domenica 28 febbraio 2016

VOX NIGHT TRAIN 50 CON EL34 CONNESSE A TRIODO - TRIODE CONNECTION



In questo post vi racconto del mio incontro ravvicinato con un esemplare di VOX NIGHT TRAIN 
 50.




Link at the video demo on YouTube:  https://www.youtube.com/watch?v=Es0gvzcOIs8 


Non trovando lo schema elettrico in rete, ho dovuto procedere allo smontaggio dellamplificatore e allo studio diretto delle PCB per ricavarmi se non tutto, almeno la parte dello schema elettrico di mio diretto interesse.
Quindi questa volta non saprei dire se lo stadio pilota-sfasatore sia un long tail oppure del tipo a carico ripartito (soluzione che ho già visto adottata dalla VOX), come non sono del tutto sicuro del fatto che il circuito sia dotato o meno di controreazione ad anello (NFB). Il fatto che famosi modelli della VOX (come lAC15 e lAC30) non siano dotati della NFB e di aver constatato che i terminali del trasformatore di uscita (da qui in avanti TU) sono collegati esclusivamente alle uscite altoparlanti (lanello della NFB, quando c’è, solitamente aggancia proprio luscita del TU) mi lascia supporre che il NIGHT TRAIN 50 non abbia la NFB.
La PCB è molto densamente popolata e a doppia faccia, fatto che sembra spiegare la difficoltà di decifrarlo e quindi di reperire lo schema elettrico in rete. Neanche per me valeva la pena di perdere il tempo necessario a ricavarmi lo schema completo, sia perché è mia abitudine concludere i lavori commissionati nel più breve tempo possibile, sia perché sono innanzitutto un progettista e costruttore che fa affidamento a circuitazioni comunque piuttosto diverse da quelle commerciali (e diretti derivati) e anche perché lattività stessa di riparatore ed elaboratore di prodotti altrui la considero comunque collaterale e, per quanto divertente, non so fino a quando avrò tempo da dedicarvi.
Il racconto di questa esperienza potrebbe rendere alcuni possessori di questa testata in grado di provvedere personalmente alla manutenzione ordinaria e perché no, anche alle modifiche, a patto di possedere almeno un minimo di esperienza, un multimetro almeno decente, un saldatore a stagno, pure, da saper usare in modo almeno decente e di PRESTARE PARTICOLARE ATTENZIONE AL FATTO CHE QUESTO AMPLIFICATORE E DOTATO DI CIRCUITI CHE LAVORANO A TENSIONI DI QUASI 500V E QUINDI POTENZIALMENTE LETALI! Uomo avvisato
Inoltre, la Night Train 50 mi è sembrata, particolarmente, il tipo giusto che si prestasse allimplementazione della connessione a triodo delle EL34, e i risultati sonici sembrano proprio avermi dato ragione, ancora una volta (lho già esperita con successo anche su Fender Hot Rod De Luxe e Soldano SLO CLONE 100). Questa elaborazione la consiglio a chi desidera un suono più coinvolgente ed accattivante, o, in alternativa, meno finto e costipato del solito, sapendo di non necessitare di tutta la potenza che la testata è in grado di erogare se lasciata nella originale configurazione a pentodo.
Fatta la doverosa introduzione, passo a descrivere la avventura vissuta con questa testata.
Nelle foto allegate troverete i riscontri visivi alla descrizione che state per leggere.
  
R93 ed R94 sono due resistori da 1Kohm/5W in cassa ceramica e hanno la funzione di grid stoppers per le G2 (griglie schermo) delle EL34. R93 è quello collegato alla EL34 destra (quella più vicina al trasformatore di alimentazione, il più grosso tra i due da qui in poi solo TA), mentre R93 è quello collegato alla EL34 sinistra (quella dalla parte del trasformatore di uscita, o TU, il più piccolo dei due).





