ENGLISH
For this first model I wanted to make a compact humbucker whose power was obviously superior but not too much, compared to a classic Strat single coil positioned on the bridge.
Let's say characterized by a level of output comparable at least to that of a good bridge P90 ... For this reason I used the enamelled wire type AWG 43, that is 0.056 mm in diameter which, wrapping it by hand on small coils typical of Hot Rails, did not allow me to exceed about 4.7 Kohm of wire each ... about as much as you find in the reels of the Chinese Hot Rail, which are wrapped with automatic winding machines and equipped with the usual (but excellent if well used ) ceramic magnets.
In order to produce more powerful models, I will soon use AWG 44, with a diameter of 0.050 mm and that, therefore, will allow me to wrap even more coils of wire in these small coils.
It was not immediate to find the magnets having the ideal chemical-physical characteristics, always speaking, of course, of neodymium alloy magnets, material that characterizes the sound with a naturalness, balance and extension that would already be quite astonishing without even getting into it a power, dynamics and attack, at the same time, at the highest desirable levels.
It should not be surprising, in fact, that the neodymium magnets have been used, for some time now, even by the best loudspeaker manufacturers to create objects of superior class and performance. A detail that, in my opinion, deserves not to be overlooked, is represented by the fact that the neodymium magnets are also used to give magnetization to the ever-popular magnets in AlNiCo, alloy that otherwise would not have its own natural magnetism. Even risking to appear biased (and in fact I have become, after good reason...), I would like to emphasize the fact that demagnetize a rare earth magnet (then neodymium or samarium-cobalt) or ceramic (otherwise called ferrite) it is not easy and it should at least be subjected to relatively high temperatures, while demagnetizing a magnet in AlNiCo is much easier (and can happen even accidentally) and it is a phenomenon that happens, however by nature, constantly and fortuitously in a very, very slow mode over the years.
As always I do with all my pickups, the coils, once the windings have been completed, I have bathed them in a mixture of paraffin and beeswax to obtain uncompromising reliability, thus avoiding the risk of unwanted and annoying squeal.
As the pickup was intended for the bridge position of one of my multifunction prewired pickguards (whose dedicated article is visible at https://www.blogger.com/blogger.g?tab=mj&blogID=3741545381098661022#editor/target=post ; postID = 8960467839313245351; onPublishedMenu = allposts; onClosedMenu = allposts; postNum = 0; src = postname), I have, of course, equipped with the option to work in humbucker mode (with coils connected in series, for an Rs of 9.4 Kohm) that splits, where only the coil closest to the central pickup remains in operation. It is, in fact, a Strat SSS pickguard dedicated to those guitarists who want a bridge humbucker (and therefore a pickup that is more incisive, in distortion, compared to a classic Strat single coil) but has a Strat which body is not designed to fit a classic humbucker and much less is willing to prepare it in that sense.
Since it was not also wanted to make it work with both coils in operation and connected in parallel, as you can see from the photos the output wires of the pickup are only three instead of the classic four (negative, red for full humbucker, white for split coil).
Many guitarists, giving a first look at the photos of my neodymium pickups, think that the silvered bars that are seen in the lower face are the real magnet.
It is not so. What is also seen in the photo posted in this article is simply a protective cover, cut and shaped from the "not too thin" aluminum sheet that I also use to shield the coils of my Strat single coil and P90 pickups and the back of the plates of my loaded pickguards.
The real magnets are much smaller, conveniently positioned between the two blades and completely immersed in a resin that gives the necessary compactness to the whole assembly.
ITALIANO
Per questo primo modello ho voluto realizzare un humbucker compatto la cui potenza fosse evidentemente superiore ma comunque non troppo, rispetto ad un classico Strat single coil posizionato al ponte. Diciamo caratterizzato da un livello di uscita paragonabile almeno a quello di un buon P90 da ponte... Per questo motivo ho utilizzato del filo smaltato di tipo AWG 43, cioè da 0,056 mm di diametro il quale, avvolgendolo a mano sulle piccole bobine tipiche degli Hot Rail, non mi ha permesso di superare i circa 4,7 Kohm di filo ciascuna... all'incirca quanto ritrovate nelle bobine degli Hot Rail cinesi, che sono avvolti con bobinatrici automatiche e dotati dei soliti (ma pur ottimi se ben impiegati) magneti ceramici.
