testarne tanti, uno per uno, e selezionarli di conseguenza, come avviene nel nostro caso.

Come è normale, l'accensione del pedale avviene tramite l'inserimento del jack d'ingresso e ciò è segnalato dal LED rosso. Il LED verde si accende soltanto quando il pedale viene attivato tramite il footswitch. La batteria interna viene esclusa, automaticamente, quando si inserisce il jack dell'alimentatore esterno e se quest'ultimo dovesse avere la polarità errata, il circuito non subirebbe alcun danno grazie alla robusta protezione installata. Il circuito è protetto anche contro alimentatori che, pur avendo polarità corretta, forniscano tensioni troppo elevate.

Ogni esemplare viene individualmente realizzato, messo a punto, collaudato e poi numerato all'interno, oltre che dotato di una batteria alcalina, fornita in omaggio col pealde. Il cablaggio è, ovviamente, TRUE BYPASS, eseguito con cavetto schermato professionale OFC, mentre la componentistica è quasi totalmente alloggiata su PCB.

Componentistica:

- Potenziometri ALPHA e CTS da 24mm;

- JFET Fairchild;

- Condensatori Panasonic FC, Frolyt ERF, SILVER MICA, WIMA MKP, Roederstein MKT 1818;

L'assorbimento totale del circuito, con entrambi i LED accesi, è di 5,5 mA.

Il peso complessivo del GRAND SLAM, compresa la batteria, è di circa 700 gr.

Impedenza d'ingresso: maggionre di 1 Mohm.

Impedenza di uscita: inferiore a 500 ohm.

Le dimensioni del contenitore, in alluminio pressofuso, sono 146x120x38mm (5.70 x 4.70 x 1.50D inch) e si tratta del più piccolo possibile che potesse adattarsi a questo progetto. L'obiettivo primario era, infatti, il raggiungimento delle più elevate prestazioni soniche, insieme all'affidabilità e silenziosità del booster.
L’esemplare delle foto pubblicate sul presente articolo sono quelle della versione in legno (con schermatura interna in foglio di rame), dalle stesse identiche dimensioni degli esemplari dal contenitore in alluminio tipo BBDD.

Adoperare il GRAND SLAM sarà un'occasione, inoltre, per avere un'idea tangibile della filosofia progettuale, delle convinzioni e degli obiettivi che mi propongo di realizzare tramite i miei prodotti.

L’altro booster che ho in cantiere, già allo stadio di prototipo avanzato, è sempre a JFET ma si
 alimenta solamente a 24V, naturalmente tramite un alimentatore esterno. I controlli di cui sarà dotato sono l’OUT LEVEL (ovviamente) e un classico TONE, che permette di enfatizzare o ridurre le frequenze alte e medio-alte (a differenza del FOCUS proprio del GRAND SLAM).



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