Questi due resistori sono collegati alle griglie schermo (G2, corrispondenti ai piedini n°4 dei rispettivi zoccoli portavalvola) delle EL34, da una parte, mentre dalla parte opposta sono entrambi collegati, insieme, all'alimentatore ad alta tensione (configurazione a pentodo puro, più potente ma affetta da maggiori distorsioni e altri problemi). Per ottenere la configurazione a triodo delle EL34, come ho fatto anche io, bisogna collegare le G2 ai rispettivi anodi, invece che allalimentatore anodico. Dunque si devono lasciare i resistori, certamente, collegati ai rispettivi piedini n°4 (le piste su PCB sono corte e quindi i collegamenti si vedono subito), mentre il reoforo opposto, sia di R93 che di R94, va dissaldato dalla PCB e sollevato da questa, insieme al resistore stesso, di alcuni millimetri.






La parte dei reofori così liberati, che attraversavano la PCB nel suo spessore insieme alla stagnatura, va piegata di 90 gradi verso l'esterno del resistore. Adesso bisogna preparare due spezzoni di filo elettrico (da 1,5 mm va benone) di lunghezza idonea e spellati su entrambi i capi (saranno mediamente 5 o 7 cm ognuno, vedete voi; i miei erano uno da 5 cm e l'altro da 6,5cm nelle parti ancora rivestite, vedi foto).
Uno spezzone di filo collegherà il reoforo liberato di R93 al piedino n°3 (anodo) della EL34 destra (che poi è quella "sottostante", la più vicina, non potete sbagliare) e l'altro spezzone collegherà R94 al piedino n°3 dell'altra EL34.
I piedini n°3 degli zoccoli sono collegati ai maschi fast-on che sulla PCB sono siglati come P6 e P9 e che collegano gli anodi delle due EL34 alle rispettive prese sull'avvolgimento primario del TU.
In sintesi, il terminale P6 corrisponde all'anodo della EL34 che fa capo a R93, mentre P9 corrisponde all'anodo (e quindi al piedino n°3) della EL34 che corrisponde a R94.
Per effettuare i due collegamenti ho saldato uno spezzone di filo tra il reoforo liberato di R93 e la parte opposta del fast-on siglato P6 (sulla faccia opposta della PCB, dove il fast-on è saldato alla stessa), mentre l'altro spezzone di filo l'ho saldato con un capo al reoforo liberato di R94 e l'altro capo sotto P9.
Una volta effettuati i collegamenti, ho fatto in modo che i reofori di R93 ed R94 utilizzati per i rispettivi collegamenti agli anodi fossero distanziati dalla superficie della PCB (e quindi dal precedente foro di saldatura) di un paio di millimetri, dopodiché ho riempito tale spazio con della colla a caldo, anche per rendere stabile il tutto ed evitare che i reofori potessero tornare a fare contatto con i fori che già li ospitavano.
Scusate se sono piuttosto ripetitivo, forse inutilmente, ma è meglio essere un po' noioso che lasciare qualsiasi dubbio in chi intenda effettuare la trasformazione del proprio Night Train 50. Comunque le foto allegate a questo post dovrebbero risultare sufficientemente esplicative.



































Per essere sicuro di evitare qualsiasi contatto elettrico tra i nuovi R39 ed R40 e lo chassis (quindi con la massa, il che avrebbe gravi conseguenze), ho preferito applicare nella zona interessata dello chassis due strisce sovrapposte di nastro isolante, aiutate a rimanere in sede anche da un po' di colla neoprenica.







A questo punto le EL34 della VOX NT50 sono connesse a triodo.
Ho ritenuto opportuno sostituire anche i resistori siglati R39 ed R40, che si trovano nelle immediate vicinanze di R93 ed R94, ma sono infinitamente più piccole e, quindi, per le solite ragioni di minimalismo produttivo industriale sono da solo 1/8 di Watt.
Queste, del valore di 5,6 KOhm, sono le tipiche grid stoppers delle griglie controllo (G1, piedino n°5 dello zoccolo portavalvola) delle EL34, quando vengono connesse a pentodo.
Per la connessione a triodo le G1 grid stoppers sono ancora necessarie, ma è sufficiente il valore ben più basso di soli 100 Ohm (avete letto bene, cento Ohm invece dei precedenti cinquemilaseicento) per garantire la stabilità funzionale delle EL34.
L'ideale, a livello di prestazioni dinamiche, sarebbe poter fare a meno delle grid stoppers, ma è già significativo poter adottare i valori più bassi possibili permessi dal contesto operativo.
Quindi ho eliminato R39 ed R40 originali e li ho rimpiazzati con due resistori da 100 Ohm, appunto, e 1/2W di potenza (o 0,5W, se preferite), ad impasto di carbone e quindi anche antiinduttivi.