Per produrre modelli più potenti utilizzerò, prossimamente, l'AWG 44, dal diametro di 0,050 mm e che, quindi, mi permetterà di avvolgere ancora più spire di filo in queste piccole bobine.
Non è stato immediato trovare i magneti aventi le caratteristiche chimico-fisiche ideali, parlando sempre, ovviamente, di magneti in lega di neodimio, materiale che caratterizza il suono con una naturalezza, equilibrio ed estensione che sarebbero già abbastanza stupefacenti senza che ci si mettessero anche una potenza, dinamica e attacco, contemporaneamente, ai massimi livelli desiderabili.
Non deve sorprendere, infatti, che i magneti al neodimio vengano impiegati, da un po' di tempo a questa parte, anche dai migliori costruttori di altoparlanti per realizzare oggetti di classe e prestazioni superiori. Un particolare che, secondo me, merita di non essere trascurato, è rappresentato dal fatto che i magneti al neodimio vengono impiegati anche per conferire la magnetizzazione ai sempre osannati magneti in AlNiCo, lega che altrimenti non sarebbe dotata di un proprio magnetismo naturale. Anche rischiando di apparire fazioso, vorrei sottolineare il fatto che smagnetizzare un magnete alle terre rare (quindi al neodimio o al samario-cobalto) o ceramico (altrimenti detto in ferrite) non è facile e occorrerebbe quantomeno sottoporlo a temperature sempre relativamente elevate, mentre smagnetizzare un magnete in AlNiCo è decisamente più facile (e può capitare addirittura accidentalmente) ed è un fenomeno che avviene, comunque per natura, costantemente e fortuitamente in modo molto, molto lento col passare degli anni.
Come sempre faccio con tutti i miei pickup, le bobine, una volta completati gli avvolgimenti, le ho sottoposte a bagno in miscela di paraffina e cera d'api per ottenere una affidabilità senza compromessi, scongiurando così il pericolo di fischi indesiderati quanto fastidiosi.
Siccome il pickup era destinato alla posizione ponte di uno dei miei battipenna precablati multifunzionali (il cui articolo dedicato è visibile all'indirizzo https://www.blogger.com/blogger.g?tab=mj&blogID=3741545381098661022#editor/target=post;postID=8960467839313245351;onPublishedMenu=allposts;onClosedMenu=allposts;postNum=0;src=postname ), l'ho, naturalmente, dotato della possibilità di lavorare sia in modalità humbucker (con le bobine connesse in serie, per una Rs di 9,4 Kohm) che splittato, dove resta in funzione solo la bobina più vicina al pickup centrale. Si tratta, infatti, di un battipenna Strat SSS dedicato a chi desidera un humbucker al ponte (e quindi di un pickup che sia più incisivo, in distorsione, rispetto ad un classico Strat single coil) ma ha una Strato che non è predisposta per alloggiare un humbucker classico e tantomeno è disposto a predisporre lo scasso in tal senso.
Siccome non era prevista anche la possibilità di farlo lavorare con entrambe le bobine in funzione e connesse in parallelo, come potete vedere dalle foto i fili di uscita del pickup sono soltanto tre invece dei classici quattro (massa, full humbucker di colore rosso, split coil di colore bianco).
Molti chitarristi, dando una prima occhiata alle foto dei miei pickup al neodimio, pensano che le barrette argentee che si vedono nella faccia inferiore siano il magnete vero e proprio.
Non è così. Quello che si vede anche nella foto postata in questo articolo è semplicemente un coperchio protettivo, ritagliato e sagomato a partire dal foglio di alluminio "non troppo sottile" che utilizzo anche per schermare le bobine dei miei Strat single coil e P90 e il retro delle placche dei miei battipenna precablati.
I magneti veri sono molto più piccoli, posizionati opportunamente tra le due lame e completamente immersi in una resina che conferisce la necessaria compattezza a tutto l'insieme.
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