(R39 ed R40 di serie le ho lasciate sulla PCB, ma sono saldate soltanto da una parte, quindi non fanno più parte del circuito)
A questo punto la trasformazione pentodo-triodo delle EL34 può considerarsi ultimata. Nelle altre testate rielaborate a triodo ho riconfigurato anche lo stadio pilota per farlo funzionare con la ben più prestante ECC82/12AU7, ma qui il budget non lo permetteva.
Adesso tocca alla regolazione del bias.
La misura della corrente di riposo (il bias, appunto) che attraversa ognuna delle EL34 può essere monitorata per via diretta o indiretta.
Cosa significa? Che invece della misura diretta della corrente (detta corrente anodica o Ia) espletabile collegando IN SERIE un milliamperometro tra il catodo di una valvola e la massa del circuito (il riferimento negativo), andremo a misurare la tensione che cade ai capi di un resistore (solitamente del valore di 1 Ohm) collegato tra il catodo e la massa e quindi attraversato dalla stessa corrente anodica che attraversa la EL34.
Questa misura si effettua con un millivoltmetro i cui puntali vanno collegati IN PARALLELO al resistore-sonda, ovvero ai suoi capi.
Per misurare la corrente direttamente, ovvero tramite il milliamperometro (con fondo scala a 200 mA, sul mio tester), bisogna dissaldare il resistore-sonda e rimpiazzarlo, praticamente, dopo averlo dissaldato, con il milliamperometro stesso. Quindi, invece di essere attraversato il resistore-sonda, dalla corrente che scorre nella valvola, in questo modo viene attraversato lo strumento stesso. Questa pratica, però, è scomoda e se non viene attuata con cognizione di causa può essere pericolosa per le valvole e, soprattutto per il TU stesso, nel caso si stacchi accidentalmente un puntale del tester. Io l'ho fatto per pignoleria, ma voi potete accontentarvi tranquillamente del metodo "di bordo", che è attendibile e andate sicuri ugualmente.
Dunque, con l'ampli capovolto (se avete asportato il coperchio superiore, ponete un oggetto solido di spessore adeguato tra il piano di appoggio e il TU, per fare in modo che le EL34 non appoggino loro stesse sul tavolo di lavoro...) togliete le quattro viti e quindi il coperchio inferiore dello chassis).
E' importante ricordare che prima di accendere l'amplificatore deve essere collegato un carico all'uscita altoparlanti. Potete anche collegare il diffusore con cui suonate... Io ho preferito collegarci un jack connesso con due spezzoni di filo ad un resistore da 8,2 Ohm/10W in cassa ceramica, che uso come carico fittizio per alcune misure che effettuo.
Altro consiglio che mi sento di dare, prima di procedere alla misurazione/regolazione del bias, è di ruotare a zero tutti i potenziometri dei GAIN e VOLUME.
A questo punto si accende l'amplificatore e lo si lascia scaldare per almeno una decina di minuti / un quarto d'ora. Poi si prende il tester (o multimetro, come preferite) e lo si imposta su millivoltmetro, col fondoscala a 200 mV (sul mio tester, sul vostro potrebbe essere, magari, da 100 mV...).
I due resistori-sonda hanno il corpo azzurro e sono siglati uno R30 e l'altro non lo so, perché nell'esemplare che mi è stato consegnato era bruciato ed ha annerito parzialmente anche la zona di PCB interessata, con la relativa scritta...







Comunque si vede dalle foto e si trova immediatamente a destra del porta terminali bianco siglato BIAS.
Adesso si può procedere in due modi: o si applicano i puntali del tester direttamente ai capi del resistore sul quale effettuare la misura, oppure si tocca con il puntale di massa il terminale centrale dei tre che alloggiano nel rettangolino bianco siglato BIAS e si tocca, alternativamente, con il puntale positivo, uno dei due terminali laterali.
In ogni caso si andrà a leggere un risultato tipo XX.X (per esempio 35.2), che sono i milliVolt presenti ai capi del resistore a causa della corrente che lo attraversa dopo aver attraversato la EL34. Magari cercate e leggetevi qualcosa a proposito della "legge di Ohm" sulla Wikipedia o su qualche libro di fisica o di elettrotecnica generale.
Intanto vi basti sapere questo: poiché i resistori-sonda sono del valore di 1 (uno) Ohm, la relazione lineare che sussiste tra corrente che scorre e tensione presente ai capi del resistore è anche matematicamente immediata. Quindi se scorre 1 milliAmpére nel resistore, leggeremo 1 milliVolt di tensione. Se scorrono 40 mA, leggeremo 40 mV e così via, ma la cosa importante è che staremo leggendo, direttamente, il valore esatto dei milli Ampére che ci interessano, anche se lo strumento di misura è impostato sui milliVolt!
Appena ho sostituito il resistore-sonda bruciacchiato, ho acceso l'ampli per sentire cosa succedeva e, visto che sembrava suonare normalmente, ho proceduto alla misurazione del bias. Ho trovato circa 35 mA sulla EL34 sinistra, quella corrispondente al resistore appena sostituito, mentre su R30 ho rilevato circa 25 mA! La differenza era troppa e rischiava anche di arrecare danni irreparabili al TU.









(dalle ultime due foto si vede la nuova sistemazione dei due resistori sonda: non li ho saldati più nelle ripettive piazzole sulla PCB, ma in queste ultime ho saldato quattro connettori di un paio di centimetri l'uno, al termine dei quali ho saldato, poi, i resistori. In questo modo, se dovesse di nuovo andare in fumo uno di loro, non sarebbe necessario smontare tutto l'amplificatore per sostituirlo, ma sarebbe sufficiente togliere il coperchio inferiore ed effettuare rapidamente l'operazione) 
Tutto ciò anche perché, da quanto ho capito, il proprietario di questo VOX aveva sfilato le valvole di serie e le aveva sostituite brutalmente, senza controllare e regolare nuovamente il bias...
Comunque ho constatato che né il TU né tantomeno le nuove EL34 JJ Tesla hanno riportato danni evidenti.
Dopo aver implementato la riconfigurazione a triodo delle EL34, come esposto sopra, ho effettuato la regolazione del bias, portando entrambe le EL34 a lavorare con i seguenti parametri: Vak (tensione anodica, tra anodo/G2 e catodo)= 465V ; Ia (corrente anodica, che scorre a riposo tra anodo/G2 e catodo)= 42mA ; VG1 (tensione tra griglia controllo e catodo= -38,5V. NOTA: la VG1 si misura dopo aver rimosso fisicamente la PCB che ospita i jack di collegamento agli altoparlanti, senza comunque discollegarla elettricamente; si regola il tester con fondo scala a 200V e si pone un puntale alla massa/chassis dell'ampli e il puntale rosso su R39 o su R40; accanto al valore letto comparirà il segno negativo.
Moltiplicando P=VxI =465 x 0,042 (i miei desiderati 42 mA) si ottengono circa 19,5W, che è la potenza dissipata A RIPOSO da ognuna delle EL34. Se si considera che in quel mentre la tensione di rete era di ben 251 VAC (dove abito io è alta, da un po' di tempo) e che alla EL34 si possono far dissipare tranquillamente 21 o 22W (25W massimi teorici) senza ripercussioni negative sulla sua salute, si comprende che l'impostazione che ho scelto è, comunque, decisamente "conservativa", ed ho anche avvicinato maggiormente la classe AB nella quale lavora lo stadio push-pull alla classe A pura.
Altro che cambiare le valvole "a scimmia" ogni due o tre mesi, come fanno alcuni. Le valvole cominciano a dare il meglio di sé, sonicamente, dopo diverse decine di ore di funzionamento (rodaggio), perché i materiali che emettono gli elettroni, di cui sono rivestiti i catodi, devono avere il tempo di assestarsi per bene e andare a regime. Quindi più tempo le valvole funzionano, tanto più suonano meglio e diventa stabile il loro bias. Il fenomeno del rodaggio è particolarmente accentuato nelle valvole di produzione russa (Sovtek, Electro Harmonix e Svetlana, che sono anche le mie marche preferite) che, però, dopo questo primo periodo di funzionamento sono le migliori. Da tutto ciò si deduce quanto sostituire spesso le valvole sia controproducente, oltre che inutile.
Ho letto, sotto ai potenziometri VR3 e VR4, che la corrente di bias scelta dalla VOX sarebbe di 35mA per valvola, ma mi sembra davvero uno spreco, anche se grazie alla configurazione a pentodo, così come l'ampli viene proposto dalla casa, riesce lo stesso ad ottenere una potenza in uscita piuttosto alta. La configurazione a triodo suona meglio del pentodo puro (provare per credere), soprattutto quando il circuito non è dotato di controreazione ad anello (come in questo caso, fino a prova contraria), però produce potenze inferiori, a parità di condizioni al contorno, per cui ho preferito, anche per questo, aumentare fino a un certo punto la corrente di riposo e quindi la potenza dissipata dalle EL34.
Ciò visto che la potenza in uscita è, almeno fino a un certo punto, proporzionale alla potenza dissipata a riposo, così nei transistor come nei tubi a vuoto.
Unitamente al fatto che, riducendo il valore dei G1 stopper da 5,6KOhm a 100 Ohm è aumentato il potere di pilotaggio delle EL34 in regime dinamico da parte della ECC83/12AX7 deputata allo scopo, ho recuperato dinamicamente unaltra parte della potenza di uscita che avevo perso passando dalla configurazione pentodo a quella a triodo. Con i nuovi resistori da soli 100 Ohm, lo stadio pilota riesce ad erogare più corrente nelle griglie G1 delle EL34, tanto più quanto il segnale amplificato diviene consistente.
In ogni modo non mi sembra proprio che il Night Train adesso lasci a desiderare in quanto a potenza erogata! L'ho collegato alla mia cassa personale, realizzata intorno ad un solo Eminence V12 Legend (8 Ohm) e, suonandoci in casa, il volume si deve tenere comunque basso... Ho girato un video per YouTube, che ho linkato anche qui, e spero che possa essere abbastanza eloquente.
Peccato che il chitarrista medio sia stato indotto a ritenere che la configurazione a triodo dei pentodi di potenza sia solo un espediente per ridurre la potenza di uscita, che in tanti contesti è anche poco gestibile...
Come sto cercando di dimostrarvi, assestando opportunamente un serie di condizioni circuitali al contorno, la potenza erogata non lascia molto a desiderare e le sonorità migliorano decisamente. Tutto ciò, però, contrastava con le esigenze degli utenti di testate testate tradizionali, specialmente quando non esistevano i sistemi PA e contrasta, ancora......... con le esigenze dei produttori industriali, che cercano sempre di impressionare con elevate potenze, soprattutto quando per loro si rivelano davvero a basso costo.
Ritornando alla questione della mera regolazione del bias, sulla PCB ci sono due trimmer, siglati VR3 e VR4. E', questa, una scelta progettuale encomiabile, da parte della VOX, perché permette non solo di regolare la corrente nei tubi di potenza, ma anche di bilanciarla con precisione (offset zero, come sarebbe d'uopo in ogni amplificatore push-pull che si rispetti). Lavorando su un clone della famosissima Soldano SLO 100, invece, rimasi negativamente sorpreso constatando che ci avevano messo un solo trimmer che regola, contemporaneamente, la corrente in tutte e quattro le valvole (6L6GC o EL34) del push-pull parallelo, senza permettere di regolare, almeno, l'offset tra i due rami... Ciò che mi indispettisce maggiormente è che, da quanto ho sentito dire in giro, la testata originale se la fanno pagare una cifra intorno ai 6000 USD!!! Sulla possibilità di trovare davvero coppie o addirittura quartetti di valvole realmente selezionate e accoppiate, nutro seri dubbi. Anche se fosse, le valvole vengono selezionate, nella migliore delle ipotesi, dopo che hanno fatto solo qualche ora di rodaggio, mentre il loro comportamento, anche se con un certa lentezza, continua a variare nel corso della loro vita operativa (anche invertendo la tendenza), per cui un sistema di trimmer che permetta di regolare ed azzerare anche loffset tra i tubi di potenza nei finali push-pull come pure nei single ended paralleli (SEP), periodicamente, è sempre auspicabile, se non necessario.







Adesso basta con le polemiche e torniamo a noi. Dicevo che VR3 e VR4 hanno la stessa funzione di regolazione indipendente della corrente di riposo, rispettivamente per la EL34 più vicina al TU e per la EL34 più vicina al TA. Mi aspettavo che uno dei due si occupasse di regolare contemporaneamente la corrente nei due rami (come nel caso della Soldano SLO), mentre l'altro provvedesse al bilanciamento, come accade in molti push-pull, anche Hi Fi, ma come vi ho detto non è così. Ogni trimmer interviene esclusivamente sul bias di una rispettiva EL34.

Per regolare questo benedetto bias ho prima tolto le EL34 dall'ampli, poi ho rimosso la PCB che ospita le prese jack per gli altoparlanti (lasciandola penzolare fuori dall'ampli senza scollegarla elettricamente e sempre con il resistore da 8,2 Ohm collegato alluscita) in modo da accedere a R39 ed R40. Poi ho rimosso, aiutandomi con la lama di un taglierino, la vernice che sigillava la regolazione precedente dai due trimmer. Quindi, usando un giravite a croce, ho ruotato completamente verso destra sia VR3 che VR4. Così ho ottenuto i massimi valori negativi di tensione per le G1, corrispondenti ai valori più bassi possibili di correnti di riposo nelle valvole. Poi, uno alla volta, ho regolato i due trimmer in senso antiorario, fino ad ottenere VG1 di -38,5V per entrambe le EL34 (per adesso smontate dallampli). Quindi ho spento il VOX e ho rimesso le EL34 al loro posto. Lho capovolto di nuovo, lho riacceso e dopo alcuni minuti ho misurato i milliVolt ai capi dei resistori-sonda. Si oscillava fra i 41,5 e i 42 mV (e quindi, come già detto, mA): proprio il valore che cercavo. A questo punto potrebbe sembrare già ottenuto anche loffset zero tra le due EL34, e volendo, si potrebbe anche ritenere che sia così. Da bravo pignolo, però, ho ottenuto la regolazione fine delloffset collegando, tramite dei coccodrilli, un puntale del tester al reoforo di uno dei resistori sonda e laltro puntale allaltro resistore, sempre col il tester impostato sui 200 mV. E indifferente a chi venga collegato il puntale rosso e a chi il nero, limportante è che ogni puntale venga collegato al reoforo che fa capo al catodo della valvola corrispondente, e non alla massa. Per individuare quali sono i reofori collegati ai catodi, potete fare nel modo seguente: misurate la tensione ai capi del singolo resistore e, se la polarità è corretta (puntale rosso sul reoforo al catodo e puntale nero sul reoforo a massa) troverete un valore senza il segno meno davanti. Allora il puntale rosso indica il reoforo collegato al catodo.
Quando i puntali del tester sono collegati ai catodi delle rispettive valvole (comunque sono i piedini n°8) si leggerà qualche valore molto basso, potrebbe essere 0,008, per esempio. Allora agirete su uno dei trimmer, VR3 o VR4, molto delicatamente, fino a leggere 0,00.
Adesso non mi resta che elencare le altre elaborazioni che ho ritenuto il caso di apportare su questo circuito.
Innanzitutto ho sostituito i diodi raddrizzatori dellalimentatore anodico. Ho montato gli UF4007 (ultraveloci, producono meno rumore) al posto dei soliti 1N4007.







In parallelo alla prima capacità di filtro dellanodica, formata da una serie di due elettrolitici da 330 microfarad/350V, ho collegato un condensatore a film plastico da 0,1 microFarad/630V, per contrastare meglio i disturbi ad alte frequenze.
Ho discollegato tutti i piccoli condensatori da 1 nanoFarad (otto in tutto) posti in parallelo ai diodi raddrizzatori, sia dellalimentatore anodico che di quello del bias, perché non attenuano le armoniche spurie prodotte dalla commutazione dei diodi, ma ne spostano soltanto più in basso le relative frequenze. Per ottenere efficacemente la funzione di soppressione di queste armoniche indesiderate, ho applicato, piuttosto, tra ognuno dei due ponti a diodi e il rispettivo avvolgimento secondario del TA, in parallelo a questo, una rete snubber composta da un condensatore a film plastico da 0,1 microFarad e due resistori in serie da 100 Ohm, come visibile nelle foto.











Ho applicato anche, come dovrebbe essere la norma pure per i produttori industriali, un condensatore antidisturbo di classe X2, da 0,1 microFarad, in parallelo allavvolgimento primario del TA, quindi dopo linterruttore di accensione MAIN.







Non è stato necessario applicare il solito, opportuno, partitore di sollevamento dellalimentazione filamenti (in arte la heaters mod.) in quanto ho constatato che i filamenti sono già sollevati dalla massa del circuito, di circa 25 Volt. Portare il filamento ad un potenziale positivo rispetto al catodo produce una diminuzione del rumore di fondo prodotto dalle valvole, con un miglioramento generale della qualità del suono.
Purtroppo tutte le valvole sono accese con 6,3V alternati, direttamente da un secondario del TA. Sarebbe davvero il caso di accendere le ECC83 con una tensione continua (e magari anche stabilizzata), ma da un prodotto industriale sarebbe pretendere troppo.
Non meno importante ai fini della resa sonica, ho tenuto acceso lampli per due giorni di fila, in modo da far rodare almeno in buona parte le valvole, ma anche il resto della componentistica. Ho collegato ad una delle uscite a 8 Ohm un carico fittizio composto dalla serie/parallelo di numerosi resistori in cassa ceramica per un valore complessivo di 8,2 Ohm e, allingresso, con interposto un potenziometro per attenuare il segnale applicato (altrimenti troppo elevato per una testata da chitarra), ho collegato un lettore di CD caricato con una compilation molto lunga di Mp3 vari. Ho regolato il GAIN del canale pulito e il volume di uscita in modo che i resistori di carico non si scaldassero più di tanto Non mi alzavo, comunque, di notte per controllare che il CD non fosse finito per poterlo rimandare daccapo (!....), tanto limportante è che lampli stia acceso, poi se ha anche un segnale da amplificare è sicuramente meglio, ma non indispensabile.
Diciamo che le valvole cominciano a suonare davvero non prima di due giorni di funzionamento ininterrotto e che il rodaggio può considerarsi davvero ultimato dopo una decina di giorni di funzionamento. Ebbene è così.
Coglierei loccasione per far notare una cosa a proposito dello STAND BY, tanto diffuso negli amplificatori per chitarra. Tipicamente, questo interruttore interrompe la fornitura di tensione anodica, quella che provoca lo scorrimento della corrente allinterno delle valvole, lasciandone accesi solo i filamenti.
Se i catodi sono caldi, grazie ai filamenti già accesi, e si dà improvvisamente la tensione di alimentazione anodica tramite lo STAND BY, si procura alle valvole un forte stress che, ripetuto nel tempo, può portare al fenomeno del cathode stripping, ovvero i materiali di cui sono rivestiti i catodi i quali emettono gli elettroni, si staccano dal catodo e se ne vanno a spasso nella valvola. Se, poi, questi materiali vanno ad attaccarsi sulle griglie, si posso verificare altri fenomeni particolari....

Quindi cercate di accendere i vostri ampli alzando contemporaneamente sia il MAIN che lo STAND BY e poi, per spegnerli, abbassate prima lo STAND BY e, dopo una decina di secondi, anche il MAIN.












































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